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Napoli, i palazzi vuoti rendono più di quelli abitati?

Da dieci anni una Asl lascia vuoto uno stabile. I senzacasa lo occupano, la polizia prova a sgomberare, non ci riesce e una telecamera si becca un cazzottone.

da Napoli, Ercole Olmi

Napoli, i palazzi vuoti rendono più di quelli abitati?

Un premontato di immagini girate dal noto videomaker Nicola Angrisano, ieri sera coi telefonini a Materdei, a Napoli, sul tentato sgombero di una sessantina di senza casa che hanno dato vita all’occupazione di uno stabile. In particolare viene segnalato al secondo 16 il funzionario di piazza che conta i tre annunci per lo sgombero. Al minuto 1:08 si vede un funzionario della questura che nota la videocamera dell’operatore, la mira e poi la colpisce con un cazzottone. Al minuto 4.50 l’uomo sta mettendo le mani davanti alla tronchese e, al minuto 5.29, dopo una trattativa con la polizia, esce una donna al sesto mese di gravidanza che si era sentita male per la tensione, dopo un’ora e mezza di assedio.

Due ore di assedio, tanto è durato il tentato sgombero della nuova occupazione della campagna “Magnammece o pesone”, (Il “pesone” è l’affitto in napoletano) con nove famiglie e altri 14 giovani precari e disoccupati a Materdei. «Un palazzo in Salita San Raffaele 20, che fu donato “all’ASL napoli centro” col vincolo di aprirvi una casa per anziani e che da oltre un decennio è la barzelletta amara del quartiere: periodicamente ne viene annunciata l’apertura, ma è solo l’occasione per spendere denaro pubblico per lavori che poi vengono puntualmente interrotti. Per non parlare degli oltre diecimila euro che vengono pagati dalla stessa ASL ogni mese per la società di vigilanza privata che da un decennio, 24 ore al giorno, fa la guardia al bidone di un palazzo vuoto!!», scrivono in un comunicato gli occupanti e gli attivisti dei movimenti accorsi all’annuncio dello sgombero.

Dopo aver cambiato versione dei fatti piu volte nella giornata, il direttore generale dell’ASL Esposito avrebbe preteso uno sgombero immediato. Erano le 19 quando hanno fatto la comparsa sulla scena i reparti celere e quasi subito, dopo i rituali tre annunci è partito il tentativo di fare irruzione nella struttura. Dallo spazio 081. dov’era in corso un’iniziativa contro la malapolizia, e da altri luoghi di movimento, sono accorsi parecchi attivisti per documentare quanto stava accadendo.

Per quasi due ore hanno cercato di aprire i cancelli o di fare irruzione da altri ingressi laterali senza riuscirci dopo aver spostato con la forza le persone che si frapponevano all’esterno. Un incredibile spiegamento di forze contro persone che semplicemente rivendicano il diritto alla casa. «Se l’operazione non è riuscita – viene spuegato dai militanti – è stato senz’altro per la rabbia e la disperazione di tanti occupanti che hanno scelto di rischiare mettendo addirittura le dita e i piedi davanti all’uso delle tronchesi e dei flex dei pompieri e soprattutto per l’apporto crescente di persone in strada in solidarietà.

Anche tante famiglie del quartiere e di Salita San Raffaele in particolare sono intervenute a partire dalle donne che sono salite sulle proprie auto per contestare con forza l’intervento della polizia. Un assedio francamente ossessivo e insensato, che metteva in grande tensione i minori presenti nella struttura e costringeva una donna al sesto mese di gravidanza a ricorrere all’intervento dell’ambulanza. Alla fine la Questura ha desistito decretando una strana tregua che non sappiamo fino a quando reggerà». I movimenti per la casa ribadiscono che le motivazioni dell’ASL sono strumentali per riprendere a usare il palazzo come luogo degli sprechi, come è stato per anni, sfruttando e lucrando su anziani e disabili. Si chiede chiarezza sull’ingente flusso di denaro pubblico di tutti questi anni e la fine dell’emergenza abitativa.

A Napoli l’ASL spende un milione di euro di security privata per tenere vuoto per anni un palazzo. In Gran Bretagna fittano uffici e palazzi non in uso per cifre molto basse, evitando di spendere per vigilanza e permettendo a persone con ridotta disponibilità economica di avere una casa. «Sono più furbi o meno maneggioni??», si domanda l’attivista che ha postato quest’informazione in rete?

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