Pubblichiamo un estratto dell’editoriale di Ennio Remondino apparso sul suo blog, Remocontro.it. L’ex inviato di guerra del Tg1 propone una lettura interna a Israele per spiegare l’aggressione di Tel Aviv contro la Striscia di Gaza.
«Tu Stato hai un problema politico e lo affronti con le armi? È la storia del mondo. Lo fai una volta e vinci. E il problema lo metti da parte, gli togli ‘la parola’. Quando si riproporrà lo affronterai ancora con le armi e vincerai due, tre, cento volte. E poi?».
«So, per esperienza sul fronte delle guerre, che l’eccesso di forza a coprire la carenza di ragioni alla fine produce sconfitta. È stato così anche in Libano nel 2006».
di Ennio Remondino*
Criticare Israele non è mai facile, soprattutto per un non ebreo. L’accusa di antisemitismo ti pende sulla testa come una mannaia. Accusa spesso strumentale e ora aggiornata all’antisionismo. Nell’occuparsi del composito e duttile mondo del pensiero ebraico è sempre utile affidarsi ad una lettura ‘interna’. Un collega che cerco di seguire da sempre con attenzione è Gideon Levy, editorialista e parte della direzione del quotidiano Haaretz. Antico riferimento del mio duro 2001 a Gerusalemme. Qualcuno lo definisce un «Imprecatore». I suoi editoriali e le sue cronache su Haaretz sono atti d’accusa contro la politica di occupazione e colonizzazione dei territori palestinesi da parte del suo Paese. Cosa dice Levy questa volta? […]
Ecco alcune domande chiave poste in casa israeliana: 1) Pensavamo che i palestinesi avrebbero accettato tutto questo in modo remissivo, obbediente e calmo? 2) Credevamo che Gaza sarebbe vissuta per sempre all’ombra dell’arbitrio di Israele e dell’Egitto alternando momenti di lieve allentamento delle restrizioni imposte ai suoi abitanti a momenti di penoso inasprimento? 3) Credevamo che il carcere più vasto del mondo sarebbe continuato a essere un carcere? 4) Credevamo che centinaia di migliaia di residenti a Gaza sarebbero rimasti tagliati fuori per sempre? 5) Credevamo che sarebbero state bloccate le esportazioni e decretate limitazioni alla pesca? Ma di cosa deve vivere un milione e mezzo di persone? […]
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*Ennio Remondino, giornalista, già corrispondente estero Rai e inviato di guerra