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HomecultureTregua a Gaza. Ma Israele dice no a "cessate il fuoco".

Tregua a Gaza. Ma Israele dice no a “cessate il fuoco”.

Tregua a Gaza di 12 ore, ma fino all’ultimo Israele ha colpito e dice un secco no al “cessate fuoco”. Ennesimo eccidio di un’intera famiglia a Khan Yunis.

di Marina Zenobio

tra le macerie di Gaza

Dalle 7 di questa mattina è tregua umanitaria sulla Striscia, ma l’artiglieria israeliana ha colpito Gaza fino all’ultimo minuto, in particolare la, zona di Khan Yunis dove sono morti 20 palestinesi, 18 membri della stessa famiglia, tra cui numerosi bambini. Sale così a 953 il numero dei civili uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana, oltre 5000 i palestinesi feriti, morti anche 37 soldati israeliani.

Tregua umanitaria di 12 or -, durante le quali i palestinesi tentato di ritrovare e raccogliere i morti sotto le macerie (81 finora) o controllare cosa fosse rimasto delle loro case -, ma non il “cessate il fuoco” di sette giorni proposto John Kerry, segretario di stato Usa, e dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, categoricamente rifiutato da Israele secondo cui l’accordo sarebbe troppo generoso nei confronti di Hamas. In realtà l’esecutivo israeliano non vuole fermare l’offensiva militare, stando a quanto spiegano i media locali, e si prepara ad ordinare una ulteriore espansione delle operazioni di guerra. Lo dimostra anche il fatto, come riportato dall’agenzia Nena News, che in mattinata, quindi dopo l’inizio della guerra, hanno arrestato decine di abitanti a Khauz’a.

Serve un cessate il fuoco e la fine del blocco di Israele a Gaza “il più presto possibile”. Ha dichiarato alla Bbc Khaled Meshaal, leader di Hamas: “Le persone non possono ricevere assistenza sanitaria o andare al lavoro. Perché il popolo di Gaza deve essere punito con questa morte lenta nella più grande prigione del mondo? Questo è un crimine”

gaza, macerie

L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un appello per l’apertura di un corridoio umanitario a Gaza per consentire agli operatori di evacuare i feriti e far giungere farmaci salvavita nella Striscia. Il corridoio dovrebbe inoltre garantire il passaggio dei pazienti ai valichi e l’uscita da Gaza per ricevere cure mediche, ha spiegato a Ginevra il portavoce dell’Oms Paul Garwood. In una nota, l’Oms si dice “estremamente preoccupata” per la sofferenza umana ed il deterioramento delle condizioni a Gaza.

L’Unione europea sembra aver ritrovato un fil di voce per chiedere, almeno, “un’inchiesta rapida” sui bombardamenti israeliani che hanno distrutto al scuola-rifugio dell’Unrwa provocando 16 morti e 200 feriti. “Rivolgiamo un appello ad un’inchiesta immediata e completa su questo episodio”, ha detto Maja Kocijancic, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Catherine Ashton. Il portavoce ha inoltre rivolto un “appello a tutte le parti per un cessate il fuoco immediato”.

La notte scorsa, nelle città della Cisgiordania, si è concluso “il Giorno della rabbia” indetto da tutte le fazioni palestinesi contro il massacro in corso a Gaza. Migliaia di manifestanti hanno occupato le strade di Betlemme, Salfit, Nablus, Jenin – dove almeno in 10 mila hanno marciato verso il check point di Jalame -, Tulkarem e nei villaggi dei territori occupati. Gli scontri con la polizia israeliana hanno provocato due morti e decine di feriti tra i palestinesi.

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