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Tassare la finanza per sconfiggere l’Aids

Osservatorio Italiano sull’azione globale contro l’Aids e la campagna ZeroZeroCinque lanciano la proposta: destinare i proventi della Ttf alla lotta alla povertà, pandemie e cambiamenti climatici

di Checchino Antonini
Secondo la Commissione Europea, una tassa sulle transazioni finanziarie produrrebbe un gettito di 35 miliardi di euro l’anno. Se cinque di questi fossero investiti nel Fondo Globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria, sarebbe possibile liberare il mondo da queste pandemie entro il 2030. La proposta è stata rilanciata oggi, Giornata mondiale di lotta all’Aids da Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS (13 ong italiane e internazionali) in collaborazione con la campagna ZeroZeroCinque, nel corso della presentazione a Montecitorio della versione italiana del rapporto TTF-IT-ok “La TTF Europea: un’occasione unica per dire basta all’Aids”, realizzato da Coalition Plus, che riunisce 13 organizzazioni internazionali impegnate su questo tema. La destinazione di parte del gettito della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) europea per interventi a favore della salute globale può rappresentare un sostegno significativo per realizzare l’obiettivo “Zero AIDS entro il 2030” previsto dalla nuova Agenda 2030.

Negli ultimi dieci anni il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria ha dato un vigoroso impulso alla lotta globale contro le pandemie, divenendo il principale finanziatore multilaterale nel campo della salute globale. Per continuare in questa direzione, e trasformare Aids, Tbc e malaria da epidemie a elevata trasmissione in malattie endemiche a bassa diffusione, è necessario, ora, incrementare gli investimenti. Da tempo la società civile internazionale chiede ai Governi degli undici Stati UE che hanno deciso di introdurre la tassa, di destinarne gli introiti a favore dei servizi per contrastare la povertà anche in Italia, l’istruzione e la sanità nel Sud del mondo, il contrasto ai cambiamenti climatici e il sostegno alla lotta contro le pandemie. Dalla Francia arrivano novità importanti, il Parlamento ha infatti approvato (nel quadro di discussione/voto in prima lettura della legge di stabilità 2016) la destinazione del 50% del gettito della TTF nazionale per la cooperazione allo sviluppo e la finanza climatica.

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Testimonial della campagna è la cantante Saba Anglana, che ha appena pubblicato l’album Ye ketama hod- The Belly of the city: «La salute è un volano importante per la pace fra i popoli, un popolo sano ha più tempo per pensare alla pace. Abbraccio con grande responsabilità questo ruolo: ad Adis Abeba visitai un orfanotrofio, e dopo aver giocato con questi bambini scoprii che avevano una ‘data di scadenza’: sieropositivi, a 12 anni finiva il protocollo, e il loro destino era segnato. Questo è essere testimone. La musica può sollevare le coscienze, ma ciò che mette in moto sono le leggi. Mettiamo a posto la pancia della genitrice del mondo, l’Africa».

Possiamo arrivare allo stesso risultato in Italia? A che punto siamo con la
discussione nel nostro Parlamento?
«L’Aids ha 35 anni, negli anni ’80 c’era tanta paura ma anche tanta informazione, che oggi non si vede quasi più – spiega Serena Fiorletta, responsabile comunicazione Aidos – buona parte delle testimonianze del nostro rapporto è femminile, ricordiamoci che le più colpite sono le più vulnerabili, le giovani donne povere. La nuova agenda di sviluppo 2015-2030 fissa come obiettivo proprio la povertà, e la questione di genere è trasversale a tutti gli obiettivi, e fondamentale per l’Aids».
«I dati diffusi la scorsa settimana da Un Aids ci danno risultati sorprendenti: le nuove infezioni e i decessi dovuti all’Aids sono in calo. Ma questo buon risultato non basta. Se non si aumentano i fondi destinati nei prossimi cinque anni il rischio concreto è una ripresa – avverte Stefania Burbo, focal point Osservatorio Aids – nel 2014 ci sono stati un milione di morti per cause legate a questo virus, che è la prima causa di mortalità per le donne in età fertile. Ma dal 2002 il Fondo globale ha salvato 17 milioni di vite. Oggi si spendono circa 20 miliardi di dollari all’anno, di cui la metà provengono dai paesi di livello medio-basso, e l’altra metà dai paesi donatori più ricchi. Servono 8-12 miliardi in più verso il 2020 per riuscire a fermare l’Aids nel 2030».
L’obiettivo è quindi fare rete e pressione comune, insieme alla campagna ZeroZeroCinque, perché la Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) sia approvata e dicenti una tassa di scopo europea per finanziare la lotta alle pandemie (Aids, tubercolosi, malaria), ai cambiamenti climatici, alla povertà. Con cinque miliardi l’anno da questa provenienza si coprirebbero oltre un terzo dei fondi necessari.
E’ Leonardo Becchetti, docente di economia politica a Tor Vergata, a spiegare la campagna di cui è portavoce: “I mercati finanziari hanno un giro economico enorme, e una tassazione minima (fra lo 0,01 e lo 0,1%) darebbe un gettito di cinque, sei miliardi solo in Italia, anche 33 a livello europeo. Sarebbe una tassa sulla velocità, sui capitali supersonici, che con algoritmi automatici muovono miliardi, e sarebbe un meccanismo di riequilibrio distributivo. Il grado di civiltà sta nella giusta gerarchia delle risorse: tassare azioni, derivati e obbligazioni per destinare introiti a favore dei servizi per contrastare la povertà anche in Italia, l’istruzione e la sanità nel Sud del mondo, il contrasto ai cambiamenti climatici e il sostegno alla lotta contro le pandemie».AIDS:DA PAZIENTE 'ZERO' A DONNA FRANCESE,32 ANNI DI RICERCA
«La storia di questa tassa è una spy story – aggiunge Misha Maslennikov, coordinatore della campagna – non avendo trovato l’unanimità fra tutti i paesi europei (il Lussemburgo è contrario, l’Inghilterra ha una tassazione che gestisce direttamente), 11 paesi, fra cui l’Italia, lavorano in meccanismo di cooperazione rafforzata a un progetto TTF. Ma è difficilissimo ottenere informazioni sull’andamento delle trattative. Nel prossimo Ecofin del 9 dicembre ci sarà un aggiornamento, e i destinatari e i dettagli tecnici della legge sembrano in dirittura d’arrivo. Altra questione è la destinazione di questi fondi, per cui ci vuole una presa di posizione politica, che l’Italia non ha ancora preso, mentre Hollande ha già dichiarato la propria disponibilità».
Il Parlamento francese ha già approvato, in prima lettura della legge di Stabilità, la destinazione del 50% del gettito della TTF nazionale per la cooperazione allo sviluppo e la finanza climatica.
«Servono più risorse – ammette Lia Quartapelle, deputata Pd, partito che taglia da anni i fondi per le spese sociali, e coordinatrice dell’intergruppo parlamentare per la cooperazione internazionale – il governo ha già preso l’impegno per un rifinanziamento del Fondo Globale, e fa parte degli 11 paesi nel meccanismo di cooperazione rafforzata, ma manca ancora un accordo sulla destinazione. Uno dei problemi è che la tassazione sia solo su parte dei paesi europei, ma sicuramente la finalità certa dei proventi può aprire meglio la stada all’approvazione».
«In Italia è stata già introdotta una tassazione sulle rendite finanziarie, con il governo Monti, ma così male che forse sarebbe meglio non ci fosse – commenta Giovanni Paglia, deputato di Sinistra Italiana – e non è vero che i capitali si muovono tanto come crede chi è contro questa tassa, che avrebbe due effetti fondamentali: poter prendere parte delle grandi ricchezze non ridistribuite del capitalismo per le emergenze; far sì che a fondi globali corrispondano finanziamenti globali, con un meccanismo automatico che superi l’eterna speranza che i paesi donatori continuino a farlo, indipendentemente dalle condizioni politiche».

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