Gaza è al buio. Colpite quasi in contemporanea la centrale elettrica di Gaza e le redazioni di al-Aqsa Tv e al-Aqsa Radio. Un’ultimora da fonti militari israeliane “Abbiamo raggiunto gli obiettivi ora la parola alla leadership politica…”.
di Marina Zenobio
Mentre coraggiosamente, da un punto di vista etico, quanto inefficace in termini di pressione politica anche Cile e Perù hanno ritirato i rispettivi ambasciatori da Tel Aviv seguendo l’esempio di Ecuador e Brasile, a Gaza l’orrore continua. Dopo aver colpito Rafah e il campo profughi di Burei, l’aviazione israeliana ha raggiunto e distrutto l’unica centrale elettrica della città che ora è al buio. (video 1 Euronews)
Gli abitanti della striscia, un milione e ottocentomila persone, avevano a disposizione solo due ore di corrente al giorno, ora neanche più quelle. Chi può sopperisce con piccoli generatori. Le tre cisterne di stoccaggio del combustibile della centrale sono in fiamme, una enorme colonna di fumo impedisce la visuale e per i momento no è stato possibile domare l’incendio. Quasi in contemporanea i missili di Tel Aviv hanno puntato e distrutto le redazione di al-Aqsa Tv e al Aqsa Radio. (Video 2 Bbc)
Dall’8 luglio, dall’inizio dell’aggressione israeliana, sono stati uccisi 1153 palestinesi, la gran parte civili, 220 i bambini, secondo l’ultimo bilancio per il Coordinamento degli aiuti umanitari dell’Onu.
Agli oltre 200 mila sfollati di Gaza, in queste ultime ore se ne sono aggiunti altri 20 mila. Sono gli abitanti dei rioni di Izet Abed Rabbo (vicino al campo profughi di Jabalya) e di Zaitun (a est di Gaza) che hanno ricevuto da Israele l’avvertimento di abbandonare immediatamente le loro abitazioni. 53 i militari israeliani morti dall’inizio dell’operazione via terra.
Un’alta fonte militare israeliana, citata dai media in forma anonima, avrebbe intanto dichiarato che “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci erano stati affidati all’inizio della campagna. Ora la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi da Gaza”. Oggi alle 13 dovrebbe esserci a Tel Aviv una nuova riunione del Gabinetto di sicurezza.
Alcune fonti danno in preparazione per i prossimi giorni un appuntamento al Cairo in una attesa, sempre più lunga, che la diplomazia sia in grado di trovare un accordo tra le parti che porti ad una vero cessate il fuoco.