Un diciottenne nero stava tornando a casa a piedi con un amico. Un poliziotto gli ha sparato più volte alla schiena solo perché non camminava sul marciapiedi. Nessun processo in vista. La polizia prende tempo. La rabbia della comunità nera si trasforma in violenze e saccheggi. (video e foto)
di Franco Fracassi
Camminava per strada per fatti suoi. Ha commesso un solo errore: incrociare una volante della polizia. Non aveva commesso nessun reato. Eppure adesso il diciottenne Michael Brown si trova all’obitorio. E la cittadina di Ferguson e la vicina e ben più grande Saint Louis è preda di saccheggi e di violenze da parte della comunità nera. Rabbia che si sarebbe anche potuta contenere se il dipartimento di polizia avesse arrestato e processato per direttissima il poliziotto assassino.
Dell’accaduto c’è un solo testimone: l’amico di Michael il ventiduenne Dorian Johnson: «Camminavamo insieme verso casa. Marciavamo in mezzo alla strada. Non era trafficata. Quindi, non stavamo disturbando nessuno. A un certo punto si è avvicinata una volante della polizia. “Salite su quel fottuto marciapiedi”. “Siamo quasi arrivati a casa”, abbiamo risposto, continuando a camminare. L’auto ha fatto inversione e ci ha raggiunti. Ci ha quasi investito. L’agente ha preso Michael per il collo e gli ha urlato: “Ti sparo!”. Ho visto la canna dell’arma puntata contro il mio amico. Ha mirato e ha detto di nuovo: “Ti sparo!”. Ha sparato. A quel punto io e Michael abbiamo tentato di fuggire. Michael mi ha urlato: “Continua a correre fratello!”. Il poliziotto ha sparato di nuovo. Questa volta colpendo Michael alla schiena. Michael era fermo con le mani alzate e continuava a ripetere: “Non sono armato. Smetti sparare!”. Ma quella specie di Rambo era come impazzito. Ha sparato ancora e ancora e ancora. E l’ha ucciso».
Il poliziotto pare sia stato arrestato (non esistono conferme in proposito). Sicuramente non ancora processato. La polizia di questa cittadina del Missouri (che si trova nella cintura religiosa del ventre d’America) prende tempo. Non si conosce nemmeno il nome dell’assassino. E la rabbia dilaga.
Povero Ragazzo, ritengo che sia giusto punirlo nello stesso modo.