In una lettera Barbara Spinelli spiega perché accetta di andare a Bruxelles. Con lei ci sarà Eleonora Forenza, eletta al Sud.
di Marco Trotta e Checchino Antonini
«Cari tutti, cari elettori, cari candidati e garanti della Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, ho molto meditato quel che dovevo fare, in considerazione della domanda sempre più insistente che veniva dagli elettori e da un gran numero di candidati, e ritorno sulle mie decisioni: accetterò l’elezione al Parlamento europeo, dove andrò nel gruppo GUE-Sinistra Europea, ripromettendomi di garantire la fedeltà al primo manifesto della Lista italiana «L’Altra Europa con Tsipras» e ai 10 punti di programma che abbiamo proposto agli elettori. Sin dalla conferenza stampa del 26 maggio avevo lasciato in sospeso la mia decisione: e non solo perché sorpresa dalla quantità di preferenze ma anche in considerazione del fatto che la situazione politico-elettorale stava precipitosamente cambiando».
Barbara Spinelli, dunque, ha scelto: «Per quanto riguarda la scelta che sono chiamata ufficialmente a compiere, annuncio che essa sarà in favore del Collegio Centro: è il mio collegio naturale, la mia città è Roma. È qui che ho ricevuto il maggior numero di voti. A Sud non ero capolista ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti verrei percepita come «paracadutata» dall’alto. Mi assumo l’intera responsabilità di quest’opzione, che mi pare la più giusta, nella piena consapevolezza dei prezzi e dei sacrifici che essa comporterà».
La rinuncia alla rinuncia data per certa dalle indiscrezioni è finalmente nero su bianco su una lettera in cui si spiega che «Mi ha convinto a cambiare opinione anche la lettera di Alexis Tsipras. La domanda che mi rivolge di accettare il risultato delle elezioni è per me decisiva e – ne sono certa – lo sarà per la Lista nel suo complesso. Alle innumerevoli sollecitazioni ricevute dall’interno (garanti, elettori, comitati, candidati) si aggiungono infine sollecitazioni dall’esterno (deputati del GUE e non solo)».
«So che molti sono delusi: il proposito espresso all’inizio di non andare al Parlamento europeo sarebbe disatteso, e questo equivarrebbe a una sorta di tradimento. Non sento tuttavia di aver tradito una promessa. I patti si perfezionano per volontà di almeno due parti e gli elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi oltre 78.000 preferenze. Mi sono resa conto, il giorno in cui abbiamo conosciuto i risultati, che sono veramente molti coloro che mi hanno scelto neppure sapendo quel che avevo annunciato: anche loro si sentirebbero traditi se non tenessi conto della loro volontà. Inoltre, come garante della Lista, ho il dovere di proteggerla: le logiche di parte non possono comprometterne la natura originaria. Proprio le divisioni identitarie che si sono create sul mio nome mi inducono a pensare che la mia presenza a Bruxelles garantirebbe al meglio la vocazione, che va assolutamente salvaguardata, del progetto – inclusivo, sopra le parti – che si sta costruendo». In fondo, Spinelli esprime gratitudine a Marco Furfaro, il secondo degli eletti, di Sel dicendosi «certa che i tanti elettori di SEL, battutisi con forza per la nostra Lista, approveranno e comunque accetteranno una scelta che è stata molto sofferta, visti i costi che saranno sopportati dal candidato del Centro designato come il primo dei non eletti. Conto non solo sulla loro fedeltà alla Lista ma sulla loro partecipazione immutata al progetto iniziale, che ha come prospettiva un’aggregazione di forze (di sinistra, di delusi dalla presente democrazia rappresentativa, di emigrati nell’astensione) alternativa all’odierno centro-sinistra e alle grandi intese».
Tutto ciò dopo che a Roma s’è tenuta un’assemblea nazionale dei comitati locali della lista Tsipras che, senza conoscere ancora le decisioni della Spinelli, in buona sostanza, s’era espressa per superare i garanti, restare insieme, costruire qualcosa di nuovo e di buono, decidere insieme. A partire magari dalla vicenda del seggio di Barbara Spinelli (ma qualcuno pensava che l’erede di Altiero se la fosse dovuta vedere faccia a faccia con Furfaro e Forenza). Peccato che dei due eletti certi finora della lista Tsipras non c’era nessuno all’assemblea che s’è aggiornata al 19 luglio per una svolta operativa dopo un passaggio nei rispettivi territori. La Spinelli era a Parigi in perfetta solitudine per scioglere il dilemma della rinuncia alla rinuncia, Curzio Maltese non pervenuto dopo i commenti a urne calde in cui assegnava alla lista Tsipras un ruolo ancillare al Pd in virtù di una supposta forza della sinistra mai stata così forte in Italia, a suo dire. E a margine dell’assemblea c’è chi scommette se il suo salto della quaglia nel campo del Pse sia questione di settimane o di mesi.