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Francia, vietati i cortei per i migranti, per il clima e delle donne

Prove tecniche di svolta autoritaria in nome della sicurezza. Hollande vieta i cortei previste nei prossimi giorni contro la violenza sulle donne, il razzismo e il cambio climatico

di Francesco Ruggeri

Rassemblements

Il governo francese ha vietato, l’una dopo l’altra, le manifestazioni contro la violenza sulle donne (21 novembre), per i migranti (22 novembre), il clima (29 novembre e 12 dicembre).

«Ma misure eccezionali del genere non sono essenziali per organizzare al meglio l’intelligence e fermare i terroristi, né a proteggere meglio i luoghi pubblici», denuncia l’Npa, il Noveau parti anticapitaliste a proposito della natura degli attacchi kamikaze. Inoltre, i divieti non possono garantire che non vi sarà alcun nuovo attacco, molto difficile prevenire ed evitare data la molteplicità dei possibili bersagli. Tuttavia, tali misure sono profondamente draconiane stabilendo periodi prolungati di estrema repressione contro i presunti mandanti di “disturbo dell’ordine pubblico e minaccia alla sicurezza nazionale”, un concetto estremamente vago e minaccioso per molti attivisti pacifisti!

Al contrario, la sinistra, anche in Francia, ritiene sia più giusto e utile smettere di alimentare il terrorismo: smettere di sostenere i regimi assolutistici e promuovere le ingiustizie sociali e politiche in Medio Oriente e altrove. Si tratta di dare alle forze progressiste e non confessionali nella regione le risorse materiali per sopravvivere e sconfiggere i popoli che lottano per la loro libertà non sostituirsi ad essi, contro l’oscurantismo omicida e terrorista di Daesh e del regime di Assad.

Al contrario, il governo francese vuole riformare la costituzione per imporre uno stato permanente di emergenza. Fin quando saranno proibite tutte le manifestazioni “fino a nuovo avviso?” Fino a quando non ci sarà più guerra nel mondo? Fino a quando non sarà stata sradicato qualsiasi minaccia terroristica nel mondo? «Le manifestazioni per il clima sono cruciali, perché sono un modo per dimostrare che, più che mai, un altro mondo è necessario – sostiene l’Npa – la manifestazione per i migranti è vitale, troppo, perché sono le prime vittime del caos in Siria. Infine, la lotta contro la violenza contro le donne è anche fondamentale perché in tutto il mondo, le donne sono le prime vittime delle guerre».

«Questo divieto è uno scandalo», dice la NPA chiedendo il massimo di mobilitazione per imporre il rispetto del diritto elementare di dimostrare. L’appuntamento resta dunque per le 15 di domenica 22 a Piazza della Bastiglia per arrivare a Place della Republique. Un appello per la libertà di movimento, contro i divieti, è stato già firmato dai promotori: ATMF, Attac, BAAM (Bureau d’accueil et d’accompagnement des migrants), CGA, CGT Educ’action 93, CISPM, CNDF, CSP 75, Collectif Avenir Educs, Collectif Austerlitz, Collectif 3 C, Collectif Sans-Voix Paris 18, Collectif 20e solidaire avec les migrants, Collectif de solidarité aux réfugiés de Genne- villiers, DAL, Droits devant !!, Écologie sociale, EÉLV Paris, Ensemble !, EuroPalestine, Fasti, Fédération anarchiste, Femmes migrantes debout, Femmes égalité, Gisti, IJAN, LDH, 8 Mars Pour TouTEs, Mouvement Utopia, MRAP (fédération de Paris), NPA, PCF, PCOF, PG, RESF, SNPES-PJJ-FSU IDF, STRASS, SUD éducation, UD CGT Paris, UJFP, Union des syndicats CNT de la région parisienne, Union syndicale Solidaires.

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