Il morto era il “cassiere” di Gennaro Mokbel. Secondo le agenzie il ferito è legato a CasaPound. Un fatto di sangue che rivela i collegamenti tra malavita organizzata, neofascismo e finanza più o meno deviata.
di Massimo Lauria
Per l’ennesima volta un fatto di sangue nella capitale coinvolge il torbido ambiente del neofascismo e rivela i suoi collegamenti con la malavita organizzata e con la finanza più o meno deviata. Questa mattina un commando formato da almeno tre uomini si è introdotto in un’abitazione della Camilluccia, in via dei Gandolfi 19 (zona Roma nord), aprendo il fuoco contro Silvio Fanella, agli arresti domiciliari dopo la condanna a 9 anni per riciclaggio nella vicenda Telecom Italia Sparkle – Fastweb. La vittima era considerata il cassiere dell’imprenditore legato all’estrema destra Gennaro Mokbel.
Nella sparatoria è rimasto ferito gravemente uno degli attentatori. Secondo le agenzie l’uomo – che ora è ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli – sarebbe legato a CasaPund. Si tratta di Giovani Ceniti, classe 1985, proveniente dagli ambienti neofascisti del nord ovest. L’ipotesi è che il commando sia venuto da fuori regione per far perdere le proprie tracce.
È giallo invece su un terzo ferito in via Gandolfi. Secondo alcuni testimoni un uomo si sarebbe presentato al pronto soccorso del Gemelli poco dopo l’agguato. Gli inquirenti ora stanno cerando di ricostruire la dinamica e gli spostamenti degli sparatori.
Intanto sarebbe stata trovata l’auto usata nell’agguato, una Fiat Croma grigia risultata rubata, poco distante dal luogo della sparatoria. Sul posto ci sono gli uomini della scientifica.
L’omicidio sarebbe avvenuto intorno alle 9 di questa mattina. Secondo alcuni testimoni, poco prima degli spari, si sarebbero sentite urla di donna. Subito dopo tre colpi di pistola, che hanno ucciso Fanella e ferito gravemente Ceniti, complice nell’agguato. Alcuni raccontano di aver visto due persone fuggire dal palazzo di via Gandolfi. La squadra Mobile di Roma è sulle loro tracce.
La notizia del legame tra Ceniti e CasaPound arriva evidentemente dagli investigatori. Mentre il leader di CasaPund Iannone minaccia di querelare chiunque leghi la vicenda al suo gruppo politico: «Nessun esponente di CasaPound Italia è coinvolto nell’agguato avvenuto questa mattina a Roma e siamo pronti a querelare immediatamente chiunque sostenga il contrario. Conosciamo benissimo i meccanismi in base ai quali agisce la solita macchina del fango – aggiunge – e non permetteremo a nessuno di insudiciare impunemente il nome di CasaPound Italia e di diffondere sospetti e veleni fondati sul nulla. Ci rivedremo in tribunale».
Lo stesso appuntamento Iannone l’aveva dato il 12 dicembre 2011, quando un frequentatore di CasaPound Toscana aveva compiuto la strage di due ragazzi senegalesi, prima di uccidersi a sua volta.
Ad ogni modo è sempre il leader do CasaPound a commentare la vicenda, spiegando che potrebbe trattarsi di un caso di omonimia e ad ogni modo – se fosse lui – sarebbe stato espulso «tre anni fa per comportamenti non corretti nei confronti di CasaPound». Il Ceniti coinvolto nell’agguato della Camilluccia potrebbe dunque essere lo stesso «responsabile di zona nella zona di Verbania-Cusio-Ossola».