Piccolo vademecum per sfuggire alle truffe della solidarietà quando si decide di adottare un bambino.
di Alessandra Contigiani
L’adozione a distanza, più propriamente qualificabile come «sostegno a distanza» (SAD), consiste principalmente in un contributo economico erogato attraverso l’intermediazione di un organismo terzo (associazione, onlus, ong) a bambini, famiglie, persone in difficoltà, che vivono generalmente nei paesi in via di sviluppo.
Nonostante la crisi economica in corso, questa forma di solidarietà internazionale coinvolge attualmente ben due milioni di famiglie italiane. Ma siamo sicuri che le somme elargite con tanta generosità giungano realmente a destinazione? Non c’è il rischio che dietro l’agire di alcune organizzazioni si celino delle vere e proprie truffe, atte a estorcere denaro a chi vorrebbe invece aiutare il prossimo? Come riuscire a capirlo?
Seppur non esista una vera e propria regolamentazione in materia, dopo la soppressione dell’Agenzia per il terzo settore (2012), le attività di promozione della cultura del sostegno a distanza sono state trasferite alla Direzione Generale per il Terzo settore e per le Formazioni sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di recente, in collaborazione con il ForumSAD (Forum Permanente per il Sostegno a Distanza), composto da circa novanta associazioni italiane, la Direzione Generale per il Terzo Settore ha pubblicato le «Linee guida per il sostegno a distanza» da rispettare per aderire all’Elenco degli Enti/Organizzazioni SAD riconosciuti a livello nazionale.
Chi ha già attivato un’adozione a distanza o chi avesse intenzione di farlo, per evitare spiacevoli inconvenienti, dovrebbe innanzitutto far riferimento a questo Elenco, disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, verificando se l’associazione a cui ci si è rivolti vi sia iscritta.
Inoltre, chi risiede nel Lazio può consultare online l’Anagrafe del Sostegno a Distanza che, oltre ad elencare le associazioni che si occupano di SAD, mette a disposizione alcuni dati interessanti riguardanti la gestione delle erogazioni liberali. Nel Lazio, ad esempio, la quota delle donazioni utilizzata per spese amministrative è inferiore al nove percento: ciò vuol dire che oltre il novanta percento delle somme donate giunge a destinazione; un risultato positivo, visto che mediamente le associazioni trattengono una percentuale compresa tra il dieci ed il trenta percento.
Chi volesse adottare un bambino a distanza instaurando una relazione personale con il piccolo e la sua famiglia, dovrebbe sapere che diversi enti non permettono questo tipo di rapporto. Spesso, infatti, vengono spedite ai donatori foto e notizie relative ad un bimbo testimonial del progetto di cooperazione, uguali per tutti, senza che gli stessi donatori ne siano consapevoli. Da volontaria donatrice (con la mia famiglia ho adottato un bimbo in India insieme all’onlus romana Italia Solidale) e da ex cooperante, consiglio caldamente di orientarsi verso quelle realtà che incoraggiano una relazione con i bambini. Creare un legame che va al di là del pur necessario aiuto economico è qualcosa di veramente speciale: ricevere quella lettera che, spesso per motivi logistici, purtroppo viene inviata solo due/tre volte l’anno, restituisce in amore cento volte tanto il denaro donato.
Se l’associazione vi permette di inviare a vostra volta delle lettere ai bambini, tenete bene a mente di non inserire mai banconote al loro interno: non giungerebbero a destinazione (stesso discorso per quanto riguarda la spedizione di pacchi dono, da evitare).
Se potete, orientatevi verso piccole realtà solidali, evitando le grandi organizzazioni: purtroppo, dietro una cooperazione che apparentemente viene svolta per sostenere i paesi in via di sviluppo, possono nascondersi finalità totalmente opposte, come quella di rendere ancor più dipendenti dalla globalizzazione popolazioni già duramente provate. Realtà che si occupano solamente, ad esempio, di distribuzione di aiuti alimentari, senza sostenere le comunità al conseguimento dell’autosussistenza, sul lungo periodo possono creare danni ingenti all’economia locale.
Infine, sappiate che le somme erogate sono alternativamente deducibili nei limiti del dieci percento del reddito dichiarato e, comunque, nella misura massima di settantamila euro o detraibili nella misura del ventisei percento dal 2014 per un importo non superiore a 2.065,80 euro.
Un motivo in più per adottare un bambino a distanza, per strapparlo via da quei diciottomila che ogni giorno muoiono di fame in tutto il mondo. Perché, come ci ricorda anche il Talmud, chi salva una vita, salva il mondo intero.