La festa di un circolo esclusivo sul Tevere butta giù dal letto un intero quartiere. Tra i vip Rivera, Schifani, Flick e Bertinotti che solo poche ore prima s’era dichiarato un pentito dei salotti romani
di Mephisto
Ore 0.30 dell’11.07.2014, fresca notte d’estate al Quartiere Parioli nella Roma bene. Rumori spaventosi di botti: qualcuno pensa a un’esplosione. Ma la paura di un attentato dura pochi secondi: arrivano una salva di altri botti e si cominciano a vedere fuochi di artificio. Dopo qualche minuto di rumori lancinanti e di fuochi pirotecnici una parte del quartiere si riempie di fumi, presumibilmente provenienti dal luogo degli artifici pirotecnici. Gli uccelli si aggirano terrorizzati per il cielo; non soltanto i soliti gabbiani, ma rondini, passeri, averle, gufi, civette.. gli antifurti sollecitati dalle vibrazioni ululano i loro “uio uio uio”. Sembra Bagdad sotto i bombardamenti. L’allegra salva di botti dura per ben 18 minuti.
Qualcuno scende per strada incredulo del caos scatenatosi, i più stancamente tirano su la serranda delle finestre e dei balconi ormai svegliati dal sonno. Gli artifici pirotecnici provengono dalla parte alta dei Parioli, verso Piazze delle Muse: in genere questi botti provengono, ma in orari più acconci e molto meno rumorosi, dal Circolo dell’Antico Tiro volo oppure da dietro, verso le zone del Tevere dove insistono altri circoli VIP.
Comunque non si vede nessun equipaggio radiomobile dei Carabinieri e nessuna vettura della Volante della Polizia: molto strano!
La gente del quartiere si sveglia la mattina; in pochi vogliono ricordare l’episodio: dicono di non avere sentito niente: “manco” nelle località più omertose della Sicilia! Qualcuno è furioso. Altri mi dicono addirittura “da domani aumenterò la dose” degli ipnotici e dei sedativi che abitualmente assumono già ogni sera. Parioli come abitanti residenti è un quartiere anziano, con una elevata percentuale di persone “tossiche” consumatori da anni di pillole e goccine di benzodiazepine, che i farmacisti del quartiere vendono a go go anche senza prescrizione! Il barista, il tabaccaio, il ferramenta non sanno nulla dell’origine dei botti; anzi il tabaccaio osserva “qui ogni notte ci sono gli antifurti nelle case con gli ululati a “uio uio uio”: per farli scattare basta un geco, un colpo di vento forte, un tuono, de che stamo a parlà?”. Si ha la sensazione che qualcuno sappia ma tace.
Sarà.
Ma all’acquisto del giornale si capisce tutto, finalmente. Le pagine del gossip romano de Il Messaggero chiariscono quello che è successo. C’è stato il gran Galà del 20° anniversario del Circolo dell’antico Tiro al Volo. Sul giornale si leggono alcuni tra i presenzianti, l’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, Pasquale de Lise, Gianni Rivera, Antonio Catricalà, il colonnello dei Carabinieri Salvatore Luongo, i magistrati Simonetta Matone e Adelchi d’Ippolito, Giovani Maria Flick, Renato Schifani.
Proprio il Circolo dell’antico Tiro al Volo di Via Vajna, famoso oltre che per il gossip romano anche per avere ospitato in pranzi riservati il fior fiore dei tangentari romani: parliamo per esempio della vicenda della truffa Phuncard di Mokbel e Nicolino Di Girolamo, il senatore PDL coi voti farlocchi nei collegi esteri… Ma la coppia d’onore era senza quella principe delle notti del Glamour romano: Lella e Bertinight! E dire che appena due giorni fa il Fausto nazionale, al secolo Bertinotti, aveva dichiarato all’Huffington Post e al Fatto quotidiano con autocritica parastaliniana:” Partecipare alle feste dei salotti romani è stato un autogol: Non mi sono reso conto che alcuni miei comportamenti potessero essere scambiati per commistione con un ceto somigliante a una casta”.
Poche ore e zac: Bertinotti, smemorato, è presente alla grande a una festa rumorosa e “caciarona” dei VIP della casta cafonal romana! Quindi Bertinotti ha presenziato a una festa di Vips con chiusa finale di fragorosi botti, forse ricupero culturale dei bombardamenti di Roma. Una festa che ha assordato e svegliato un quartiere intero, la cui non persecuzione penale sarà garantita dall’usbergo della Casta presente. Ma Bertinotti, come Bruto è uomo d’onore nonché di parola.