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#SOSFreedomFlotilla: abbordata “Marianne”. Oggi presidio al Colosseo

All’alba le Forze navali di Tel Aviv hanno abbordato “Marianne” costringendola a lasciare la rotta per Gaza e prendere quella di Ashdod. Non si hanno notizie sulle condizioni dell’equipaggio

di Marina Zenobio

Forze navali israeliane
Forze navali israeliane

Come si temeva all’alba di oggi l’imbarcazione “Marianne”, ammiraglia della Freedom Flotilla 3, è stata intercettata, presa d’assalto, bloccata da un commando della marina militare israeliana e costretta a dirigersi verso il porto di Ashdod. L’intervento armato del commando israeliano è avvenuto in acque internazionali. Non si hanno notizie delle condizioni dei 18 passeggeri, tra attivisti e membri dell’equipaggio, l’ultimo contatto c’è stato alle 4 di questa notte, localizzazione dell’imbarcazione a 31°43′ N 32°33′ E, a circa 105 miglia nautiche (oltre 190 km) dal porto di destinazione, Gaza.

Per domani, martedì 30 giugno alle ore 17, a Roma in piazza del Colosseo, Freedom Flotilla Italia ha convocato un presidio in solidarietà con le compagne e i compagni assaltati dalle forze israeliane sulla Marianne.

La terza missione della Freedom Flotilla è composta da 4 navi. Le altre e 3 imbarcazioni – la “Juliano”, la “Rachel” e la “Vittorio” – viaggiavano a distanza di sicurezza da Marianne e hanno avuto il tempo di invertito la rotta. A bordo della Marianne sono presenti 18 persone tra le quali un parlamentare della Knesset, arabo-israeliano Basel Ghattas della Lista Araba Unita.

“Non siamo violenti ma gente pacifica che vuole solo portare aiuti e solidarietà alla popolazione della Striscia di Gaza. Il nostro primo aiuto è il messaggio” aveva dichiarato Ghattas poche ore prima dell’intervento delle Forze israeliane aggiungendo di aver chiesto al primo ministro Netanyahu di essere intelligente “di non usare la forza e lasciarci raggiungere Gaza dove a situazione nell’ultimo anno è peggiorata”. Richiesta ovviamente ignorata.

Oltre a Ghattas, la cui presenza sul “Marianne” ha fatto saltare i nervi ai politici israeliani che lo hanno accusato di “essere al servizio dei nemici di Israele sfruttando la protezione dell’immunità parlamentare”, ci sono:
Dror Feiler musicista e compositore israelo-svedese
Dr. Moncef Marzuki ex presidente della Tunisia
Ana Miranda membro spagnolo del Parlamento Europeo (BNG)
Nadya Kevorkova giornalista russa
Kajsa Ekis Ekman giornalista e scrittore svedese
Robert Lovelacea professore universitario
Joel Opperdoes comandante svedese della Marianne
Gustave Bergstrom equipaggio
Herman Reksten equipaggio
Kevin Neish equipaggio
Jonas Karlin equipaggio
Charlie Andreasson equipaggio
Ammar Al-Hamdan Aljazeera tv
Mohammed El Bakkali Aljazeera tv
Ohad Hemo Israeli TV
Ruwani Perera MaoriTV
Jacob Bryant MaoriTV

L’unico italiano parte della missione, l’attivista Claudio Tamagnini, di Alcamo, non è a bordo della “Marianne” ma di un’altra imbarcazione della Freedon Flotilla, la “Juliano”.
Non ci sarebbero stati feriti tra i 18 passeggeri e membri dell’equipaggio della nave ma sarà possibile averne una conferma soltanto quando agli attivisti internazionali sarà permesso di comunicare.
Israele ha già fatto comunque sapere che passeggeri ed equipaggio saranno espulsi attraverso l’aeroporto di Tel Aviv, dopo le “operazioni di identificazione”.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha fatto le congratulazioni alla Marina e ai commando autori dell’assalto alla “Marianne” e affermato che Israele è l’unica democrazia “che si difende nel rispetto delle leggi internazionali”, facendo finta di ignorare che l’intervento armato è avvenuto in acque internazionali.

La Freedom Flotilla Coalition ha inviato un appello alle istituzioni internazionali per ricordare che “I diritti non sono provocazioni. Aiuto umanitario sono anche le azioni di lotta in quanto solidarietà per riconquistare diritti e libertà negati. Da sempre nella storia i diritti sono conquiste attraverso forme di lotta. La Freedom Flotilla III non ha cargo come le precedenti. Fatta eccezione per qualche pannello solare e materiale medico, è essa stessa il cargo umanitario, la missione con un obiettivo chiaro: porre fine al blocco illegale e disumano di Gaza che dura da troppo tempo, e che Israele, coadiuvato dall’Egitto, impone a danno della popolazione civile palestinese di Gaza.
Due tipologie di diritti, entrambe acquisite dalla giurisprudenza contemporanea, le istituzioni internazionali sono chiamate a tutelare:
1) il diritto di un milione e ottocentomila persone che abitano nella Striscia di Gaza di tornare ad appartenere al genere umano avente libertà e autodeterminazione;
2) il nostro diritto di cittadini di navigare in acque internazionali, nel rispetto della legalità internazionale, ed arrivare sani e salvi a Gaza, il porto della Palestina.
Per questa seconda ragione abbiamo scritto una lettera alle istituzioni, e da queste ci aspettiamo garanzie, senza esitazioni”.

Freedom Flotilla Italia ha inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del consiglio Renzi, al ministro degli esteri Gentiloni e all’alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Mogherini, la lettera congiunta con la coalizione internazionale con oggetto la richiesta di tutela per il diritto ad una navigazione in sicurezza della Freedom Flotilla III:

Siamo circa 50 civili provenienti da 17 paesi di 5 continenti. Siamo pacifisti e non violenti, persone ordinarie, personalità, parlamentari, europarlamentari, in rappresentanza di migliaia di persone, che si aspettano di navigare in sicurezza nel Mediterraneo e, da acque internazionali, arrivare al porto di Gaza City, il porto della Palestina.

La terza campagna internazionale della Freedom Flotilla si caratterizza, come le precedenti, per la forte ispirazione e convinzione nell’azione non-violenta, pacifica ed umanitaria, a supporto ed affermazione della legalità internazionale, entro i limiti della quale si muove ed agisce, raccogliendo adesioni trasversali nello scenario nazionale ed internazionale. Questa missione rivendica il rispetto di diritti già sanciti, e chiederne l’attuazione, checché ne pensi chi da anni li viola impunemente, non è una provocazione.

La Freedom Flotilla si pone l’obiettivo di porre termine al disumano ed illegale embargo imposto sulla Striscia di Gaza da quasi un decennio. L’embargo è responsabile di ridurre una popolazione di oltre un milione e ottocentomila persone ad una condizione di vita primordiale, molto al di sotto degli standard minimi di vita rispettosi della dignità e dei bisogni elementari di ogni essere umano.

La Freedom Flotilla III non costituisce minaccia alcuna nei confronti di Israele. Siamo spiacenti che “l’unica democrazia del Medioriente”, ancorché l’unica ad avere colonie, ritenga che questo sia il modo migliore di gestire la questione, anziché risolvere i problemi veri quali l’occupazione, il blocco e la divisione del territorio palestinese, come pure la sfacciata discriminazione legale dei Palestinesi e degli Arabi Israeliani.

Procediamo con umanità, perché il nostro scopo non è agire contro Israele, ma contro l’occupazione illegale, così come già previsto da:

Risoluzione 242 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che chiede ad Israele di ritirarsi dai Territori Palestinesi Occupati e assicurare la libertà di navigazione e una giusta soluzione per i rifugiati palestinesi.

Quarta Convenzione di Ginevra, nello specifico il Titolo III che fa riferimento ad azioni militari nei territori occupati e vieta la punizione collettiva di civili sotto occupazione, come stabilito dall’art. 33 Sezione I. Questo articolo viene attualmente violato da Israele, dal momento che impone un blocco militare indiscriminato, anche attraverso attacchi militari sproporzionati, che taglia i rifornimenti, chiude le vie terrestri, aeree e marittime, vieta la pesca in acque territoriali palestinesi, oltre ad altre attività non conformi alla legge internazionale.

Esprimiamo viva preoccupazione per le sorti dei passeggeri, considerati i precedenti episodi che hanno visto le imbarcazioni e gli equipaggi delle missioni della Freedom Flotilla subire aggressioni, attacchi omicidi (Mavi Marmara, 2010), sabotaggi, violenze e furti, da parte delle forze armate israeliane, sempre in acque internazionali.

Oltre a ciò, è palpabile il pericolo imminente per l’incolumità delle persone a bordo, stando a quanto dichiarato pochi giorni fa dal Primo Ministro israeliano a mezzo stampa, il quale, a priori, assicura che la marina israeliana, operando fuori dalle proprie acque territoriali, impedirà l’arrivo delle imbarcazioni a Gaza dirottandole su Ashdod (Israele), arrestando e sottoponendo a interrogatorio i passeggeri, sequestrando il carico; di fatto, una dichiarazione anticipata che il governo israeliano contravverrà al diritto internazionale. Infatti abbiamo sempre detto, e ribadiamo oggi, che non è nostra intenzione avvicinare le acque territoriali israeliane, ma passare da acque internazionali ad acque territoriali palestinesi. Ci chiediamo e Vi chiediamo: in base a quale norma del diritto internazionale, il governo israeliano può prevedere di agire in questo modo?

Vi ricordiamo che i nostri diritti sono sanciti dalla “United Nations Convention on the Law of the Sea”, che ci consente di navigare su imbarcazioni civili, e che proibisce azioni o attacchi violenti in acque internazionali da parte di qualsiasi altra imbarcazione, sia civile che militare.

Facciamo notare che a bordo c’è anche un cittadino italiano, Claudio Tamagnini, residente in Sicilia, già insignito del titolo di “cittadino per la giustizia e la pace tra i popoli” (2014), recante con sé formale delega da parte del Comune di Alcamo, allo scopo di perfezionare il gemellaggio della città di Alcamo con quella di Khan Younis, nella Striscia di Gaza.

Chiediamo a Voi, quali istituzioni garanti del diritto, di:

Utilizzare tutti i canali diplomatici a Vostra disposizione per rispondere alle gravi dichiarazioni, chiaramente in contrasto col diritto internazionale, rilasciate dal Primo Ministro israeliano

Garantire l’incolumità del cittadino italiano Claudio Tamagnini e degli altri cittadini europei a bordo delle navi che compongono la Freedom Flotilla III.

Al di là della Vostra valutazione sull’opportunità di questa missione, confidiamo nel fatto che le istituzioni da Voi rappresentate non permetteranno che atti di pirateria siano commessi da chiunque, fosse anche una nazione molto influente, contro nostri concittadini inermi, in acque internazionali.

Certi del Vostro sostegno, inviamo distinti saluti. Freedom Flotilla Italia

2 COMMENTI

  1. Isdraele=capitalismo più becero, arroganza e sicumera di non pagarne mai le conseguenze…….forse però saranno gli unici a polverizzare l’isis, anche i Curdi che ai miei tempi erano tacciati di criminalità organizzata, ad hamburg la polizia non riuscì a tirare le fila di una specie di mafia negli anni’80, si sono ribellati all’isis e magari i tanto disprezzati Rom che si sono ribellati in un campo di concentramento nazi forse avranno il fegato che noi non abbiamo e si opporranno all’isis….noi però potremmo sempre inviare gli eroi di Bolzaneto e Diaz di g 8 berlusconiana memoria, a combattere l’isis…..no pasaran

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