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Argentina: dopo anni di lotte e ricerche Estela Carlotto ritrova suo nipote

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“Non potevo morire senza abbracciarlo”. La presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo ha ritrovato il nipote nato nel 1978 in un centro di detenzione clandestina dove era rinchiusa la madre. Entrambi i genitori sono “desaparecidos”.

di Marina Zenobio

abuelas de plaza de mayo

Le prove de Dna non lasciano dubbi, il “nieto 114” è il nipote di Estela Carlotto, presidente dell’associazione delle Abuelas (nonne) de Plaza de Mayo . E stato ritrovato, è vivo, e finalmente gli sarà restituita la vera identità: Guido Montoya Carlotto, figlio di Laura Carlotto e Walmir Oscar Montoya, assassinati durante la dittatura militare argentina di Jorge Rafael Videla (1976-1983).

Indescrivibile la gioia e la commozione delle Nonne, in particolare di Estela Carlotto (84 anni), la cui prima dichiarazione è stata: “Non potevo morire senza poterlo abbracciare”.

E’ stato lo stesso Guido, che ora ha 36 anni, a farsi ritrovare. Lo scorso giugno, raccontano le Abuelas, è arrivata una mail all’associazione di un giovane che diceva di avere dubbi sulla sua identità. Troppi gli indizi che indicavano potesse essere figlio di desaparecidos, è intervenuta la Commissione argentina per il diritto all’identità che ha coordinato l’analisi del Dna presso la Banca nazionale di dati genetici. Nel rispetto del codice di protezione dell’Associazione, non è stata resa nota l’identità da adottato del giovane, né se la famiglia adottiva fosse ignara della sua provenienza o complice degli aguzzini che hanno assassinato i suoi genitori. Su questo si aprirà una inchiesta ed è indubbio che sarà un percorso molto doloroso per Guido. Di sa però che è un musicista e che insegna in una Scuola di musica.

 

Ma chi erano i genitori di Guido? La madre, Laura Estela Carlotto (1955), nome di battaglia “Rita”, e il padre Walmir Oscar Montoya (1952) o “capitan Jorge”, erano militanti del movimento dei Montoneros in lotta contro la dittatura militare.

Entrambi furono sequestrati a Buenos Aires a fine novembre del 1977, e da allora non si è saputo più nulla di loro, entrati a far parte dei 30.000 desaparecidos in Argentina tra il 1976 e il 1983. Al momento del sequestro Laura era incinta di 2 mesi, è stata tenuta in vita fino a parto in un centro di detenzione clandestina, poi fatta sparire e il bambino dato in adozione. Una storia simile ad altri centinaia casi di figli di desaparecidos, gli “hijos”. L’impegno ultra-trentennale delle Nonne ha permesso il ricongiungimento con le famiglie di origine di almeno 120 persone tra coloro che sono nati mente le mamme erano detenute illegalmente e di cui si è persa traccia.

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