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Il Mentana-pensiero sull’Islam: allevare oggi il terrorismo di domani

Davvero non dovrei stare qui a perdere tempo sul post di Mentana, ma ho le dita che mi prudono talmente tanto che so che comunque non riuscirei a fare altro

da Göteborg, Monica Mazzitelli

Enrico Mentana

“E se gli islamici moderati non insorgeranno con enorme forza e chiarezza contro quest’orrore disseminato nei nostri anni, sarà inevitabile, sempre di più, identificare con la loro religione il nostro rischio” [Enrico Mentana, 24 maggio 2017]

“L’Islam moderato non si ribella ai cani rabbiosi dell’Isis” [Enrico Mentana, 2 luglio 2016]

un’idea fissa la sua

Non dovrei, davvero non dovrei, stare qui a perdere tempo a scrivere qualcosa sul post di Mentana, ma ho le dita che mi prudono talmente tanto che so che comunque non riuscirei a fare altro, davanti al computer.

Questo prima di tutto non è giornalismo stricto sensu, ma opinionismo. Mentana esprime una sua idea, quasi una proposta, a dire il vero, ed è questa: se ci saranno altri attentati senza che l’Islam moderato ci si schieri contro, faremo di tutta un’erba un fascio (anzi, un fascista, per citare Guzzanti). E viene da dire “E quindi? Poi che facciamo, li ammazziamo tutti? Radiamo al suolo mezza Africa, tutto il Medioriente e mezza Asia?”. Forse meglio riaprire i campi di concentramento, nuove filiali di Guantanamo nel mondo? Non è questione di trovare l’Islam moderato, ma di isolare quello terroristico. Anche solo numericamente, si fa molto prima. Poche migliaia contro milioni e milioni di persone che, per inciso, sono ben più incazzate di noi per questi attentati, dato che per la vecchia abitudine europea di fare di una religione un nemico, finiscono per essere marginalizzati, criminalizzati, impoveriti e se la passano molto peggio a causa di un pugno di fanatici con cui non hanno niente a che vedere.

Devo dire poi che l’appello alla “presa di posizione del mondo islamico moderato” è un po’ bizzarra. Come se io dovessi andare a chiedere scusa a una vittima del Ku Klux Klan spiegando che mi dissocio dalle loro pratiche nonostante si definiscano difensori del cristianesimo, o fare una mega manifestazione cristiana in solidarietà ai genitori di tutti i ragazzi ammazzati da Anders Breivik che li ha massacrati sparandogli addosso definendosi “salvatore del cristianesimo”. A nessuno verrebbe in mente di fare una cosa del genere perché (giustamente) non ci sentiamo chiamati in causa come “cristiani” se una persona con un forte disturbo narcisista della personalità (come è il caso di un attentatore che si fa saltare in aria) trova una scusa qualunque per fare una strage.

Bisogna viaggiare per il mondo e conoscere tutto il mondo islamico e tutte le sue versioni per capire di cosa si parla quando si parla di Islam. E se l’uomo comune della piccola borghesia italiana può avere la giustificazione di non sapere, così non è per qualcuno che ha passato un esame da giornalista, con la conseguente patente di conoscitore della Storia Contemporanea. Dovrebbe quindi anche sapere che la Germania nazista è nata da un popolo che è stato messo moralmente ed economicamente dai vincitori della Prima Guerra Mondiale, e che per questo motivo si è saldato al suo interno contro chi non era tedesco, ammazzando milioni di ebrei in quanto di religione ebraica, il che ha dato a sua volta nascita allo stato di Israele. Possibile essere così miopi, e così ignoranti? No, non è possibile secondo me. Infatti non si tratta di ignoranza ma di opportunismo populista. A Mentana fregacazzo della Storia, basta acquistare plauso.

Resta vero il fatto che abbia espresso quello che pensano in molti, senza dubbio; sicuramente il pensiero di chiunque abbia bisogno di una visione elementare e scomposta in fattori della realtà perché non ha voglia di fare la fatica di comprendere e apprendere ma fa prima a mettere un’etichetta sul tappo delle proprie paure di vita: povertà, insicurezza, debolezza, fragilità. Ma si può fare molto meglio di così. L’attentato terroristico di Stoccolma ha dimostrato che esiste un giornalismo di altissimo livello e anche un popolo che sa parlare di amore e fratellanza invece che sottolineare l’odio, lasciando fuori quel freddo a favore di un calore che si proclama “umanità”.

Chiudo con un’esortazione: attenti a criminalizzare un popolo per la sua religione, a generalizzare e semplificare per soffiare sull’odio razzista, ché prima o poi esplode e lo fa sul serio, e non sono più 20 innocenti a un concerto, ma centinaia di migliaia di persone.

2 COMMENTI

  1. Beh, Breivik e il Ku Klux Klan sono casi decisamente piú isolati in tempo e spazio che l’Isis, oltre a non aver mai condotto una vera guerra di religione. L’allontanamento di molti dal cristianesimo per la corruzione, la fame di potere, l’ipocrisia della Chiesa Cattolica é un dato di fatto.
    É successo cosí anche con i Partiti Comunisti se vuoi, soprattutto quello italiano, che non ha mai preso le distanze dall’imperialismo sovietico e con ció ha finito per alienarsi *da solo* e rinnegare se stesso. O la vecchia storia dei “compagni che sbagliano”.

    Voglio dire, in parte quello di Mentana é realismo: credo tutti troviamo naturale prendere una posizione chiara e forte se un gruppo organizzato compie delitti in nome nostro. Il fatto che IO non identifichi l’Islam con il terrorismo non toglie che sia piú difficile lottare contro la stupiditá e l’islamofobia in mancanza di una reazione convinta della comunitá musulmana a quella che é una guerra giá da un pezzo tra Isis e Occidente.
    Poi, io trovo piú interessante indagare il perché di questa mancanza. C’é ma é mediaticamente poco coperta? Davvero nessuno si sente preso in causa dopo l’ennesimo attentato in nome dello stesso dio? O si pensa cosí di poter ricondurre il terrorismo al “buon Islam” invece di alienarlo?

  2. Però vedi, il problema è che le risposte dal mondo islamico esistono, solo che non ricevono spazio mediatico. E non è semplice intercettarle perché al contrario di noi che abbiamo papi, cardinali e arcivescovi, l’islam ha una struttura diversa. Cercare il mondo islamico moderato che risponde è qualcosa di più complesso proprio per la struttura stessa dell’organizzazione religiosa dell’islam. Quando ci fu l’attentato a Stoccolma, moltissime persone di religione musulmana vennero intervistate, semplici persone, che erano lì a pregare su quella strada, a portare fiori. Ognuno secondo la sua coscienza.
    Ma il problema di questo post di Mentana è in un altro punto secondo me, ovvero quello finale… che cosa significa? O qualcuno ci chiede scusa o vi demoliamo? Nel senso: parla di una guerra su base religiosa? Se ci pensi, è una cosa gravissima.

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