Istruzioni per l’uso della Ru486 dopo la firma di Zingaretti alla delibera che migliora, ma non troppo, l’accesso alla somministrazione del farmaco.
di Marina Zenobio
Parliamo di pillola abortiva RU486. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato martedì scorso una delibera che amplia le modalità per l’interruzione volontaria di gravidanza negli ospedali del Lazio mediante la somministrazione della pillola Ru486, ma le donne di questa regione che speravano nel “modello” toscano rimarranno deluse e dovranno “accontentarsi” di quello emiliano ed umbro. Vediamo perché.
La RU486 in Toscana è già disponibile senza ricovero ordinario o day hospital. Il Consiglio sanitario della regione Toscana, che affianca l’assessorato alla salute, ha infatti deliberato, i primi di marzo, che le donne che vogliono interrompere la gravidanza potranno farlo assumendo la pillola abortiva direttamente nei consultori o poliambulatori, restare nella struttura sanitaria per due ore di osservazione, tonare due giorni dopo per la seconda dose del farmaco e ritornare due settimane dopo per una visita di controllo.
Nel Lazio, invece, pur essendo migliorativa rispetto alla normativa precedente secondo la quale l’interruzione volontaria di gravidanza tramite RU486 prevedeva il ricovero ordinario di 3 giorni, il provvedimento appena approvato dal Consiglio regionale stabilisce che il trattamento farmacologico potrà avvenire anche in day hospital. Sarà comunque il medico che prende in carico la paziente, a decidere se estendere o meno la durata del ricovero.
La delibera, preso atto dei dati, stabilisce quindi che l’assunzione della RU486 può essere effettuata anche in day hospital seguendo tre fasi ben definite: il primo prevede l’accesso e la pre-ospedalizzazione, il secondo avviene con il controllo degli esami e la somministrazione del farmaco, il terzo con i controlli clinici. La visita ambulatoriale finale, invece, deve avvenire entro 21 giorni dalla prima somministrazione del farmaco.
Anche questa modalità di interruzione volontaria della gravidanza dovrà, comunque, fare i conti con l’alta percentuale di obiettori di coscienza nelle strutture pubblico e ricordiamo, come già scritto su queste pagine, che poche settimane fa lo stesso Consiglio d’Europa, relativamente alla Legge 194, ha bocciato l’Italia per violazione dei diritti civili delle donne che scelgono di abortire, ponendo continui ostacoli burocratici e obiezioni di coscienza ad una scelta personale già di per sé molto difficile.