Carri armati israeliani entrati a Gaza. Notte di fuoco sulla Striscia. Diplomazia bloccata, Netanyhau: “andremo fino in fondo”.
di Marina Zenobio
Gaza è una trappola, i palestinesi non possono scappare, possono ripiegare ma per andare dove? Così non hanno via di scampo all’invasione di terra minacciata da giorni da Israele e diventata tragica realtà ieri sera.
Le forze di terra israeliane stanno continuano l’avanzata contro una Gaza ormai devastata, mentre a nord della Striscia si segnalano violenti combattimenti in corso in queste ore a Bet Hanoun e Bet Lahiya. Ai confini della striscia l’esercito israeliano ha schierato altri 60 mila uomini. Mahmud Abbas, presidente del’Autorità nazionale palestinese, ha chiesto a Tel Aviv di bloccare l’operazione militare che causerà un ulteriore bagno di sangue e renderà più difficile il raggiungimento di un cessate il fuoco. Ma Israele ha fatto sapere che l’operazione andrà “fino in fondo”, l’obiettivo – dicono – è neutralizzare le infrastrutture palestinesi in particolare i tunnel sotterranei usati, secondo Tel Aviv, dai combattenti palestinesi per infiltrarsi oltreconfine.
La notte scorsa, in contemporanea, all’offensiva via terra, una pioggia di fuoco israeliano si è abbattuta lungo tutta la Striscia colpita da aviazione, marina e fanteria. 19 palestinesi uccisi tra cui un neonato, centinaia di feriti. Complessivamente, dall’inizio dell’offensiva israeliana su Gaza sono morti 258 palestinesi e quasi 2000 feriti, soprattutto civili tra cui donne e bambini. Anche un soldato israeliano sarebbe morto (il secondo dall’inizio dell’operazione “Barriera protettiva”), ma tutto lascia pensare che sia stato colpito da “fuoco amico”.
Anche l’ospedale di Al Wafa, denuncia il direttore sanitario Basman Alashi, è stato colpito dall’artiglieri israeliana e distrutto da un incendio. I 17 pazienti, alcuni bisognosi di cure importanti, sono stati trasferiti in un vicino hotel.
Scontri anche in tutta la Cisgiordania tra manifestanti palestinesi e esercito israeliano, a Nablus, Ramallah, Abu Dis, Silwad, Hebron, Halhul, Qalandiya e Ni’lin. Secondo quanto riferiscono i media israeliani oggi la polizia israeliana vieterà l’ingresso alla Moschea al-Aqsa a Gerusalemme ai palestinesi con età inferiore ai 50 anni.