La Banca di credito sardo aveva prestato soldi al proprietario di un bar in Sardegna, facendo poi lievitare gli interessi oltre il tasso d’usura capitalizzandoli. La banca ha consegnato all’imprenditore 223.000 euro in contanti.
di Cagliaripad
Nell’isola in cui le banche pignorano i beni degli imprenditori capita anche il contrario. In Sardegna un imprenditore è riuscito a pignorare i beni a una banca: 223.000 euro. Certo c’è voluto un processo e una trattativa di oltre otto ore. Ma alla fine Antonino Mura ce l’ha fatta. E ha ottenuto il denaro che gli spettava. Frutto di un pronunciamento della Corte d’Appello del Tribunale di Nuoro che ha condannato in secondo grado la Banca di credito sardo per anatocismo (ovvero per aver capitalizzato gli interessi, facendfoli lievitare oltre il tasso d’usura), dopo una denuncia presentata da Mura, proprietario di un bar nel centro barbaricino, che ha così costretto l’istituto di credito a restituire 180.000 euro più due decimi, per un totale di 223.000 euro. La Cassazione potrebbe ribaltare il verdetto, ma intanto il provvedimento non è stato sospeso.
Così stamattina Mura, accompagnato dal legale Vittorio Delogu e da Davide Marcello di Confesercenti si è presentato nella sede cagliaritana dell’istituto assieme all’ufficiale giudiziario Mauro Schirru e dopo oltre noveore di trattativa ad alta tensione (il legale di Mura ha perfino minacciato di chiamare la polizia), i funzionari della banca hanno consegnato il denaro: 223.000 euro in banconote di piccolo e grande taglio, portati via dentro alcuni sacchi.