Vietato pisciare alla Sevel di Atessa: operaio costretto a farsela addosso. Il totalitarismo aziendale di Marchionne. Due interventi sui misfatti di Marchionne
di Marco Fars e Maurizio Acerbo
L’altro ieri un lavoratore alla SEVEL di Atessa (Ch) è stato costretto a urinarsi addosso perché gli è stato vietato di andare in bagno. Questo accade nello stabilimento più grande in Italia del gruppo FCA (ex-Fiat).
Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita, da condannare senza mezzi termini. Da molti anni nel gruppo FCA si assiste all’incremento di ritmi e carichi di lavoro al limite del sostenibile. Troppo spesso gli aumenti di produttività sono stati salutati come un fatto positivo, senza chiedersi come fossero possibili, ogni anno, aumenti produttivi da record.
Nei giorni scorsi la risposta è arrivata, di nuovo, dalla palese manifestazione delle condizioni che i lavoratori, loro malgrado, sono troppo spesso costretti a subire. L’arroganza aziendale si è spinta fino a costringere un lavoratore ad urinarsi addosso, dopo che per troppo tempo gli è stato vietato di recarsi in bagno. La produzione viene prima di tutto e perciò i lavoratori non possono permettersi nemmeno il “lusso” di espletare bisogni fisiologici normali per qualsiasi essere umano.
La capacità produttiva di un impianto come quello SEVEL, se non fosse in mano ad un arrogante finanziere come Marchionne, potrebbe essere utilizzata per redistribuire ricchezza alla collettività. Invece, arricchisce azionisti e Marchionne che investe negli USA e delocalizza in Serbia e Polonia. Ai lavoratori, invece, costretti a carichi e ritmi di lavoro insostenibili, non viene riconosciuta nemmeno la dignità umana.
La vicenda SEVEL ci ricorda l’importanza e la necessità di riportare la democrazia reale dentro e fuori le fabbriche: questo totalitarismo aziendale è il prodotto di anni di “riforme” del lavoro che hanno sottratto ai lavoratori diritti e tutele e accordi sindacali capestro accettati da sindacati “firmatutto”.
Questi sono i risultati della cancellazione dell’art.18 di cui porta la responsabilità il Partito Democratico, prima con il governo Monti, poi con il Jobs Act di Renzi.
Al lavoratore che ha subito questo grave episodio di fascismo aziendale manifestiamo la incondizionata solidarietà del Partito della Rifondazione Comunista, che si unisce alla lotta dei sindacati per l’affermazione dei diritti di tutti i lavoratori.
[Marco Fars, Segretario regionale PRC Abruzzo – Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC]
L’odore di piscio che accompagna Marchionne
di Giorgio Cremaschi
Il male e chi lo fa a volte vengono associati ad odori spesso disgustosi. La guerra e i potenti che la scatenano sono entrati nella memoria assieme all’odore del sangue,del ferro, della polvere da sparo, più recentemente a quello di benzina del napalm. I miasmi della terra dei fuochi emanano dai rifiuti sepolti dalla camorra, mentre i veleni che vengono dall’Ilva e che uccidono a Taranto sentono di carbone. Reale o simbolico il cattivo odore è spesso un segno di violenza e oppressione.
Che odore associare alla FCA di Sergio Marchionne ce lo dice quanto avvenuto alla Sevel in Abruzzo, fabbrica del gruppo dove migliaia di operai costruiscono furgoni che vengono venduti in tutto il mondo.
Come ha denunciato il sindacato USB, che per questo ha proclamato un sacrosanto sciopero, la dignità e la stessa fisiologia umana sono state offese in quello stabilimento. Un operaio alla catena di montaggio sarebbe dovuto andare con urgenza al gabinetto, ma il capo reparto glielo ha impedito. La produzione deve venire prima di tutto e se il corpo reclama le sue più elementari esigenze, ebbene il profitto aziendale conta di più. Così alla fine quell’operaio, quella persona che la sera dovrà tornare a casa dalla famiglia, dagli affetti, dalle persone con cui vive da cittadino del secolo ventunesimo, alla fine quell’operaio è stato costretto a farsela addosso.
Questo infame bullismo, questa offesa ai più inviolabili diritti della persona, non è solo frutto della prepotenza mascalzona di un ignobile capetto, ma è il risultato di un sistema che organicamente porta alla umiliazione dell’essere umano, alla cancellazione della sua stessa natura fisica. Poco tempo fa alla SATA di Melfi le operaie sono state umiliate da disposizioni aziendali che ledevano la loro biologia. Ovunque si verificano episodi nei quali le più elementari funzioni del corpo umano sono negate in nome della produzione a tutti i costi.
Il sistema di lavoro FCA è rigidamente gerarchico fino ai massimi livelli. L’obbedienza a tutti i gradini dell’organizzazione del lavoro è il principio guida, chi esegue è premiato, chi non lo fa viene punito. Dunque se alla Sevel non si può andare in bagno è perché così è previsto e ordinato nella catena di comando, passo dopo passo, fino a Sergio Marchionne. Che incassa cinquanta milioni all’anno per risultati conseguiti anche con questi metodi infami. Marchionne sa ed è il primo responsabile della umiliazione dell’operaio abruzzese.
L’imperatore romano Vespasiano affermò che il danaro non puzza. È vero, ma la puzza a volta si attacca a chi quel danaro lo possiede e Sergio Marchionne diffonde oggi un forte sentore di piscio, che speriamo disgusti sempre più.
Consigliamo di leggere l’inchiesta del PRC Abruzzo sul metodo Ergo Uas alla Sevel:
ERGO-UAS. LA METRICA DEL LAVORO CHE FA MALE
A me sembra che un’ora di sciopero sia veramente poco …