Guardie che chiedono sesso in cambio si servizi di prima necessità, sesso imposto a donne disperate e minacciate di deportazione.
di Marina Zenobio
Sotto inchiesta nel Regno Unito la società Serco a cui è stata affidata la gestione del centro di detenzione per migranti di Yarl’s Wood, nella contea di Bedfordshire, uno dei più grandi in Europa dove chi vi è recluso ha l’unica colpa di essere migrante. Le accuse mosse contro Serco sono pesanti, violenze e molestie sessuali nei confronti delle donne prigioniere nel centro di detenzione che ormai ha superato la capienza di 2000 unità. Keith Vaz, presidente della commissione per gli affari interni chiamata a seguire il caso ha parlato di ‘sconvolenti rivelazioni’ dopo che “The Observer” ha pubblicato un dossier su cui era riuscito a mettere le mani e nonostante che la Serco avesse tanto di tenere nascosto. Guardie che chiedono sesso in cambio si servizi di prima necessità, sesso imposto a donne disperate, a cui hanno strappato i figli, bisognose di aiuto per le loro causa legali, minacciate di deportazione… Non c’è neanche bisogno di prenderle con la forza ma è ugualmente violenza e stupro. Le guardie impiegate dalla società Serco e accusate delle violenza hanno ovviamente negato o, come da prassi, al massimo hanno ammesso di aver ceduto alle provocazioni delle detenute. Ma c’è un guardia donna, ora sotto protezione, che ha deciso di parlare e confermare che abusi ci sono stati e non occasionali bensì sistematici. Una migrante bisognosa di cura, tanto per raccontare una di queste terribili storie, era stata portata in infermeria e qui, invece che darle le medicine di cui aveva necessità, si è sentita rispondere che in fondo aveva solo bisogno di un pene e che sarebbe stata subito meglio.
Una casa degli orrori, come sempre sono i centri di detenzione. Ma l’esistenza di violenze e di molestie sessuali nei confronti delle prigioniere del centro di detenzione di Yarl’s Wood ad opera di guardie/impiegati della società Serco era stata già segnalata ben otto mesi fa, nell’ottobre del 2013, quando 30 detenute avevano iniziato uno sciopero della fame per denunciare gli abusi subiti.
E poi c’è la testimonianza di un ex dirigente della Serco, diventato informatore della polizia, che ha confermato le accuse delle donne, anche lui rivelando la natura organizzata degli abusi da parte delle guardie che avvenivano in stanze e ad angoli ciechi della struttura, cioè non coperti dalle telecamere a circuito chiuso.
Ora associazioni come Black Women’s Rape Action Project e Women Against Rape esorta il governo inglese a rescindere il contratto con Serco e probabilmente sarà così. Ma basterà? C’è da dubitatarne.
Purtroppo da sempre lo stupro è uno strumento di dominazione degli uomini sulle donne, basti pensare agli stupri etnici, nelle guerre, dove lo stupro è diventato un’arma. Negli ultimi anni sono trapelate numerose storie di donne violentate da esponenti delle forze dell’ordine nei centri di detenzione anche da noi, e chissà quanti altri terribili casi di abusi non conosciamo. Per questo è importante tenere i riflettori sempre accesi su queste realtà, contro un potere ancora più odioso, se possibile, quando tenta di assoggettare i corpi più deboli, forzatamente messi sotto “tulela” di uno Stato.