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Milano, Pisapia sfratta un campo rom regolare

Regolare dall’89 ma «abbandonato dalla Giunta», come denuncia Diana Pavlovic (Consulta rom e sinti). Chi ci vive finirà nel Centro di emergenza temporanea di via Lombroso

rom via idro - samuele piscina-2

MILANO – “È scandaloso che a rom che da 30 anni abitano in un campo regolare si offra ancora una volta il Centro di emergenza temporanea di via Lombroso”. È quanto sostiene Diana Pavlovic, portavoce della Consulta rom e sinti, riguardo la notizia dell’approvazione il 17 agosto della delibera di Giunta che permetterà al comune di Milano di sgomberare il campo rom di via Idro. Secondo quanto afferma Palazzo Marino, nel complesso oggi abitano 25 nuclei familiari autorizzati, per un totale di 97 persone di cui 41 minori.

Il comune in una nota diramata ieri afferma che “le famiglie riceveranno nei prossimi giorni una comunicazione ufficiale che darà loro un tempo entro cui individuare soluzioni alternative, e indicazioni degli uffici dell’Amministrazione comunale cui rivolgersi per essere accompagnati nell’individuazione di adeguate soluzioni. In ogni caso, sono messi a loro disposizione i Centri di emergenza sociale e di autonomia abitativa che l’Amministrazione gestisce per accogliere temporaneamente le persone in emergenza abitativa a seguito di sgomberi di aree abbandonate e di case popolari occupate abusivamente”. Per il comune, con la fine dell’esperienza del campo rom (ancora incerta la data dello sgombero) “inizia quindi per queste famiglie un vero percorso di integrazione, concludendo un’esperienza che ha evidenziato tutti i limiti del modello campo, con cui fino ad oggi le Amministrazioni precedenti avevano gestito il tema nomadi”.

Contraria a questa lettura Diana Pavlovic: la soluzione temporanea dei centri di accoglienza “non sarà accettata da nessuno”, dice. E sostiene che via Idro fosse “molto di più di un campo rom: era un posto dove c’era la possibilità di creare microaree attrezzate, era verde, vivo, integrato con la popolazione del quartiere”. Pavlovic punta il dito contro il comune colpevole “di aver lasciato che una famiglia di violenti mettesse il terrore a tutti gli altri abitanti. Il comune ha abbandonato il campo a se stesso da anni”. In via Idro, ad ottobre 2014, la Squadra Mobile ha arrestato anche un pluripregiudicato, Manolo Hudorovich, e l’anno prima era intervenuta per prendere Diego Braidic, nascosto al campo e latitante dal 2010.

“Le soluzioni alternative per evitare la chiusura, come l’individuazione di una microarea per un campo allestito con le persone che abitano e vivono nel rispetto della legalità, non sono mai arrivate a concretizzarsi. È emblematico del modo in cui il comune si comporta con i rom”, aggiunge Pavlovic. La risoluzione per la chiusura di via Idro era già stata annunciata ad inizio luglio, con il forte consenso anche di Regione Lombardia in merito alla misura. L’assessore alla Sicurezza e all’Immigrazione Viviana Beccalossi aveva espresso apprezzamento per la scelta del comune. Anche perché, secondo le istituzioni locali, quell’area è a rischio durante le frequenti esondazioni del Lambro. “Lo è da 26 anni, cioè da quando hanno scelto di fare lì il campo”, ribatte Pavlovic. Il comune rivendica in quattro anni la chiusura di due campi: via Idro e via Novara, anch’esso tra gli autorizzati. (lb)

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