Tendopoli dei Sem Teto in un terreno occupato a San Paolo per gli sfollati delle favelas. Almeno 9 morti nei cantieri e moltissimi i feriti.
di Marina Zenobio
Inaugurata sabato scorso, alla periferia di San Paolo, la “Coppa del Popolo” con l’occupazione di un’area di 150 mila metri quadrati di terra abbandonata da 28 anni e sulla quale, in meno di due giorni, sono state montate più di 2500 tende che ospitano, almeno per ora perché si aspettano nuovi arrivi, oltre mille persone.
L’occupazione, nata da una iniziativa del “Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra” MST (Movimento dei lavoratori rurali senza terra) , è situata a circa quattro chilometri dal grandioso stadio Arena Corinthians-Itaquerão di San Paolo che, il 12 giugno prossimo, ospiterà la prima partita dei mondiali di calcio. Solo per la sua ristrutturazione lo stato brasiliano ha speso oltre un milione di euro ma, complessivamente, per tutte le infrastrutture ritenute necessarie ad ospitare i mondiali di calcio anche su richiesta della Fifa, il governo guidato dalla presidente Dilma Rousseff ha investito circa 9 miliardi di fondi pubblici, sottraendoli a molte emergenze del paese tra cui quelle abitative e sociali.
E non è solo questo. Gli abitanti di molte favelas vicine agli stadi interessati dai mondiali, sono state cacciate con la forza dalle loro case poi demolite. Ci sono stati anche morti e molti feriti durante le operazione di “pulizia” e alle famiglie rimaste senza casa non è stata offerta alcuna alternativa. L’unica alternativa è stata l’occupazione che è in corso e che non sarà l’unica. Il Movimento ha già anticipato che ne prossimi giorni ci saranno altre tre grandi occupazioni su tutto il territorio brasiliano.
Intanto, per le massacranti condizioni di lavoro, continuano a morire gli operai impegnati nella costruzione/ristrutturazione degli stadi-palcoscenico del grande evento. Man mano che si avvicina il 12 giugno, la pressione sui lavoratori per completare in tempo le infrastrutture è alle stelle, arrivando anche l’obbligo di 18 ore di lavoro senza pause. Il risultato è che finora, dall’inizio dei lavori, sono morti ufficialmente 9 operai e decine sono i feriti.
L’ultimo incidente fatale è avvenuto il 1 aprile proprio nell’Arena Corinthians di San Paolo, dove il 23enne Fabio Hamilton da Cruz è morto cadendo da 8 metri menta lavorava al montaggio di una gradinata. Un giudice aveva immediatamente imposto la chiusura parziale dell’opera ma, pochi giorni dopo, il ministero del lavoro ha autorizzato senza se e senza ma la ripresa dei lavori perché lo stadio deve essere pronto per la grande kermesse.
A febbraio era morto Antonio José Pita Martins di 55 anni. Un pezzo di smontaggio si è staccato dalla gru, è precipito ha colpito in pieno l’operaio uccidendolo. Questo avveniva nello stadio Arena da Amazonia, a Manaus, lo stesso dove aveva perso la vita alle quattro del mattino del 14 dicembre 2013, Marcleudo de Melo Ferreira, 22 anni, precipitando da una impalcatura di 35 metri.
Lo stesso giorno, sempre a Manaus, mentre lavorava alla costruzione di uno dei Centri accoglienza che integrano il complesso delle strutture per il campionato di calcio, moriva per infarto, a 49 anni, Josè Antonio da Silva Nacimento.
E ancora il 28 marzo del 2013, sempre nello stadio di Manaus, moriva per trauma cranico dopo una caduta da 5 metri, il 49enne Raimundo Nonato Lima da Costa. Il 27 novembre, di nuovo nello stadio del club Corinthians, meglio conosciuto come “Itaquerão”, la caduta di una gru provocava la morte degli operai Fabio Luiz Pereira di 42 anni e Ronaldo Oliveira dos Santos di 44. Per blocco cardio-respiratorio moriva, il 19 luglio 2012 mentre lavorava alla costruzione della Minas Arena di Belo Horizonte, Abel de Olivera di 55 anni.
Il primo operaio ad aprire questa tragica lista l’11 giugno del 2012, è il giovanissimo José Alfonso de Oliveira Rodriguez, 21 anni, caduto mentre lavorava a 30 metri di altezza nella struttura dello Stadio Nazionale di Brasilia dedicato al grande Mané Garrincha.
Il Sindacato dei lavoratori delle costruzioni civile di San Paolo (Sintracon-SP) ha più volte denunciato che la Fifa sta facendo pressione sul governo brasiliano affinché tutto sia pronto per l’inaugurazione della World Cup 2014, il governo fa quindi a sua volta pressione sulle imprese edili che, a loro volta, scaricano queste pressioni sugli operai sottoponendoli a condizioni e ritmi di lavoro massacranti, fino alla morte.
Non può quindi sorprendersi Dilma Rousseff – e il suo Partito dei Lavoratori che il 3 maggio l’ha ri-candidata alle prossime elezioni presidenziali -, se la sua popolarità è in calo e la conferma del suo incarico molto a rischio.