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Gaza, di tregua in tregua uccisi 1.867 palestinesi, 281 bambini e bambine

Dalle 8 di oggi tra Hamas e Israele dovrebbe essere tregua. Le parti si incontreranno al Cairo per discutere la fine dell’aggressione. La Spagna congela la vendita di armi a Tel Aviv.

di Marina Zenobio

Gaza: bambine e bambini in un rifugio Unrwa
Gaza: bambine e bambini in un rifugio Unrwa

Dopo quasi un mese di offensiva israeliana sulla Striscia, che ha portato morte e distruzione tra la popolazione gazawi, si riapre una piccola finestra per cercare di trovare una via d’uscita diplomatica al conflitto. Dalle 8 di questa mattina tra Hamas e Israele dovrebbe essere tregua, almeno per tre giorni, durante i quali le parti dovrebbero incontrarsi in Egitto per discutere la fine dell’aggressione su Gaza. Ma il condizionale, visto l’esito dei precedenti cessate il fuoco, resta sempre d’obbligo.

L’esercito israeliano ha annunciato il suo totale ritiro dalla Striscia, in quanto – ha dichiarato un ufficiale del Comando Sud al portale Walla News – “Abbiamo raggiunto uno degli obiettivi dell’operazione a Gaza: la distruzione dei tunnel. Ora è in corso il ripiegamento delle forze di terra verso solide posizioni difensive all’interno del territorio palestinese”. Infatti un contingenze resterà comunque al confine tra la Striscia e Israele, pronto ad intervenire in caso di violazione del cessate il fuoco da parte dei palestinesi. Gli F16 dell’aviazione militare israeliana continuano a sorvolare la Striscia, terrorizzando la popolazione che, approfittando della tregua, lascia i rifugi in cerca di acqua, cibo, o per controllare cosa è rimasto delle loro case. Al porto di Gaza i pescatori palestinesi cercano di recuperare le barche non distrutte dai bombardamenti israeliani e prendono un timoroso largo alla ricerca di pesce da mangiare. Tutto il territorio della Striscia è un ammasso di macere.

Gaza: bambini guardano il cieloFino agli ultimi minuti dall’entrata in vigore dell’ennesima tregua si sono ripetuti raid israeliani sulla Striscia e lancio di razzi di Hamas contro Israele. Ieri sono stati uccisi altri 18 palestinesi, altri 32 corpi sono stati ritrovati sotto le macerie provocate dai bombardamenti. Dall’8 luglio, dall’inizio dell’operazione militare israeliana “Margine sicuro”, il bilancio è così salito a 1.867 morti, 281 bambine e bambini, 9400 feriti, moltissimi dei quali resteranno invalidi, e danni alle infrastrutture per miliardi di dollari. Da parte Israeliana sono morti 67 soldati e 3 civili.

Il capo della delegazione inviata al Cairo, Azam al Ahmed, ieri ha annunciato che tutte le fazioni palestinesi, Hamas compresa (che governa Gaza), hanno accettato il cessato il fuoco e che durate questa tregua l’Egitto farà da mediatore tra le parti. Anche se il quotidiano Hareetz comunica che alcuni razzi sono stati sparati dalla Striscia verso la regione di Eshkol, comunque intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome.

Sempre Hareetz rende noto che in giornata da Tel Aviv partirà per la capitale egiziana anche la delegazione israeliana che parteciperà al negoziato. Azam al Ahmed ha fatto sapere che sul tavolo de negoziato saranno discusse le richieste palestinesi per fermare l’aggressione, ma il muro che sarà quasi impossibile far cadere è la richiesta del ritiro totale del blocco militare israeliano sulla Striscia di Gaza governata da Hamas.

Intanto in Israele è tornato l’incubo attentati. Ieri pomeriggio, nel quartiere ultra-ortodosso di Gerusalemme un palestinese diciannovenne, alla guida di un trattore, ha investito un giovane ebreo ortodosso uccidendolo e provocato diversi feriti prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia israeliana. Poco dopo, sempre a Gerusalemme, due uomini in moto hanno sparato ad militare israeliano ferendolo gravemente.

Gaza. Disperazione a Khan YounisIn questo panorama, mentre gli Usa hanno inviato 225 milioni di dollari per rafforzare Iron Dome, e l’Italia ha fatto la sua parte vendendo due velivoli militari M-346 all’aviazione israeliana, il governo spagnolo, anche se con ritardo, ha congelato le autorizzazioni per la vendita di armi a Tel Aviv. L’esecutivo rivedrà a settembre se è il caso o meno di prolungare il blocco. La decisione è stata presa tre giorni fa in una riunione della Giunta interministeriale che regola il commercio con l’estero in materia di difesa, presieduta dalla Segreteria di Stato e Commercio e alla quale ha partecipato i ministeri degli esteri e della difesa.

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