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Homein fondo a sinistraTsipras: «Vinta la battaglia ma non la guerra»

Tsipras: «Vinta la battaglia ma non la guerra»

Le parole di Tsipras alla tv greca dopo l’accordo. Varoufakis: «Esempio di costruttiva ambiguità della formulazione». Inquietudine della sinistra di Syriza

di Checchino Antonini

tsipras-eurogruppo

La Grecia, dice Tsipras «Ha vinto una battaglia ma non la guerra, i negoziati più difficili ci aspettano». Il premier greco Alexis Tsipras ha commentato in tv l’accordo di ieri all’Eurogruppo. Ha ringraziato il popolo greco per il sostegno promettendo che il governo di Syriza «vi dirà sempre la verità». Criticando le forze conservatrici greche rappresentate nel governo precedente, Tsipras ha attaccato: «Ieri abbiamo cancellato i loro piani. Abbiamo salvato la dignità della Grecia, tenendola in piedi». L’Europa, ha quindi osservato, «è il luogo del negoziato, non delle esecuzioni, dell’obbedienza o della punizione. Forse la giornata di ieri è più importante per l’Europa che per la Grecia».

«Il paese – ha proseguito – ha avuto successo in una circostanza dura e difficile. Per la prima volta abbiamo intavolato una trattativa. Abbiamo fissato obiettivi con determinazione e flessibilità. E abbiamo raggiunto l’obiettivo principale». Tsipras ha detto che l’accordo colma il vuoto che c’era tra il Memorandum e i programmi del nuovo governo ellenico, e permette l’annullamento dei piani di licenziamento del precedente esecutivo, gli aumenti dell’Iva, e libera il governo dalla rigidità dell’avanzo primario. «Si crea un quadro per le riforme progressiste come la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, e la lotta contro la crisi umanitaria, che è un compito primario per noi. Abbiamo raggiunto molto all’interno della zona euro ma abbiamo una lunga e difficile strada da percorrere Ci siamo lasciati alle spalle memorandum, la troika e l’austerità, e siamo rimasti all’interno della zona euro. La trattativa sta ora entrando nella fase più essenziale… la lotta unitaria continua», ha concluso Tsipras.

APTOPIX Greece BailoutLA COSTRUTTIVA AMBIGUITA’ DELLA FORMULAZIONE

Per dirla con le parole di Varoufakis, ministro dell’Economia, l’accordo è «un ottimo esempio di costruttiva ambiguità della formulazione». Sostanzialmente la Grecia si impegna a non adottare misure unilaterali e a rispettare l’obbligo della copertura finanziaria per ogni nuova misura adottata.
«La novità più importante potrebbe essere la parte che riguarda l’avanzo primario – osserva da Atene, Elena Sirianni, corrispondente di Popoff – l’avanzo primario è la garanzia richiesta dai creditori per essere sicuri di riscuotere i propri soldi. Il memorandum firmato dal precedente governo fissava la percentuale di avanzo primario che la Grecia era tenuta ad accumulare ogni anno al 4,5% del PIL e a prescindere dalla reale situazione economica del paese. Esigere un avanzo primario così consistente in un paese in crisi economica comporta l’automatico taglio di stipendi, pensioni, servizi e welfare e ha come conseguenza una spirale recessiva. Con l’accordo firmato ieri sera la Grecia mantiene l’impegno a rispettarlo ma all’importante condizione che verrano considerate le circostanze economiche. E’ un piccolo passo avanti per la Grecia che potrà prendere una boccata di ossigeno e consentirà al governo di iniziare a mettere in atto il suo prgramma. La partita vera e decisiva si giocherà a giugno, quando scadrà questo accordo. Ma fino a giugno saranno maturate anche altre condizioni nei rapporti fra il nuovo governo greco e gli altri governi europei destinate a mutare i rapporti di forza in Europa».

INQUIETUDINE A SINISTRA

ioanna gaitani
ioanna gaitani

Sul fronte interno, invece, «il governo Tsipras sta continuando nella sua tattica di cercare di allargare i consensi coinvolgendo esponenti del centro e della destra – scrive Antonio Moscato, storico del movimento operaio – una tattica che permette di dire che oltre il 70% dei greci oggi sostiene il governo, ma che viceversa inquieta e preoccupa molti militanti, che temono sia il preambolo di una fase di ricerca del compromesso con l’UE. Il dibattito comunque, si sviluppa apertamente e con chiarezza».

Le componenti della sinistra di Syriza criticano la procedura d’urgenza con cui Tsipras ha proposto come presidente della Repubblica Prokopis Pavlopulos, tipico esponente della cosiddetta «destra illuminata». Costituzionalista, eminente membro di Nuova Democrazia, ministro sotto il governo di Konstantinos Karamanlis (2004-2009), adepto di un equilibrio regolamentato tra mercato e Stato, era agli Interni al momento della sollevazione dei giovani nel dicembre 2008. Propagandisticamente si sostiene che all’epoca Pavlopulos avrebbe evitato una carneficina, opponendosi ai suggerimenti di altri eminenti quadri che chiedevano una repressione brutale, incluso facendo intervenire l’esercito. La verità è che Pavlopulos ha seguito un’efficace strategia politica, cercando di isolare le proteste giovanili dalle principali forze del movimento operaio e della sinistra, come condizione essenziale per soffocare definitivamente la rivolta. La proposta di eleggere Pavlopulos è stata presentata contemporaneamente al gruppo parlamentare e alla stampa. Si sono avute forti reazioni da parte dell’ala radicale di Syriza, i cui membri tuttavia hanno fatto un passo indietro di fronte alla possibilità che ne venisse compromessa l’immagine di Tsipras – soprattutto alla vigilia di negoziati cruciali con l’UE. Intervenendo in una riunione comune del gruppo parlamentare e della segreteria politica di Syriza, Antonis Ntavanellos (membro della direzione di Syriza) ha detto che non vi era accordo sulla proposta di un presidente della Repubblica proveniente dalla destra: ha messo in rilievo come la politica della “coabitazione” rompesse con il progetto politico del “governo della sinistra” approvato dal congresso di Syriza. Quindi, ha affermato che non accettava la disciplina di partito rispetto a questa scelta politica. Il giorno dopo, Ntavanellos ha sviluppato il suo punto di vista pubblicamente alla radio di Syriza (“Nel Rosso”).

Al momento dell’elezione del Presidente, la deputata Gianna Gaitani (membro di Dea, una delle componenti della sinistra di Syriza) si è astenuta (si è “assentata”), nonostante la minaccia di immediata espulsione. Finora, non ci sono state misure disciplinari contro di lei, al contrario, si è manifestata un’impressionante ondata di solidarietà nei suoi confronti da parte dei militanti di Syriza. «Non ho assistito alla seduta parlamentare in cui si è votato per eleggere il Presidente della Repubblica. Per motivi di coscienza e per tradizione politica, infatti, non riuscivo a sostenere con il voto la proposta di Syriza, il partito grazie al quale sono stata eletta. Continuo ad appoggiare con forza il progetto politico di Syriza, i suoi impegni e il suo programma e il governo della sinistra. Non credo sia possibile sostenere questo progetto politico con rapporti consensuali con Nuova Democrazia e dirigenti politici della destra. Continuo a credere che questo progetto si potrà realizzare in maniera vincente con il funzionamento collettivo di Syriza, grazie all’attività dei suoi iscritti e attraverso il coinvolgimento del suo gruppo parlamentare».

ntavanellos
ntavanellos

DICIOTTO CONTRO UNO

Intanto sulla stampa greca, all’indomani dell’Eurogruppo e sui talk show sono molti gli interrogativi, in particolare sulle misure che il governo dovrà mettere a punto nel corso di un weekend dove tradizionalmente le città greche si svuotano per la festa dell’inizio della Quaresima. Dai bancomat è stato prelevato un miliardo di euro solo nelle 48 ore che hanno preceduto l’accordo.

In un comunicato, il governo ellenico lascia intendere quale sarà la filosofia delle proposte: «Il nuovo governo greco presenterà il proprio pacchetto di riforme per la prossima fase intermedia, mettendo in evidenza quelle che rappresentano un terreno comune. Che è quello di combattere l’evasione fiscale, la corruzione, puntare alla ricostruzione della pubblica amministrazione, dare risposta alla crisi umanitaria». Di più non si dice. La sensazione tra i commentatori è che il governo – si dice che la trattativa sia stata condotta in parte dallo stesso Alexis Tsipras al telefono, nei momenti più delicati – abbia portato a casa quel che poteva, visto il «18 contro uno», cioè il tempo per mettere a punto una strategia, la fine di parole come troika e memorandum (anche se molta della loro sostanza resta) e la possibilità di fare le proprie scelte in materia di conti, senza ereditare quelle del governo Samaras.

 

ECCO IL TESTO DELL’ACCORDO

“L’Eurogruppo riba­di­sce il suo apprez­za­mento per gli sforzi di ade­gua­mento note­voli intra­presi dalla Gre­cia e del popolo greco negli ultimi anni. Nel corso delle ultime set­ti­mane, insieme con le isti­tu­zioni, ci siamo impe­gnati in un dia­logo intenso e costrut­tivo con le nuove auto­rità gre­che e oggi abbiamo rag­giunto un ter­reno comune.

L’Eurogruppo prende atto, nel qua­dro degli accordi esi­stenti, della richie­sta da parte delle auto­rità gre­che di una pro­roga del piano di assi­stenza finan­ziaria (MFFA), che è cor­re­dato da una serie di impegni.

Lo scopo della pro­roga è il com­ple­ta­mento della revi­sione, sulla base delle con­di­zioni degli accordi vigenti, uti­liz­zando al meglio la fles­si­bi­lità esi­stente, che sarà attuata d’intesa tra le auto­rità gre­che e le istituzioni.

Que­sta esten­sione potrebbe anche dare tempo alle discus­sioni su un even­tuale accordo suc­ces­sivo tra l’Eurogruppo, le isti­tu­zioni e la Grecia.

Le auto­rità gre­che pre­sen­te­ranno un primo elenco di misure di riforma, in base agli accordi vigenti, entro la fine di lunedì 23 feb­braio. Le isti­tu­zioni for­ni­ranno una prima valu­ta­zione se que­sto elenco è suf­fi­cien­te­mente com­pleto per essere un punto di par­tenza valido per una con­clu­sione posi­tiva della revisione.

Tale elenco sarà ulte­rior­mente spe­ci­fi­cato e quindi con­cor­dato con le isti­tu­zioni per la fine di aprile.

Solo l’approvazione alla con­clu­sione della revi­sione delle isti­tu­zioni con­sen­tirà una qual­siasi ero­ga­zione della tran­che in sospeso del pro­gramma EFSF cor­rente e il tra­sfe­ri­mento dei pro­fitti SMP 2014. Entrambi que­sti aspetti sono ancora sog­getti ad appro­va­zione da parte dell’Eurogruppo.

In vista della revi­sione delle isti­tu­zioni, l’Eurogruppo con­corda che i fondi finora dispo­ni­bili nel buf­fer HFSF dovreb­bero essere tenuti dall’EFSF, privo di diritti di terzi per la durata della pro­roga MFFA.

I fondi con­ti­nuano ad essere dispo­ni­bili per la durata del pro­lun­ga­mento MFFA e pos­sono essere uti­liz­zati solo per i costi di rica­pi­ta­liz­za­zione e per i costi di riso­lu­zione delle ban­che. Essi saranno rila­sciati solo su richie­sta da parte della BCE / SSM.

In que­sto qua­dro, acco­gliamo con favore l’impegno da parte delle auto­rità gre­che di lavo­rare in stretto accordo con le isti­tu­zioni e i part­ner euro­pei e inter­na­zio­nali. In que­sto con­te­sto ricor­diamo l’indipendenza della Banca cen­trale euro­pea. Abbiamo anche deciso che il FMI con­ti­nuerà a svol­gere il suo ruolo.

Le auto­rità gre­che hanno espresso il loro forte impe­gno per un pro­cesso di riforma strut­tu­rale più ampio e appro­fon­dito, volto a un dura­turo miglio­ra­mento delle pro­spet­tive di cre­scita e di occu­pa­zione, a garan­tire la sta­bi­lità e la resi­lienza del set­tore finan­zia­rio e a miglio­rare l’equità sociale.

Le auto­rità si impe­gnano ad attuare le riforme a lungo ritar­date per affron­tare la cor­ru­zione e l’evasione fiscale, e a miglio­rare l’efficienza del set­tore pub­blico. In que­sto con­te­sto, le auto­rità gre­che si impe­gnano a uti­liz­zare al meglio l’assistenza tec­nica fornita.

Le auto­rità gre­che riba­di­scono il loro impe­gno ine­qui­vo­ca­bile a ono­rare i pro­pri obbli­ghi finan­ziari  verso tutti i pro­pri cre­di­tori pie­na­mente e tempestivamente.

Le auto­rità gre­che si sono inol­tre impe­gnate a garan­tire un ade­guato avanzo pri­ma­rio o a repe­rire i finan­zia­menti neces­sari a garan­tire la soste­ni­bi­lità del debito, in linea con la dichia­ra­zione dell’Eurogruppo del novem­bre 2012.

Le isti­tu­zioni, per l’obiettivo di un avanzo pri­ma­rio 2015, ter­ranno in con­si­de­ra­zione le cir­co­stanze eco­no­mi­che del 2015.

Alla luce di que­sti impe­gni, acco­gliamo con favore che in una serie di set­tori le prio­rità poli­ti­che gre­che pos­sono con­tri­buire a un raf­for­za­mento e una migliore attua­zione degli accordi attuali.

Le auto­rità gre­che si impe­gnano ad aste­nersi da qual­siasi sman­tel­la­mento delle misure e a modi­fi­che uni­la­te­rali alle poli­ti­che e alle riforme strut­tu­rali che avreb­bero un impatto nega­tivo per gli obiet­tivi di bilan­cio, la ripresa eco­no­mica e la sta­bi­lità finan­zia­ria, come valu­tate dalle istituzioni.

Sulla base della richie­sta, gli impe­gni da parte delle auto­rità gre­che, il parere delle isti­tu­zioni e l’accordo di oggi, si lan­ce­ranno le pro­ce­dure nazio­nali al fine di pren­dere una deci­sione defi­ni­tiva sulla pro­roga dell’attuale Faci­lity Agree­ment EFSF fino a quat­tro mesi.

Invi­tiamo anche le isti­tu­zioni e le auto­rità gre­che a ripren­dere imme­dia­ta­mente il lavoro che avrebbe per­messo la posi­tiva con­clu­sione del riesame.

Rima­niamo impe­gnati a for­nire un ade­guato sup­porto alla Gre­cia fino a quando non avrà riac­qui­stato pieno accesso al mer­cato pur­ché rispetti i pro­pri impe­gni nel qua­dro concordato”.

Bru­xel­les, 20 feb­braio 2015

 

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