Il Salto fa notizia: dalla Spagna al manifesto fino ad Adif: ecco chi parla del nuovo progetto di cui Popoff è fra i promotori
UNA BUONA NOTIZIA DALL’ITALIA da Saltamos.net
Una buona notizia dall’Italia. E’ nato un progetto-amico de El Salto in Italia. Con gli stessi principi di indipendenza dimostrabile, orizzontalità, proprietà collettiva e qualità giornalistica, un gruppo di giornalisti e giornaliste – “e non solo”- il 20 giugno hanno presentato una nuova cooperativa editoriale che porterà il nome de Il Salto https://www.facebook.com/ilsalto.net/?hc_ref=SEARCH&fref=nf . A partire da ora, queste parole che condividono il significato tra i due paesi, saranno anche associati a forme simili di capire la comunicazione: “Se si desidera partecipazione, creare partecipazione. Se si desiderano spazi di indipendenza e libertà di pensiero, che si costruiscano. Vogliamo essere il cambiamento che desideriamo. Insieme. Nuovi modi per nuovi media. Vogliamo un media differente che funzioni in modi differente. Cerchiamoli dal basso” hanno detto gli attivisti del Il Salto durante la sua presentazione.
Il 20 giugno, in uno spazio al completo, il progetto è stato lanciato nello spazio Sparwasser di Roma, con la partecipazione di Fernán Chalmeta de El Salto, che ha raccontato l’esperienza del progetto in Spagna. Mercoledì 21 Il Salto è stato presentato presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. “Qualità e rigore giornalistico sono irrinunciabili per un media autonomo e indipendente. Perché se il fine del progetto è la trasformazione sociale, la via per contribuire a questo obiettivo è il giornalismo collaudato e rigoroso, contenuti ben fatti, capaci di arriva ad un pubblico ampio, il più ampio possibile” hanno spiegato. Una media digitale dopo l’estate e, più avanti, una pubblicazione cartacea, una radio e contenuti audiovisivi.
La creazione de Il Salto in Italia apre una strada nell’esplorazione di forme di collaborazione e per avanzare verso la creazione “di un fronte europeo” che difenda una comunicazione differente basata su una forma differente di funzionare rispetto a quella dei media tradizionali. [traduzione di Marina Zenobio]
Arriva sempre un momento in cui non resta altro da fare che saltare
di Stefano Galieni/Adif
Che in Europa, ma soprattutto in Italia, si avverta il bisogno di una informazione diversa, o forse semplicemente di vera informazione, è qualcosa di banale, forse scontato. Per noi che come ADIF proviamo ad occuparci di un immaginario deteriorato continuamente da una maniera superficiale e strumentale di affrontare i temi che costituiscono la nostra “ragione sociale”, è raro incontrare approcci che sfuggano alle stereotipizzazioni. Approcci capaci di sottrarsi ad un racconto di stampo prettamente emergenziale e privo di profondità, necessari quanto urgenti per poter definire una società che sta cambiando di giorno in giorno. A volte, nel nostro piccolo, abbiamo provato a colmare alcuni vuoti. Si pensi, restando nell’attualità, a come abbiamo cercato di contrastare (continueremo a farlo), la marea di fango che è stata gettata addosso alle Ong che operano salvataggi in mare e a chiunque si renda colpevole del “reato di solidarietà” aiutando, con ogni mezzo, chi si ritrova profugo in Italia. Altre volte, spesso, abbiamo ospitato i contributi di collaboratrici e collaboratori che provano, nei loro ambiti, a marcare una differenza, a voler proporre un punto di vista meno schematico e meno utile ai discorsi delle classi dominanti. Ed è partendo da questo che ci sentiamo coinvolti nel progetto de Il Salto, presentato in questi giorni a Roma. L’idea come viene esposta nella presentazione e sulla pagina FB, è quella di creare un media completo, reale, capace di parlare a quella parte di paese che non ha luoghi in cui riconoscersi. Capace di farlo con rigore giornalistico, tramite un lavoro che punti sul valore del collettivo, su una orizzontalità praticata delle modalità organizzative, che entri a testa bassa in un mondo solo apparentemente saturo di informazione ma in realtà arido e omologato, mettendosi in gioco e richiedendo il contributo di tutte e tutti, riconoscendo le competenze altrui, volendole rispettare anche nella dimensione retributiva, riconnettendo un sapere diffuso che raramente riesce ad emergere o a trovare spazio. Di esperienze simili ce ne sono molte nel mondo, lo stesso quasi omonimo, El Salto, in Spagna, da cui questa proposta trae anche ispirazione, è riuscito ad imporsi divenendo uno strumento che vive in quanto finanziato dai lettori e dai sostenitori e in cui per i giornalisti è possibile rivoluzionare anche modalità di lavoro sovente causa di frustrazione. Il progetto è stato presentato graficamente il 20 giugno scorso ma diventerà operativo ad inizio di ottobre. Necessiterà di un consolidamento che potrà nascere solo dal lavoro, l’ipotesi che portano avanti i giornalisti che hanno avuto l’idea è quella di una direzione collettiva e di una redazione ampia, mobile, capace di definire nodi tematici e locali di intervento. Vogliono darsi almeno un anno di rodaggio ed hanno progetti ambiziosi. Ci hanno chiesto, come ADIF, riconoscendo il lavoro da noi svolto finora, di trovare insieme forme di collaborazione che senza snaturare l’autonomia di ognuno, crei sinergia e scambio. Troveremo le forme, sia perché molti di noi conoscono e stimano quanti hanno dato vita al progetto, sia per altre ragioni più concrete.
- C’è la necessità di un giornalismo indipendente, non di nicchia, ambizioso al punto da voler considerare l’Europa come proprio orizzonte ineludibile ma capace di calarsi nelle dimensioni territoriali, svolgendo inchieste, dando voce a chi è invisibile, ricostruendo un nesso fra le tante facce della realtà e la sua rappresentazione.
- I temi che trattiamo, come tante altre questioni sociali, hanno bisogno non solo di una nuova declinazione nel mondo dell’agire politico ma anche di una elaborazione culturale, di ridescrivere il mondo per quello che è e per quanto di questo produce solo disagio e infelicità
- Perché i tanti e le tante che si sono affacciate/i a questo progetto, sono portatori sani di un pluralismo critico e inevitabilmente ribelle al presente e ne “Il Salto” potrebbero produrre sia sintesi che elaborazione teorica complessa quanto utile a tradurre il mondo
- Perché occorre ricominciare a “parlare fuori”, utilizzando diversi e molteplici linguaggi, perseguendo l’obbiettivo di non adattarsi al presente e alle sue pulsioni dominanti. Anche fornendo risposte diverse e non scontate alle domande e alle paure che si agitano in questo paese che sta male, in questo continente che non gode di buona salute, è possibile produrre antidoti e anticorpi capaci di debellare la logica dell’imbarbarimento
- Sono personalmente convinto che se il vostro tentativo di “spiccare il volo”, (altro che salto), andrà a buon fine, grazie anche anche ad un impegno collettivo e permanentemente aperto ad ulteriori contributi, si potrebbero andare a coprire bisogni significativi e tutt’altro che minoritari e che la sfida, il vero “salto” da proporre sia nell’offrire una prospettiva meno chiusa e provinciale del mondo, a partire da quanto accade in un quartiere vicino fino agli angoli più lontani del pianeta ma poco interessata alle stantie dinamiche di “palazzo”.
Il progetto è ambizioso, certamente lontano dal quieto sopravvivere in cui ci si è da troppo tempo abituati a respirare. Per questo augurare buon lavoro e un affettuoso in bocca al lupo a voi significa farlo anche a noi stessi, ai nostri messaggi nella bottiglia che anche ne Il Salto troveranno un approdo.
Il Salto, la piattaforma del giornalismo cooperativo da ilmanifesto.info
Editoria. Sul modello spagnolo, a ottobre arriva anche in Italia un nuovo modo di fare inchiesta
“El Salto”, la piattaforma d’informazione di proprietà collettiva che in Spagna unisce 20 media indipendenti, avrà un equivalente italiano.
Il salto.net è un progetto di informazione cooperativa online che vedrà la nascita il primo ottobre. Dal 20 luglio sarà attiva una versione “promozionale”.
Il progetto: costituire una cooperativa editoriale che finanzierà inchieste attraverso il crowdfunding e si finanzierà attraverso bandi, progetti e fondi per l’editoria. Alla piattaforma parteciperà, tra gli altri, popoffquotidiano.it.
La redazione avrà sede nel coworking delle Officine Zero di Roma, come luogo di aggregazione ci sarà il circolo Sparwasser al Pigneto.
Il nuovo media cooperativo sarà gestito in maniera partecipativa. Lettori e simpatizzanti potranno votare anche la linea editoriale annuale.
L’idea è estendere alleanze a livello europeo scambiando con El Salto reportage e articoli sul modello di “Le Monde Diplomatique” e il manifesto.