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Perché Sinistra Italiana non dovrebbe appoggiare né il PD né i 5 stelle

Scenari post-amministrative: Sinistra Italiana, il PD, il M5S. Il Pd ha bisogno di Si ma ha un altro progetto. I grillini sono liberisti e allergici ai corpi intermedi anche se usano qualche esca efficace (come Berdini, ndr)

di Francesco Campanella*

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Un bel po’ di commentatori (interessati) hanno cominciato ad affilare i bisturi per l’autopsia di Sinistra Italiana. Un solo problema: il nascituro partito della sinistra non è morto. Più che altro non è ancora nato.

Non ancora nato. Credo che questo status vada riconosciuto e dalla conseguente consapevolezza possano trarsi alcune, proficue, riflessioni.

L’ambiente in cui il bebè si muoverà non sta lì fermo ad aspettarlo.

Le elezioni amministrative lo hanno manifestato con nettezza: l’elettorato PD se ne è andato a fare un giro, un pezzo importante ha deciso di non votare, un pezzo (minuscolo) ha seguito liste di sinistra ancora molto eterogenee, un pezzo è andato tra i 5 stelle a cercare discontinuità.

Esponenti di Sinistra Italiana (ancora solo una formazione parlamentare) si sono misurati in un generoso, acerbo tentativo unificante di pezzi di sinistra.

Un elemento dissonante: un pezzo di SEL (che costituisce un pezzo di Sinistra Italiana) ha perseguito un nostalgico tentativo di prosecuzione dell’esperienza di centrosinistra sia a Milano (con esiti piuttosto critici) sia in Sardegna, con esiti più felici.

La mia personale valutazione è che tali esperienze risultano tardive, figlie postume di un centrosinistra che non c’è più. Un rapporto finito perché le parti che lo costituivano hanno subito maturazioni divergenti: il PD ha compiuto il suo viaggio verso il centrismo liberista, di fatto voltando le spalle completamente al suo vecchio partner (che vi aveva cercato un valido compagno per esiti politici progressisti) che stenta ancora a prenderne completa consapevolezza.

Oggi l’opinione pubblica vuol sapere che atteggiamento terrà Sinistra Italiana di fronte ai ballottaggi.

Dato per scontato che non appoggiamo la destra tradizionale, io credo che Sinistra Italiana non possa appoggiare né il PD né i 5 stelle. Perché?

Il PD di Renzi (della Sinistra PD non si hanno notizie) non ci vuole (addirittura dice che non ci vede), lavora per l’acqua privata, la privatizzazione dei servizi pubblici, la creazione di megacentri commerciali e lo sfruttamento del territorio. Che centra la nostra gente con questo?

ll Movimento 5 Stelle? Facciamo finta che sia un partito vero e non un idolo mediatico: è liberista di brutto (anche se forse non lo sa) e nemico dei corpi intermedi di qualsiasi tipo (associazioni civiche, partiti, altri movimenti o sindacati). Le loro ricette? Se andiamo a cercare sotto gli slogan sentiamo parlare di riduzione della spesa pubblica (non efficientamento, riduzione) e di ritorno al privato.

Nelle esperienze effettive di governo degli enti locali anche la proverbiale onestà sbiadisce. Basta leggere le cronache, diciamo che nella media gli amministratori dei 5 stelle non sono più scorretti di quelli del partito democratico? No, forse non possiamo dirlo. Nella media forse sono peggio, sicuramente meno esperti e quindi più soggetti ai burocrati dell’ente amministrato.

Ho visto da parte di alcuni amici manifestazioni di volontarismo, di voglia di partecipare; sia in appoggio al PD che in appoggio ai 5 stelle. Mi pare una scelta suicida: il PD può aver bisogno dei nostri voti, non gli siamo utili noi e neanche le nostre idee: hanno un altro progetto.

I 5 stelle per definizione non cercano alleanze e laddove dovessero coinvolgere singole persone per impiegarle come “esca” (purtroppo fanno così), possiamo stare tranquilli: dopo qualche mese dalla vittoria elettorale se ne libererebbero. È un film già visto.

In quel blob politico non si sa chi decide (non Grillo, non i parlamentari, non il “direttorio”), ma una cosa è certa: i cittadini, singoli o organizzati, dopo il voto hanno una sola funzione: andare a casa, aprire Facebook e mettere “mi piace.”

*Senatore di Sinistra Italiana-Altra Europa con Tsipras

1 COMMENTO

  1. In riferimento al testo da voi pubblicato: “Nelle esperienze effettive di governo degli enti locali anche la proverbiale onestà sbiadisce. Basta leggere le cronache, diciamo che nella media gli amministratori dei 5 stelle non sono più scorretti di quelli del partito democratico? No, forse non possiamo dirlo. Nella media forse sono peggio, sicuramente meno esperti e quindi più soggetti ai burocrati dell’ente amministrato.”
    A mio avviso, state facendo un grosso errore! Dimostrate di essere schiavi anche voi delle campagne mediatiche giornalistiche di sistema. Quel sistema che, ricordo bene, avete sempre combattuto e che ci ha ridotto così come stiamo e a voi al minimo % a livello storico. Vi consiglio di leggere meglio il programma del M5S e soprattutto osservare il grande lavoro che stanno svolgendo in molte zone del paese con molta tenacia e determinazione contro soprusi, malgoverno se non peggio! Quanto al liberismo …la difesa dell’acqua pubblica, il reddito di cittadinanza, l’investimenti in strutture pubbliche (es.asili, sanità) anzichè private, una efficiente raccolta differenziata etc. non mi risultano politiche liberiste. L’aver raccolto denaro, grazie ai tagli dei propri stipendi, da devolvere alle PICCOLE imprese, personalmente, non lo chiamo liberismo, ma libertà di dare sostegno ai giovani, e non solo, che vogliono dar vita ad un loro sogno lavorativo. Per Roma ci vogliono nuovi Raggi di sole! Voi che cosa vi auspicate? Il nulla non esiste, qualcuno per forza dovrà salire in Campidoglio. Annalaura

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