Sabato a Roma un corteo inaugurerà il Controsemestre popolare contro la presidenza italiana dell’Ue, per rompere la gabbia dell’austerity
di Checchino Antonini
Si aprirà alle 14 di sabato, in piazza della Repubblica, a Roma, il Controsemestre popolare, un calendario di iniziative di lotta che accompagnerà, anzi contrasterà, la presidenza italiana dell’Ue. Il corteo di sabato arriverà in Piazza Ss.Apostoli da dove si staccherà una delegazione massiccia, almeno 200 persone, che raggiungerà i vicini uffici Ue di via IV Novembre. L’obiettivo della disarticolazione del lavoro per renderlo totalmente subalterno, le privatizzazioni delle municipalizzate, i rischi di guerra alle “porte dell’Europa”, l’autoritarismo crescente come modello di imposizione di una governance oligarchica, sono i temi più evocati dai promotori, un cartello di sindacati conflittuali, organizzazioni della sinistra d’alternativa e di movimenti sociali. L’incontro con i giornalisti, per la presentazione dell’evento, si è tenuto, emblematicamente, proprio sotto la sede dell’Unione Europea della Capitale dove i funzionari di polizia, ritenendo la conferenza stampa una manifestazione non autorizzata, hanno identificato i partecipanti.
Sarà la prima di una serie di manifestazioni di opposizione aperta al governo Renzi che tre giorni dopo aprirà il suo semestre europeo segnato, probabilmente, dall’abbandono della retorica dell’austerità ma solo sul piano comunicativo. La Merkel è stata esplicita nel dire che la flessibilità riguarda il raggiungimento degli obiettivi fissati nei trattati – a partire dal Fiscal Compact – non certo la loro messa in discussione. Significherà il contrario della nuova retorica del Pd: più soldi per la TAV e i rigassificatori, precarizzazione totale del lavoro e privatizzazioni a gogò di welfare, imprese pubbliche, municipalizzate. «Parole nuove per coprire la prosecuzione della guerra ai popoli europei fatta in nome della competitività», dice alla vigilia il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero.
L’annullamento del vertice dell’11 luglio di Torino restituisce centralità alla manifestazione nazionale di Roma per tutti coloro che – rifiutando l’etichetta di euroscettici – intendono mettere al centro dell’agenda politica, sociale e sindacale il ripudio dei Trattati Europei e dell’austerity. In molte città italiane si stanno organizzando i pullman per assicurare la partecipazione alla manifestazione.
Tra le adesioni quella di Usb, Il Sindacato è un’altra cosa/Cgil, Cub Lazio, Sbm (Trento), Cobas Sanità (Venezia), Asia -Usb, Ross@, Noi Saremo Tutto, Campagna “Noi restiamo”, Forum dei Movimenti per l’Acqua pubblica, Nicoletta Dosio ed altri militanti movimento No Tav, Alba (nazionale e nodo di Roma), Movimento Immigrati e Rifugiati, Lavoratori Autorganizzati Mef, Rete No War, collettivo Palestina Rossa, Forum Cittadini del mondo, Rifondazione, Sinistra anticapitalista e altre sigle della diaspora comunista.
L’annullamento del vertice europeo sull’occupazione giovanile, originariamente previsto per l’11 luglio a Torino, ha messo in evidenza la debolezza delle élite europee, allergiche (Pd più di altri partner) a contestazioni pubbliche e di massa. L’accumulo di energie partito dall’assemblea nazionale del 31 maggio ha deciso, in un’assemblea domenica 22 giugno, di rilanciare comunque un percorso di lotta comune, che consenta di arrivare attrezzati per il prossimo autunno. Al posto della manifestazione annunciata ci sarà una 3 giorni di discussione, confronto e iniziativa a Venaus (Val Susa) l’11, il 12 e il 13 luglio.
Il giorno successivo, il 29, il laghetto di Villa Ada sarà teatro di un’assemblea nazionale, lanciata dal basso (da ACT agire, costruire, trasformare), “Per rilanciare il percorso di costruzione di una sinistra nuova” anche in vista dell’assemblea nazionale della lista L’Altra Europa con Tsipras prevista per il 19 luglio.