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De Magistris si fa partito e complica il paesaggio a sinistra

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Nasce DemA, il movimento politico del sindaco di Napoli, De Magistris: «Non ci interessa quello che si sta agitando all’interno del Pd e nei pressi del Pd». Ecco chi fa parte del direttivo provvisorio.

da Napoli, Giulio AF Buratti

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S’era visto sul palco dei centri sociali di “C’è chi dice No” a Piazza del Popolo, poi a Vicenza per celebrare dieci anni di No Dal Molin ma alcune settimane prima aveva rotto nella sua città con un pezzo del movimento per l’acqua, tra cui il settore legato ad Alex Zanotelli, commissariando l’azienda speciale del servizio idrico. Tutti a chiedersi che cosa farà da grande De Magistris, così come a suo tempo se l’erano chiesto per Landini. Ora una prima mossa conferma quello che tutti sapevano da tempo – il sindaco di Napoli cerca uno spazio nazionale – ma, più che semplificare il paesaggio, l’ex magistrato sembra renderlo più variopinto e labirintico. La sua Dema, l’associazione culturale nata oltre un anno fa  diventa movimento politico a tutti gli effetti con uno statuto nuovo e una segreteria politica proprio nelle settimane in cui si celebrano i congressi di Sinistra Italiana e Rifondazione comunista complicati a loro volta dall’irruzione sulla scena della possibile scissione del Pd di D’Alema, dai maldipancia di Bersani e, dalla parte opposta dalle voglie di Piano B di Fassina e Varoufakis e il tentativo dei sovranisti di sinistra, Eurostop, di consolidare una loro coalizione.

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La svolta organizzativa di DemA, che fa da preludio a un impegno alle prossime competizioni elettorali, in particolare in importanti comuni della città metropolitana e per la Regione Campania, è stata sancita ieri nel corso dell’assemblea dei soci riunita a Napoli, alla Domus Ars. Dema, di fatto, è già il primo partito al Comune di Napoli, con undici consiglieri comunali. Ma guarda – come ha spiegato oggi il sindaco partenopeo – oltre i confini campani per essere un movimento nazionale alternativo al sistema. Candidato alla segreteria è il fratello del sindaco Claudio de Magistris. A margine dell’assemblea de Magistris ha chiuso la porta ad ogni ipotesi di un suo coinvolgimento nella costruzione di un nuovo soggetto a sinistra che sorga dalle ceneri del Pd. «Sono profondamente onorato che più persone pensino a Luigi de Magistris e a DemA per quello che si sta agitando all’interno del Pd e nei pressi del Pd, ma non siamo interessati a questo tipo di progetto politico. Noi non siamo per le poltrone».

La composizione del coordinamento dà l’idea del progetto: ci sono i suoi fedelissimi (Piscopo, Clemente, Del Giudice, Panini, che sono peraltro esponenti della Giunta Comunale), ma è più interessante notare la presenza, tra gli altri, di Egidio Giordano (esponente del collettivo Insurgencia), Anna Fava (tra l’altro, una delle animatrici dello spazio dell’Asilo), Chiara Guida (già nel PRC), Josi Della Ragione (già sindaco di Bacoli), Mariano De Palma (esponente nazionale di ACT, vicina a Sinistra Italiana), Giuseppe Aragno, storico, già sindacalista CGIL. C’è persino Maria Caniglia, del movimento di area destra sociale “Nce simmo sfastediati” (Siamo Stufi).

Anche in interviste concesse a reti TV locali De Magistris continua a ribadire di non essere interessato a questa tornata elettorale nazionale, e questo sembra essere coerente con l’operazione politica che sta facendo sull’area metropolitana e sulla Regione Campania dove sta andando a pescare pezzi di ceto politico centrista, pezzi di vecchia Margherita.  Ma questo progetto avrà molto probabilmente una certa forza d’attrazione verso settori della “sinistra” della vecchia SEL e di SI.E’ un passaggio che oggettivamente si pone su una scena già affollata ma Paolo Ferrero lo accoglie con un certo ottimismo: «Siamo molto contenti per la scelta di Luigi de Magistris e delle compagne e dei compagni di demA di strutturarsi esplicitamente come soggetto politico non solo napoletano, ma anche nazionale. Con l’assemblea di ieri il campo complessivo della sinistra di alternativa si arricchisce di una voce significativa e originale, e non abbiamo dubbi sul fatto che le battaglie per rendere vivi i principi di equità e giustizia sociale sanciti dalla nostra Costituzione ci vedranno camminare fianco a fianco anche oltre la città di Napoli. Rivolgiamo quindi l’appello a demA: costruiamo insieme la sinistra di alternativa in tutta Italia».

«Oggi – ha detto de Magistris – si fa un ulteriore passo in avanti nella costruzione di un movimento politico: si approva lo statuto, ci si avvia a un’elezione degli iscritti che presumibilmente avverrà a giugno, con un coordinamento provvisorio. È un passaggio importante per un progetto politico di ampio respiro, oltre i confini napoletani». «Sarà un movimento completamente diverso dai partiti conosciuti fino ad adesso dal ‘900 – ha spiegato de Magistris – diverso anche dal Movimento Cinque Stelle. Vogliamo far convergere in un luogo tanti movimenti autonomi che da Sud a Nord del nostro Paese, e anche in Europa, stanno provando a dimostrare con i fatti che esiste un altro modo di fare politica». Fino a giugno il Movimento avrà un ufficio di coordinamento provvisorio «che eleggerà un segretario – ha detto il sindaco partenopeo – che dovrebbe essere Claudio de Magistris, poi a giugno si farà un’elezione per tutte le cariche del movimento». «Il movimento – ha proseguito – ritiene che in qualche modo io debba fare il presidente per avere un punto di riferimento». La prima sfida elettorale saranno le Amministrative in alcuni comuni della Provincia di Napoli. Almeno quattro o cinque i comuni in cui Dema lancerà la sfida. «Di sicuro Bacoli (con Josi Della Ragione, ndr), ma anche altri comuni che definiremo a breve», promette de Magistris. «E poi – prosegue – lanceremo la sfida a De Luca nel 2020 per le Regionali. Ma non in prima persona, perché io intendo sempre di più fare il sindaco di Napoli fino al 2021. Ma è evidente che un movimento politico che si vuole radicare si deve candidare a guidare la Regione Campania nel 2020, poi c’è tempo per vedere con quale programma, coalizione e candidato. Di sicuro – ha concluso – nel 2020 non saremo semplici cittadini che vanno a votare».