Per ordine dell’Isis i cristiani possono scegliere tra convertirsi all’Islam, pagare una tassa o morire. Le loro case sono state marchiate. Esodo di massa verso la Siria.
di Franco Fracassi
«N» per «Nazara», tradotto dall’arabo «cristiani». Anche l’Iraq ha la sua lettera scarlatta. Nel territorio controllato dai jihadisti dell’Isis le case abitate da cristiani vengono marchiate con la «N». Per decreto del leader dei fondamentalisti islamici Abu Bakr al-Baghdadi, i cristiani possono scegliere tra tre opzioni: convertirsi all’Islam, pagare la tassa riservata agli infedeli o morire. Solo quindici famiglie hanno finora accettato la conversione.
Molte delle abitazioni segnate dal marchio «N» sono state date alle fiamme, indipendentemente dall’opzione scelta dai loro proprietari.
Secondo le Nazioni Unite, è in corso un esodo di cristiani dall’Iraq in direzione della Siria meridionale, controllata dalle forze governative che fanno capo al presidente Bashar al Assad. Inutile l’appello del vescovo del Levante: «Rispettate i diritti religiosi. Rispettate i diritti di chi ha fede».
L’Isis aveva già messo in atto la stessa politica religiosa nel nord della Siria. Unica differenza: in Siria l’ultimatum scadeva dopo una settimana, in Iraq dopo solo due giorni.
Prima dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti in Iraq viveva un milione e mezzo di cristiani. Oggi ne restano solo duecentomila.