Le donne della rete nazionale #maipiùclandestine hanno ufficialmente lanciato la loro Campagna in difesa della legge 194. Sabato corteo.
di Marina Zenobio
Con un sit-in a Roma, in Piazza del Popolo, le donne della rete nazionale “#maipiùclandestine” hanno ufficialmente lanciato la loro Campagna in difesa della legge 194 e contro la carenza nelle strutture sanitarie pubbliche di medici non obiettori. Una battaglie che si concentra, appunto, sulla richiesta della piena applicazione della legge sull’aborto conquistata nel 1978. “Il problema – dicono le “#maipiùclandestine” – non è la legge quanto la sua difficile applicazione, dato il numero elevatissimo di medici obiettori di coscienza – ben 7 su 10 – nel sistema sanitario pubblico”. In Italia ormai sono pochissimi i medici che garantiscono l’applicazione della 194, i non obiettori sono così pochi che spesso non fanno altro che praticare aborti.
“Tra 10 anni, quando questa classe medica sarà in pensione, la 194 sarà completamente inapplicabile” sostengono le manifestanti. La carenza di medici non obiettori sta in pratica impedendo l’applicazione della 194, mettendo le donne in pericolo, costringendole ad una lunga e dolorosa ricerca di una struttura disponibile all’interruzione di gravidanza, o peggio, ricorrere all’aborto clandestino.
Mentre le “#maipiùclandestine” manifestavano in Piazza del Popolo un’altra rete, quella che raccoglie sotto lo slogan di “#IoDecido Verso l’#8Marzo” diverse realtà, strutture e associazioni non necessariamente solo di donne, organizzava nel quartiere del Pigneto dei flash-mob davanti ad alcune farmacie accusate di rendere difficoltoso l’ottenimento della pillola del giorno dopo.
Sotto attacco resta sempre l’autodeterminazione delle donne. Motivo più che valido perché, il prossimo 8 marzo alle ore 15, le due Reti si uniranno per una manifestazione a Roma. Una manifestazione con corteo non rituale perché avrà un percorso insolito: partirà in fatti da una zona decentrata, come Piazza dei Condottieri, adiacente a via Prenestina, per arrivare al Policlino Umberto I.
Scrivono le organizzatrici: “Partendo dalla parola d’ordine “io decido” vogliamo opporci all’obiezione di coscienza che mina internamente la legge 194, vogliamo che ospedali pubblici e consultori vengano sostanzialmente rifinanziati. Siamo pronte e pronti a manifestare per avere pieno accesso alla RU486 e alla pillola del giorno dopo, per affermare la libertà di scelta sul parto, sull’aborto, sulla nostra sessualità e sulle nostre vite”.
Pur restando l’8 marzo la giornata che tradizionalmente ricorda e rivendica le battaglie e l’autodeterminazione delle donne, nelle intenzioni delle Reti #IoDecido e #maipiùclandestine, c’è la volontà di trasformare questa giornata anche in un momento di espressione e manifestazione di tutte e tutti donne, uomini, gay, lesbiche, trans, queer, intersex, migranti, chi lotta per la casa, il lavoro, il reddito, contro le grandi opere e i Cie. La manifestazione non sarà infatti separatista.