Sotto attacco del Vaticano il progetto ‘La scuola fa differenza’, ideato da Scosse e Archivia per una formazione ‘altra’ degli insegnati d’asilo
di Marina Zenobio
Il bruco, La mongolfiera, il Castello incantato, I bimbi dell’arcobaleno, Le marionette, L’albero dei bambini, La torta in cielo.. sono alcune tra scuole dell’infanzia e asili nido selezionati dal Comune di Roma (Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità) con l’intento di offrire alle insegnanti un corso di aggiornamento professionale che ha, come obiettivo, “l’analisi, la decostruzione e il superamento degli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini”. E’ il progetto “La scuola fa differenza”, ideato e realizzato dall’Associazione di promozione sociale Scosse (Soluzioni Comunicative Studi e Servizi Editoriali), con la partecipazione di Archivia (Biblioteca Archivi Centri Documentazione delle donne), che coinvolge un totale di 16 istituti attraverso un programma di 176 ore di insegnamento, articolate in un ampio percorso laboratoriale, basato sullo scambio e sulla co-costruzione dei saperi, per combattere i pregiudizi su “come sono” e “cosa piace” ai maschi e alle femmine, pregiudizi inconsapevolmente assunti e trasmessi dal corpo docente e spesso presenti anche nelle immagini e nei testi dei libri letti nelle classi. “Questi stereotipi con il tempo creano condizionamenti negativi, influenzando il futuro scolastico, la scelta della professione e la vita personale dei bambini e delle bambine” per questo è fondamentale cominciare fin dall’asilio nido la costruzione di una cultura “altra”, che renda la “differenza” tra maschietti e femminucce una risorsa e non un fonte di discriminazioni.
A “qualcuno”, però, questo progetto proprio non piace e ha scatenato una “caccia alle streghe” nei confronti delle organizzatrici, tipica di quella chiesa cattolica, retrograda e inquisitrice, ben rappresentata dal Vicariato e dalla destra. A partire dal Movimento Politico Cattolico di “Militia Christi” che ha scritto un farneticante appello alle e ai presidi delle scuole interessate accusando che tra gli obiettivi del progetto c’è «l’educazione sessuale, teoria e pratica, in bimbi dai 2 ai 6 anni, nonché un dichiarato indottrinamento contro la famiglia naturale, con le relative figure e ruoli di padre e madre, a favore di una concezione omosessualista della coppia». Se non fosse grave questa ingerenza di “Militia Christi” nella scuola pubblica, verrebbe da sorridere pensando ad “orgette” di bambine/i tra biberon e pannolini! Epperò ce ne è di altro.
Il direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica del Vicariato, Don Filippo Morlacchi, prima in un suo articolo sul sito informativo della Diocesi di Roma poi in una intervista a Radio Vaticana, ritiene che l’idea di fondo del progetto “La scuola fa differenza” è quella «di instillare nei bambini piccoli queste idee (le tematiche gender) per produrre un cambiamento culturale». Ma, lasciatemelo dire, vivaddio! magari ci si riuscisse a produrre un cambiamento culturale di questo tipo, renderebbe sicuramente la nostra una società migliore. Un decisione dettata da «furore ideologico», l’ha definita al quotidiano “Avvenire” Gianluigi De Palo, ex Acli, ex assessore alla famiglia quando sindaco di Roma era Alemanno, e ripreso dal portale di informazione cattolica “I Tempi”. «Un progetto – secondo De Palo – che vuole imporre alle famiglie le priorità educative per i loro figli, pretendendo di parlare dei temi delicatissimi della sessualità a bambini di pochi anni».
In una lettera di risposta a numerosi attacchi a mezzo stampa al loro progetto, le donne di Scosse e Archivia si dicono «stupefatte dalla quantità di interpretazioni che distorcono totalmente il progetto e le sue finalità: costruzione dell’identità di genere; sviluppo della libera espressione della personalità nel rispetto degli altri/e e delle differenze individuali; parità donna-uomo; pluralità dei modelli familiari e dei ruoli sessuali; contrasto al sessismo della lingua e nella cultura italiana; lotta all’omofobia, al bullismo e a ogni forma di violenza sulle donne» obiettivi che, tra l’altro, rientrano anche nelle Linee guida espresse e ribadite dal Consiglio d’ Europa e dall’Unione Europea.