Arriva al cinema il sequel della fortunata pellicola La notte del giudizio. Su Popoff la recensione.
Il trailer del film
«Stay safe». Sii prudente. È la raccomandazione obbligatoria, il rito di passaggio che sancisce l’arrivo della notte dello sfogo o della purificazione o del giudizio. Le definizioni sono tante, la sostanza è sempre la stessa: ovverossia l’annientamento delle classi più povere e la ridistribuzione della ricchezza verso l’alto. Benedetta l’America e i Nuovi Padri Fondatori, quelli che sono riusciti a debellare la violenza rendendola legale per una notte ogni 364 giorni. Nell’anno (distopico) 2023, la purga si ripete per trasformare gli americani in un popolo docile, malleabile, controllabile.
James DeMonaco rimaneggia, dunque, le materie prime del suo La notte del giudizio mantenendo le connotazioni sociali e politiche che avevano reso quel piccolo, piccolissimo film, una rara perla cinematografica. Una di quelle perle che non dovrebbero mai avere sequel e che, inesorabilmente, le major costringono alla replicazione. Quella infinita, monotona, non necessaria e disturbante.
Trovato un buon prodotto fruttuoso, bisogna spremerlo fin quando non si vedranno le budella. A Hollywood funziona così.
Con un cast rinnovato e del tutto sconosciuto («È un piacere conoscervi in questa nottata di merda!»), che soppianta quello vecchio all’epoca capitanato dal sempreverde Ethan Hawke, DeMonaco s’intrippa nel suo giocattolino, rigirandoselo tra le mani, come se fosse improvvisamente incapace di gestire la sua stessa creatura. Come se fosse costretto a lambiccarsi il cervello su una storia un tempo originale e che ora è diventata (già) carne macinata.
«I cambiamenti si ottengono solo con lo spargimento di sangue». Si decide di spargerne un bel po’, di sangue, in centodieci minuti scarsi di pellicola, adrenalinica certamente ma anche confusa. Una pellicola alla ricerca disperata di se stessa e di un fine (politico) più alto, come la rivoluzione e il riscatto dei poveracci. Cambiare le sorti del popolo soggiogato e schiavizzato tocca proprio agli oppressi, agli emarginati. È come se improvvisamente tutta la cinematografia americana odierna avesse deciso di civilizzare il mondo intero.
«Ricchi del cazzo, adesso tocca a noi!». E la ribellione non può essere che capeggiata da un sosia di Malcom X. «Siamo arrabbiati e scenderemo in battaglia». Bene, ecco qualcosa che può smuovere le masse.
Se. Non. Che. Perché questa Purga alla seconda è prodotta da Michael Bay. Quello amato dall’americano politicamente corretto, quello che non oserebbe mai pronunciare una sola parola cattiva sul suo amato Paese, quello che è pronto a celebrare fasti (e nefasti) dell’american way of life. Proprio quel Bay. Quello dei Transformers, quello di Pearl Harbor e di Independence Day. Quale incitamento alla rivolta può generare, dunque, i suoi lombi? Un incitamento pilotato, architettato nelle stanze del potere per scopi ancora sconosciuti.
No, non mi fido di Bay. Non mi fido di questo nuovo Sfogo, che mostra un governo devoto alla causa di purificazione tanto da ordinare uccisioni in massa. E non dovreste fidarvi nemmeno voi. Almeno finché non saranno abbastanza chiari gli intenti dietro un film come questo. «Stanotte scatenerò la bestia su voi. Lo posso fare, me lo concedono i Nuovi Padri Fondatori».
Di anarchico, poi, c’è ben poco: lo è (forse) solo il tizio che porta la maschera bianca con la scritta God, quel tizio che campeggia su tutte le locandine e i poster pubblicitari.
«Esiste una regola non scritta dello sfogo: non salvare vite». Esiste pure una regola non scritta nel cinema: non rovinare un bell’esperimento. È una regola che viene rispettata raramente.
Quelli che la osservano sono anarchici. O, forse, sono soltanto eroi.
ANARCHIA – LA NOTTE DEL GIUDIZIO
Regia di James DeMonaco
Con Frank Grillo, Michael K. Williams, Zach Gilford, Carmen Ejogo, Kiele Sanchez
Titolo originale: The Purge – Anarchy
Horror, 104 min.
USA, 2014
Uscita mercoledì 23 luglio 2014
Voto Popoff: 2/5
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