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Esoterici e fascisti, chi erano i mostri di Firenze?

Nuove indagini sul mostro di Firenze. Una pista conduce all’ipotesi di una setta esoterica di fascisti. Sullo sfondo la strategia della tensione

di Gioele Dax

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Mostro di Firenze, una storia che riaffiora dagli anni 70 e 80. In questi giorni di canicola stagionale si è letta una notizia che a molti è sembrata enfatizzata dalla ricerca di notizie bomba estive che sovente in realtà rivelano delle bufale.

Parliamo delle nuove indagini e delle nuove piste sugli omicidi operati dal “Mostro” di Firenze negli anni ‘70 e ’80: in effetti, trattandosi di omicidi plurimi volontari e aggravati, il reato è imprescrittibile. Gli omicidi del Mostro in qualche misura si inserirebbero nella cosiddetta strategia della tensione di quel periodo. Le agenzie di stampa informano che è indagato tale Giampiero Vigilanti, il quale già venne perquisito nel settembre 1985, tre giorni avanti la prima perquisizione a Pietro Pacciani. Sembra fosse stato segnalato da alcuni vicini come possibile Mostro. Nella sua abitazione furono trovati alcuni ritagli di giornali sui delitti delle coppiette.

Nove anni più tardi, nel 1994, si legge ancora sui quotidiani, dopo una lite con un vicino di casa l’ex legionario fu perquisito una seconda volta e in casa i carabinieri gli trovarono 176 proiettili calibro 22 di marca Winchester serie H, gli stessi usati dal Mostro di Firenze. Gli accertamenti non portarono comunque a niente e Vigilanti venne scagionato. La Adn kronos riporta testualmente:

”Giampiero Vigilanti, 87 anni, originario di Vicchio del Mugello, conterraneo di Pacciani: la Procura e i carabinieri del Ros battono una nuova pista, che cerca contatti tra un estremista di destra e i personaggi già al centro del processo ai cosiddetti ‘compagni di merende’. Un ex legionario è indagato: si tratta, come riferisce il “Corriere Fiorentino”, di Giampiero Vigilanti, 87 anni, residente a Prato ed originario di Vicchio del Mugello (Firenze), che ha conosciuto Pietro Pacciani, il sospettato numero uno per i delitti delle otto coppie di fidanzati commessi nelle campagne intorno a Firenze fra il 1968 e il 1985. Vigilanti fu già perquisito nel settembre del 1985, tre giorni prima della perquisizione in casa di Pacciani. Ma Vigilanti non sarebbe il solo indagato in questa nuova inchiesta affidata dalla Procura di Firenze al procuratore capo di Pistoia, Paolo Canessa, l’ex pm fiorentino che da sempre cerca la verità sul mistero del killer delle coppiette massacrate. Sono state passate al setaccio le relazioni di Vigilanti con Pacciani, con un defunto imprenditore di origini tedesche a suo tempo investito dalle indagini e con Salvatore Vinci, ma anche con altri elementi delle destra più estrema. L’ipotesi – scrive l’edizione fiorentina di “La Repubblica” che dà conto dei nuovi sviluppi – è che ci siano stati contatti con la strategia della tensione e con la volontà di aumentare la pressione sulla Procura di Firenze che all’epoca indagava sugli attentati ai treni”.

L’ipotesi dei delitti del Mostro come elemento della cosiddetta strategia della tensione sembrerebbe fare a cazzotti con la realtà. Chi conosce le metodiche del Mostro di uccisione e di taglio con precisione quasi chirurgica delle parti intime delle vittime, praticamente pezzi di carne escissi come feticci, difficilmente può ritenerle come confacenti a delitti “politici” (tipo attentati e stragi sui treni e sulle piazze), anzi ne evidenzia l’aspetto paranoico rituale.

Eppure ci sono delle assonanze neanche troppo sotto traccia. Si parla in questo nuovo filone di indagine di un ex legionario e di ambienti di estrema destra. Chi è Giampiero Vigilanti? Nel 1952 entra nella Legione Straniera, combattendo in Vietnam e Algeria, dove si vantava di avere ucciso addirittura centinaia di nemici; un fatto effettivamente lo rende ancora oggi leggendario nella Legione: fu catturato, torturato dai vietnamiti e sepolto vivo, ma in circostanze rocambolesche viene salvato da altri legionari. Vigilanti vanta amicizie fraterne con moti nazifascisti, tra cui Rolf Reinecke, residente a Prato negli anni ’80. Sembra quasi la trama di un noir della serie africana di Grangè, che ben conosce le porcherie della Legione Straniera e dell’Armée di quegli anni ingarbugliate da strane commistioni esoteriche quasi stregonesche. Ma la realtà non è un romanzo, è ben oltre.

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Per certi aspetti alcuni dei macabri rituali del Mostro sono assimilabili a quelli di alcune stragi naziste commesse in Italia durante la Resistenza. Anzi scrive Selvatici su Repubblica:

“Colpisce in primo luogo l’efferatezza del delitto del Mostro del 14 settembre 1974. Stefania Pettini, figlia di un partigiano e attivista comunista, fu sorpresa in auto con il fidanzato Pasquale Gentilcore. Ucciso lui, l’assassino estrasse ancora viva dalla macchina la giovane donna e infierì su di lei con 96 coltellate e infine, in segno di estremo oltraggio, la penetrò in vagina con un tralcio di vite. Il suo corpo straziato ricordava quelli delle donne massacrate dalle SS di Walter Reder nel corso dell’eccidio di Vinca (24 agosto 1944). Alcune di loro erano state impalate e a una era stato strappato il bambino il feto che portava in grembo”.

E’ d’altronde ben nota e storicamente appurata l’appartenenza di non pochi ufficiali delle SS al nazismo magico in connessione a orrendi rituali. Inoltre un libro recente, Internazionale Nera di Andrea Sceresini, apre un potente faro di squarcio interpretativo su alcuni fenomeni mai trattati in precedenza: e cioè la sinergia tra nazifascisti, alcuni Legionari e riti esoterici. L’Internazionale nera per anni ha avuto una sede importantissima a Lisbona, sotto la copertura dell’Aginter Presse, a sua volta coperta dal regime fascista portoghese. Tutta la peggiore sozzura criminale fascista italiana, spagnola e francese ebbe rapporti con la Aginter Presse. Il vertice gerarchico dell’Aginter Presse era composto da ex legionari francesi spesso transitati nella famigerata OAS o da ex SS. Il capo della Aginter era Guérin-Sérac (alias Yves Guillou), forse oggi deceduto, il vicecapo era Jean Marie Laurent, ambedue già appartenenti alla Legione straniera e combattenti in Vietnam e Algeria. Altro pezzo da novanta di Aginter era Robert Henry Leroy, francese, ma arruolatosi nelle SS durante la II guerra mondiale. Sia Guérin-Sérac, sia Laurent che Leroy hanno avuto a che fare con la strage di Piazza Fontana del 1969 e con altre stragi per i loro legami coi fascisti italiani.

Nel libro di Sceresini si descrivono dettagliatamente i rapporti stretti tra Guérin-Sérac e l’Ordre du temple solaire, tramite il fascista belga Luc Jouret. L’Ordre du temple solaire era una famigerata setta esoterica tradizionalista. Una parte degli appartenenti a questa setta si suicidarono tra il 1994 e il 1995: 25 membri in Svizzera nel Canton Vallese in due incendi, altri 23 membri, tra suicidati e ammazzati a Cheiry, sempre nel cantone svizzero; 5 nel Quebec,; 16 in Francia nel massiccio del Vercors. I due leader della setta Joseph di Mambro e Luc Jouret furono trovati morti tra i 23 di Cheiry. Di rilievo resta il fatto che Guérin-Sérac, ufficialmente cattolico tradizionalista, era componente della setta esoterica neotemplare Ordre du temple solaire. E’ quindi assodato che pericolosi nazifascisti ex legionari erano al contempo membri di oscure sette esoteriche e compagni di merenda della strategia della tensione in Italia ordita a suon di bombe e di attentati. Peccato che gli archivi di Aginter Presse, sequestrati dall’esercito portoghese che cacciò i fascisti al potere, sono “evaporati”; qualcosa fu pubblicato dall’Europeo e dall’Espresso, il resto è finito o a Mosca o negli USA; sarebbe stato utile leggere i nomi dei legionari fascisti italiani collaboratori. Per tornare a bomba, si possono insomma perseguire insieme macabri rituali, che fanno anche da “cemento” all’interno della comunità settaria, e obiettivi fascisti (per conto terzi?) di destabilizzazione. Comunque Don Guillou, cioè Guérin-Sérac, partecipò nel 2006 al Foro Espiritual Estrella, un summit interconfessionale di vari movimenti settari, tra cui gli italiani della Ananda Marga, il cui nucleo storico italiano fu fondato da appartenenti veronesi ad Ordine Nuovo. Comunque una serie impressionante di persone connesse con gli omicidi del Mostro di Firenze sono state con gli anni suicidate o ammazzate; altre sono scomparse in circostanze misteriose. Si tratta di vicende difficilmente attribuibili a Pacciani e al suo nucleo di porci efferati di provincia, quanto piuttosto a una setta con elementi militari consistenti.

Un altro particolare di contorno di non poco rilievo era avvenuto in Toscana, a Viareggio, qualche anno prima, nel 1969: il rapimento/omicidio del bambino Ermanno Lavorini. Le piste perseguite nei primi anni furono l’omicidio post violenza carnale pedofila. La verità era un’altra, si era trattato di un rapimento, motivato dall’esigenza di una banda di giovani fascisti di fare cassa per la loro cellula eversiva. Per molto tempo ci fu invece una feroce campagna, montata a neve dalla stampa e dalla destra, contro gli omosessuali e “la sinistra che li difende”, che contribuì non poco all’imbarbarimento di una parte degli italiani verso la cosiddetta maggioranza silenziosa

Noi non sappiamo quanto sia foriera di sviluppi la nuova pista di indagine sul Mostro di Firenze, sappiamo solo che esiste un solito fondamento di pabulum e di circostanze nell’Italia di quegli anni, che hanno dei ponti solidi anche con l’Italia di questi anni.

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3 COMMENTI

    • e su cosa si baserebbe la sua affermazione Sig. Toronto?
      Visto che si parla male dei neri, debbono esser stati i rossi?
      Pensi che chi lo scrive è dichiaratamente di destra.
      E non vedo neppur di buon occhio le aperture odierne verso gli omossessuali.
      La strategia della tensione è esistita, per volontà americana a casa ns. attuato sul campo da estremisti di destra quanto di sinistra.
      Basta ipocrisie!

      • Concordo con Giuseppe M,
        ci fu una strategia specifica che non teneva conto di una ideologia o dell’altra, ma l’importante era “sbagliare con fragore” per spaventare, e che si prendessero la colpa i comunisti nostrani o i fascisti poco importa, l’importante era che l’elemento organizzativo superiore ne rimanesse fuori.
        Ad ogni buon conto, la vicenda del mostro di Firenze sembra discostarsi da qualcosa di strutturato per spaventare, anche perché la stampa nazionale se ne accorge al terzo omicidio che forse la cosa è seriale, e a dare retta agli inquirenti addirittura al quarto, a dodici anni di distanza. Prima di Baccaiano, per intenderci, la cosa era a metà fra il delitto di gelosia e il pazzo scriteriato. C’era già stata una vicenda simile, dalle nostre parti nel Chianti, nel 1973 di un tizio di cui non ricordo il nome che aveva sparato ad una coppietta in campagna, e la cosa si era risolta con l’arresto del tizio, il quale aveva dichiarato di essersi sbagliato e di aver creduto di vedere la moglie nell’auto con uno sconosciuto. Quando furono uccisi Stefania Pettini e Pasqualino Gentilcore nel 1974 tutti pensarono ad un delitto di gelosia, e la cosa rimase così fino al 1981, ben 7 anni senza dubbio alcuno. Un po’ fallimentare come “strategia della tensione”, se posso dirla tutta. Certo, potrebbe anche essere che i due fattacci, quello del 1973 e quello del 1974 abbiano “ispirato” qualcuno, ma è indubbio che inquirenti e stampa, nonostante i nomi altisonanti che sono girati e i “Superconsulenti” o “Superpoliziotti” continuino a brancolare nel buio ancora oggi, a riprova che la lepre corre forte.

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