Dopo le dichiarazioni di Noa, annullato un suo concerto a Milano promosso dall’Associazione delle donne ebree d’Italia.
di Mirna Cortese
All’associazione Adei-Wizo-Donne ebree d’Italia non è piaciuta la presa di posizione sul conflitto israelo-palestinese di Achinoam Nini, nome d’arte Noa, la cantante israeliana di origini yemenite che qualche giorno fa, in una intervista rilasciata all’Ansa, ha rivelato di simpatizzare per il leader palestinese Abu Mazen, di averlo addirittura incontrato di recente a Ramallah, e di avere invece poca fiducia nel premier israeliano Netanyahu. Di conseguenza un suo concerto programmato a Milano per il prossimo 27 ottobre è stato annullato.
A denunciare l’ostracismo che dal suo paese sta inseguendo Noa anche in Italia, è Pompeo Benincasa, suo storico agente per l’Europa dal 1992. Nonostante la sua fama internazionale e le indiscusse doti artistiche, da tempo Noa non riesce ad organizzare concerti nel suo paese, Israele.
A promuovere il concerto di ottobre a Milano, erano state proprio le Donne ebree d’Italia Adei Wizo, e le stesse lo hanno annullato comunicando all’agente dell’artista di vedersi costrette a prendere tale decisione “a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Noa alla stampa riguardanti il difficilissimo momento di guerra nel Medio Oriente”. Benincasa ha aggiunto che nella comunicazione di cancellazione della data si riporta che “La Wizo in Israele si è dichiarata contraria alla presenza dell’artista a Milano” mentre alcuni sponsor dell’associazione avrebbero manifestato il loro disappunto a sostenere l’evento.
Noa, che ha prestato anche servizio militare obbligatorio per due anni in Israele, nell’intervista ha ammesso di credere che “Abu Mazen voglia veramente la pace con Israele, ma purtroppo non posso dire lo stesso del mio primo ministro”. Si dice d’accordo su tutto con il leader palestinese: “E’ serio e dice cose interessanti”; e non ha risparmiato invece dure critiche verso il suo premier Benyamin Netanyahu: “Non sta lavorando per la pace – ha dichiarato – , dobbiamo cambiare le cose. Prego perché possiamo avere un governo nuovo che desideri la pace e spero che, se e quando questo avverrà, anche i palestinesi abbiano le stesse intenzioni”.