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Potere al Popolo: a Roma La Messaggera. A Genova con i cronisti precari

Pap e la stampa: “La Messaggera del Popolo!”, sorella combattiva del noto quotidiano romano. E a Genova Potere al popolo si schiera con il sindacato dei giornalisti

 

Oggi, Potere al Popolo, la lista più oscurata mediaticamente di questa campagna elettorale ha distribuito 20mila copie di una free press autoprodotta nelle più importanti stazioni della metro della capitale. A Genova, i candidati di PaP hanno sottoscritto l’appello “Stop ai giornalisti autonomi senza diritti e sottopagati”. Un appello rivolto dalla Clan, Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della Fnsi, e condiviso dal direttivo dell’Associazione ligure dei giornalisti per “difendere il diritto sociale all’informazione libera e indipendente dei cittadini sancito dalla Costituzione”, richiamando l’attenzione sulle condizioni di precarietà del mercato del lavoro giornalistico nelle quali opera il 65% della categoria dei giornalisti italiani.

Sempre meno contrattualizzati, sempre esterni alle redazioni e pagati ‘al pezzo’, i giornalisti autonomi in Italia rappresentano “la dorsale dell’informazione italiana – come osserva la Clan – composta da professionisti precari, freelance che quotidianamente informano i cittadini dai consigli comunali, dalle aule dei tribunali, dalle periferie e dal Parlamento”. Gli stessi autonomi, precari, freelance, saranno sul campo nei giorni del voto per raccontare ancora una volta l’andamento di questa tornata elettorale. «Chiediamo un impegno a lavorare su temi quali l’emanazione del decreto con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi da parte del ministero della Giustizia, la piena attuazione della legge sull’equo compenso ai giornalisti lavoratori autonomi. Chiediamo inoltre di sostenere l’informazione digitale di qualità, contrastare la diffusione di fake news e combattere l’hate speech sempre più diffuso in rete». Sul tema dei compensi l’appello della Clan pone l’attenzione sulle cifre, spesso imposte “da editori – ricorda la Commissione –  o committenti forti, fortissimi; tanto che la possibilità di una trattativa tra le parti è del tutto assente: i compensi, spesso avvilenti o inaccettabili, vengono decisi unilateralmente dal datore di lavoro”. “Solo giornalisti – conclude la Clan – nelle condizioni di poter contrattare le proprie condizioni di lavoro ed indipendenti dal punto di vista economico possono garantire un’informazione accurata, autorevole e senza condizionamenti. Viceversa giornalisti sottopagati, sfruttati e ricattabili non possono garantire una cronaca davvero indipendente, né quel diritto di critica vitale per una società civile”.

Potere al Popolo aderisce all’appello del sindacato dei giornalisti liguri, «aderisce con tutte le sue energie – militanti e candidati – perché la battaglia per un’informazione con la schiena dritta la viviamo sulla nostra pelle visto che gli editori “forti” ci oscurano in campagna elettorale con la stessa logica con la quale, tra una votazione e l’altra, oscurano la voce di chi lotta, delle sue organizzazioni sociali, sindacali e politiche perché gli editori forti coincidono con i padroni del vapore, sono gli stessi soggetti che hanno ridisegnato in questi anni il paesaggio sociale e deteriorato i rapporti di forza e il senso comune. Aderiamo all’appello del sindacato ligure perché una stampa poco autonoma è stata in questi anni la punta di lancia nelle campagne che hanno alimentato le guerre fra i poveri, dalla costruzione della trappola del debito fino all’emergenza sicurezza, dall’enfatizzazione dei cosiddetti conflitti “orizzontali” (migranti vs nativi, residenti contro studenti, giovani contro vecchi) fino all’amplificazione acritica delle veline delle questure per coprire o distorcere la percezione degli abusi di polizia. Anche se uno dei nostri candidati al Senato è proprio un giornalista professionista e militante, Checchino Antonini (reporter di Popoff quotidiano e de L’Anticapitalista dopo essere stato redattore di Radio Città Futura, Avvenimenti e Liberazione) è l’intera lista a sottoscrivere l’appello perché non abbiamo foglie di fico, ossia candidati che fungano da specchietti per le allodole, per attirare consensi non in linea con il programma di Potere al Popolo che è stato scritto collettivamente da migliaia di persone in centinaia di assemblee in tutta Italia. Ci vediamo dopo il 4 marzo in piazza, nelle lotte. Come sempre».

Ecco La Messaggera del Popolo

 

«Avevamo detto che durante la nostra campagna elettorale avremmo dato voce a chi ha pagato la crisi e resiste, lottando, ogni giorno sul proprio posto di lavoro e nei territori – spiegano i promotori della lista e dell’iniziativa editoriale – quindi, a pochi giorni dall’appuntamento elettorale del 4 marzo, abbiamo scelto di dare voce a chi di solito non ce l’ha. Se non fanno notizia le centinaia di assemblee in tutto il territorio nazionale che hanno comportato l’attivazione e l’unione ci tantissimi e tantissime giovani e meno giovani che hanno deciso di mettersi in gioco… la notizia la diamo noi! Abbiamo perciò stampato La Messaggera, ovvero la sorella combattiva del noto quotidiano, e abbiamo scelto che fosse donna perché le donne sanno bene – soprattutto nel nostro paese, ancora profondamente maschilista – che soltanto alzando la testa possiamo recuperare i diritti che ci vogliano sottrarre. Molti i temi affrontati all’interno de La Messaggera, dal diritto alla casa alla lotta per un lavoro dignitoso, all’impegno per la cultura e l’ambiente… tutte tematiche che portiamo avanti ogni giorno sui territori, e sopratutto, che i nostri candidati portano avanti impegnandosi quotidianamente per un mondo più giusto».

Uno dei mille eventi oscurati: il processo alla Legge Fornero

Lo spot televisivo di Potere al Popolo!

 

 

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