L’estate non è ancora finita ma l’UdS ha già convocato una manifestazione per il prossimo 10 ottobre. Parole d’ordine: istruzione gratuita, welfare e no al jobs act.
di Mirna Cortese
L’estate non è ancora finita ma l’UdS, l’Unione degli Studenti medi, ha già convocato una manifestazione per il prossimo 10 ottobre. Parole d’ordine: istruzione gratuita, welfare e no al jobs act.
L’annuncio arriva dal campeggio nazionale studentesco della Rete della Conoscenza che si sta svolgendo nel Salento. Una mobilitazione che negli obiettivi dell’UdS vuole parlare a tutta la popolazione, studentesca e non, perché “Siamo stanchi di promesse e di interventi minimi che non cambiano le condizioni materiali degli studenti che devono far fronte a costi sempre più esosi per poter studiare. Il 10 ottobre riempiremo le piazze per un’istruzione libera e gratuita per tutte e tutti” fa sapere Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’UdS, aggiungendo che il lavoro sarà portato avanti di concerto tra gli studenti delle scuole superiori e gli universitari nell’assemblea nazionale congressuale della Rete della Conoscenza prevista per il prossimo 4 agosto, perché “anche gli universitari sono sul piede di guerra”.
Lampis ha dichiarato che è necessario organizzarsi per contrastare le linee del Governo Renzi che, “nonostante le dichiarazioni roboanti, lancia un piano scuola che non prevede un punto centrale per rilanciare il sistema formativo, ossia le risorse”. Quello che chiede l’UdS è una legge nazionale sul diritto allo studio, uno statuto per gli studenti in stage e nuove forme di partecipazione all’interno delle scuole.
Secondo il sindacato studentesco sono innumerevoli i problemi che riguardano il mondo della scuola e che aspettano di essere risolti, tra cui “le altissime percentuali di dispersione scolastica, i costi sempre più alti per studiare, dai trasporti fino ai libri di testo” oltre alla precarietà e i bassi stipendi a cui sembrano condannate le nuove generazioni di studenti, mentre il jobs act continua a inseguire il mito fallace della precarietà come risoluzione della crisi.
Il 10 ottobre però, a detta di Danilo Lampis, “sarà solo il primo passo verso un lungo autunno di mobilitazioni sociali”. Gli studenti puntano al 14 novembre come data centrale per ricostruire un ampio fronte di opposizione sociale riaffermando la centralità della conoscenza per la determinazione di un nuovo modello di sviluppo.