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Yo decido. L’aborto in Spagna riguarda tutte

1 febbraio, donne spagnole a Madrid sostenute da manifestazioni europee. E’ la campagna «Porque yo decido» per il diritto all’aborto.

di Marina Zenobio

 Yo decido

1 febbraio 2014: da Madrid a Roma, Milano, Firenze, Siena, Pistoia, Reggio Calabria, Cosenza passando per Tolosa, Marsiglia, Bruxelles, Londra, Budapest, Lubjana… la marcia delle donne europee a fianco delle sorelle spagnole e per la difesa del diritto di abortire

Comincia a prendere forma la solidarietà delle donne europee nei confronti delle sorelle spagnole in lotta contro la proposta di legge Gallardón che praticamente “garrota” la legge sull’aborto introdotta nel 2010 dal governo Zapatero.

Il 1 febbraio le donne spagnole si concentreranno a Madrid per consegnare al Parlamento l’appello/documento “Porque yo decido” con il quale esigono il ritiro della proposta di legge Gallardón. Il testo dell’appello è stato tradotto in sette lingue, rimbalzato sui social network di mezzo mondo ha fatto diventare la data del 1 febbraio un punto di riferimento per molte donne europee.

Associazioni e comitati femminili e femministi francesi, tra cui “Osez le féminisme”, dopo una prima iniziativa a Tolosa ha lanciato altre due manifestazioni in solidarietà con le donne spagnole. A Bruxelles il 29 gennaio alle l7 ci sarà una marcia che dalla sede dell’ambasciata spagnola (19 rue de la Science) arriverà sotto il parlamento europeo. Altre manifestazione sono in programma il 1 febbraio anche a Marsiglia, a Budapest, a Londra dove alle 13 partirà un corteo da Charing Cross fino a Hungford Bridge, e l’idea di un presidio davanti l’ambasciata di Spagna sta prendendo corpo anche a Lubjana, in Slovenia.

Per quanto riguarda l’Italia stanno arrivato copiose le risposte, di associazioni e comitati femminili e femministi, all’appello per una mobilitazione italiana a fianco delle donne spagnole lanciato dalla neonata rete “Women are Europe” creata dopo la bocciatura, avvenuta a dicembre in sede di Parlamento europeo, della Risoluzione Estrella che chiedeva di rendere l’aborto legale e sicuro per tutte le donne dell’Unione.

Prendiamo e rilanciamo dal loro sito (womenareurope.wordpress.com) gli appuntamenti del prossimo 1 febbraio:

. ROMA: piazza di Spagna, ore 15.00, per dirigersi sotto l’Ambasciata spagnola

. MILANO: via Fatebenefratelli 26, dalle ore 14.00, sotto il Consolato spagnolo

. FIRENZE: via de’ Servi 13, orario da definire, sotto il Consolato spagnolo

. SIENA E PISTOIA: arriveranno a Firenze con il “vagon de la libertad” per unirsi alla manifestazione al consolato

. REGGIO CALABRIA: c.so Garibaldi, di fronte al teatro Cilea, alle ore 16.30

. COSENZA: assemblea pubblica per parlare della legge spagnola e libertà di scelta delle donne

Come è evidente dalle reazioni le donne europee sono sempre più consapevoli che il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) non si può dare mai per definitivamente acquisito, le donne europee puntano sì gli occhi sul Madrid guardando però anche agli attacchi in casa propria. In Svizzera, per esempio, sull’onda della proposta Gallardòn, gli antiabortisti vogliono un referendum con cui chiedere ai cittadini di esprimersi sulla giustezza che l’intervento di Ivg venga rimborsato dall’assicurazione sanitaria pubblica.

In Italia, a casa nostra, il diritto della donna ad interrompere gravidanze indesiderate è regolato dalla legge 194 del 1978. Nel corso degli anni nonostante innumerevoli attacchi la 194 ha retto ma, nella pratica, la sua applicazione è messa costantemente a rischio dall’altissima percentuale di ginecologi del servizio sanitario pubblico – circa il 70% – che si dichiarano obiettori di coscienza.

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