Con un blitz all’alba la Digos sgombera il Buridda, centro sociale genovese occupato dal 2003. Le prime testimonianze e commenti.
di Ludovica Schiaroli
Genova. Blitz all’alba per sgomberare il centro sociale Buridda di Genova, a quanto pare all’insaputa del Comune, hanno fatto sapere con un comunicato stampa dall’ufficio del vicesindaco che “siamo stati informati solo questa mattina che ci sarebbe stato lo sgombero – ha dichiarato Bernini – ma in realtà, sul Buridda e sulla necessità di evacuarlo, c’è stato un lungo percorso di contrattazione con gli occupanti”. Finito a quanto pare male.
Sull’edificio occupato dal 2003 pendeva da due anni un provvedimento di sequestro ma quello che sembra avere fatto sbloccare “la pratica” sia stato l’arrivo di potenziale acquirenti per l’immobile. E’ sempre il vicesindaco Bernini a dare spiegazioni e a raccontare che finalmente dopo due aste andate deserte l’edificio sembrerebbe avere trovato un compratore, quindi entrerebbero un po’ di soldi nelle casse sempre più vuote del Comune.
Nella tarda mattina intorno alla ex facoltà di economia di via Bertani c’era un gran traffico di polizia, almeno stando ai primi racconti di chi era presente allo sgombero: una decina di camionette della polizia e una cinquantina di agenti della Digos, via Bertani chiusa e il traffico intorno in tilt, ma la situazione è rimasta tranquilla.
Il tam tam dello sgombero è subito partito via facebook, fra le prime voci quella di Domenico Chionetti di San Benedetto: “Nel 2003 ero fra quelli che ha occupato lo spazio sociale Lsoa Buridda, dopo circa un paio d’anni andammo a processo in 7 persone, tra cui il sottoscritto. Poi finimmo assolti e tutto commutato con una multa e reato amministrativo. Questa di oggi è una giornata frustrante, in questo momento il furgone della Comunità San Benedetto al Porto è in uso per trasportare la grande quantità di materiale della Buridda. Quando uno spazio occupato prima abbandonato poi vivificato viene sgomberato quello che di solito succede è che un altro ne viene occupato…questo è il mio personale auspicio. Questo è uno di quei momenti dove manca la voce e non solo di Don Gallo un vuoto difficile da colmare, ma è chiaro da che parte stare”. Duri anche i consiglieri comunali Marianna Pederzolli (Lista Doria) e Antonio Bruno (FdS) che vedono nello sgombero un grave gesto politico, ma soprattutto il fallimento di un dialogo fra amministrazione e cittadini.
Al momento è l’avvocato Laura Tartarini a seguire le fasi della riconsegna di quanto contenuto nell’edificio.