I primi exit poll danno la sinistra anti austerity al 30%, sei punti sopra la destra ‘democratica’. Dall’altra parte della crisi, in Germania, vince la Merkel e in Francia si afferma la Le Pen
di Checchino Antonini
#EP2014 Exit poll | European elections: SYRIZA 26-30% ND (nuova democrazia) 23-27% GD (Alba dorata) 8-10%. Questi i primi exit poll dalla Grecia secondo Kathimerini English, il quotidiano in inglese che viene distribuito ad Atene. Dall’altra parte della crisi, dalla Germania, le stime pubblicate dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung dicono che la Merkel supera il 36%, l’Spd avrebbe mezzo punto in più del 27%, i verdi si attestano attorno al 10% e la Linke, la sinistra (checché ne dica l’inviato di Repubblica), viaggerebbe intorno all’8%. La Merkel cala di poco, sale l’Spd dopo il maquillage di Schultz che ha provato a dare corpo all’idea che l’austerity andrebbe temperata. Se uno non sapesse il ruolo dei socialdemocratici nelle politiche di guerra, precarizzazione e austerity, questo pacioccone tedesco sembra un sessantottino a paragone coi suoi compari italiani. Su scala europea, secondo i dati forniti dal Comitato elettorale russo, PPE 38%, S&D 35%, ADLE 31%, Verts 25%, GUE 24%, NI 18%. Stime sui seggi: Ppe 211 seggi, Pse 193.
Ovunque ci sarebbe un’avanzata poderosa degli euroscettici, dei fascistoidi e dei populisti, eccetto che in Germania dove in pochi hanno motivi di lamentarsi della Troika. Per adesso. E alle 23 inizia anche in Italia il ballo degli exit poll. Le cifre si rincorreranno per un po’, qualcuno forse le piloterà per addomesticare eventuali risultati indigesti (ricordate Emilio Fede o, ancora, lo stillicidio di cifre alle regionali del 2005?).
Per ora ci sembra di capire che “vinciamo noi”, il ritornello grillino, sia un programma di medio o addirittura a lungo termine. Il Pd, il principale interprete dell’austerity in Italia, sarebbe saldamente in testa, seguito da un ragguardevole risultato del seducente milionario ex comico capace di attirare voti dall’estrema destra, dall’estrema sinistra, dall’estremo centro e comunque dai settori rancorosi di una società ormai polverizzata. Ma meno delle politiche visto che la Lista Tsipras, con molto meno attenzione mediatica, potrebbe essere riuscita nell’intento di superare la barra del quorum, probabilmente incostituzionale, che Veltroni per il Pd e altri faccendieri del calibro di Bisignani per l’altra destra, fissarono al 4% proprio per complicare la vita alla sinistra antiliberista italiana.