Arriva nelle nostre sale Dragon Trainer 2, film d’animazione della DreamWorks che si rivela all’altezza del suo predecessore. Su Popoff la recensione.
Il trailer del film
«Ora che i vichinghi cavalcano i draghi, il mondo è diventato più facile da esplorare». Per coloro che si fossero chiesti come andassero le cose nel piccolo villaggio Berk dove vichinghi e draghi avevano imparato a convivere e cooperare grazie a un testardo giovane, tale Hiccup Horrendus Haddock III, e al suo Sdentato, la risposta è finalmente arrivata. E ce la dà il sequel di Dragon Trainer che arriva nelle nostre sale per inaugurare una nuova stagione cinematografica. A suon di pecore e soprese.
Perché sarà pure uno di quei film d’animazione che, obbligatoriamente, devono uscire in questo mese feriale per spingere i genitori a sborsare qualche soldo per portare i loro pargoli al cinema. Ma la qualità c’è ed è sempre piacevole scoprire che, nonostante l’aria vacanziera che aleggia minacciosa tra le file dei sedili di velluto vuoti, si ponga la giusta attenzione nel confezionare un prodotto destinato prevalentemente ai più piccoli.
«Certe menti non si possono cambiare». Se ci sono pure i contenuti, poi, il piacere si moltiplica. Perché questo Dragon Trainers affronta temi delicati come quello della crescita, quello dell’affermazione della propria indipendenza e della libertà di rivendicare le proprie scelte, quello del coraggio, del dolore, della perdita, della volontà di influenzare le sorti del mondo, dell’importanza della conoscenza, dell’altruismo. E tanti altri ancora. «Sto cercando di proteggere i nostri draghi e di impedire la guerra, come posso essere irresponsabile?». Tutti argomenti sui quali (e dei quali) le giovanissime generazioni dovrebbero riflettere, interrogarsi e discutere.
Il cinema, d’altronde, serve anche (non solo) a questo, no? A educare e trapiantare qualche occhio critico nella testa dello spettatore e con i programmi (idioti) televisivi che ci ritroviamo e che bombardano i nostri fanciulli da mane a sera, ben vengano tutti i draghi di questo mondo, di quell’altro e di quello accanto.
«Guarda che cos’è la vera forza. La forza del potere che puoi avere sugli altri. Di fronte a questo tu non sei niente!». Di lezioni da imparare ce ne saranno tante, in appena un’ora e quaranta minuti. Per il nostro eroe vichingo Hiccup, per la sua famiglia, per il suo drago (l’ultima Furia Buia rimasta sulla faccia della terra) e per i suoi amici. Le scoperte felici, inoltre, rischieranno di essere oscurate dai risvolti più drammatici della sceneggiatura, ma capire il proprio posto nel mondo e riuscire ad occuparlo comporta sempre il pagamento di un prezzo.
«Anche i draghi buoni se sono sotto il controllo di persone malvage compiono azioni malvage». Questo è bene chiarirlo, mostrarlo crudamente perché in altra maniera non si può. Mentre resistere al potere dell’Alfa, che ha fatto della forza la sua arma letale, beh, questo è un altro paio di maniche. Si può e si deve. Hiccup e Sdentato lo dovranno a loro stessi e al sistema sociale/politico che hanno costruito con tanta fatica.
«Tu possiedi il cuore di un capo e l’animo di un drago». È una bella storia, questa. Di draghi, di vichinghi e di sentimenti. Si rintraccia, anche qui, quella sorta d’idea di civilizzazione delle giovani menti che sembra diventata, di recente, tanto cara a Hollywood. Finché non scopriremo l’arcano, il motivo che muove cotanto sforzo pedagogico/psicologico, ce la faremo stare bene. Proprio tanto male non può fare, soprattutto quando un bambino ascolta certe parole.
«Noi siamo la voce della pace e passo dopo passo lo cambieremo, questo mondo».
È facile crederci. È facile sperarlo. È quello di cui abbiamo bisogno.
DRAGON TRAINERS 2
Regia di Dean DeBlois
Con Jay Baruchel, Cate Blanchett, Gerard Butler, Craig Ferguson, America Ferrera
Titolo originale: How to Train Your Dragon 2
Animazione, 102 min.
USA, 2014
Uscita mercoledì 16 agosto 2014
Voto Popoff: 3/5
da vedere se: vi era piaciuto il mondo di Dragon Trainer
da non vedere se: Dragonheart vi ha traumatizzato e non volete sentir parlare di draghi per il resto della vostra vita