Le forze armate ucraine intensificano l’offensiva. Oramai i quartieri residenziali vengono bombardati quotidianamente. Eccidio di civili nella città Lugansk. Colpiti duramente anche i dintorni di Donetsk. Non si salvano nemmeno l’università e gli ospedali.
di Franco Fracassi
Bombardati un mercato rionale e due edifici residenziali in una cittadina (Yasynuvata) a venti chilometri da Donetsk. I morti accertati sono tre, ma si teme siano molti di più.
«Ci sono molte più vittime tra i civili che tra le milizie di auto-difesa. Questi stupidi bombardamenti sulle zone residenziali. Ci sono alcune case distrutte in questa direzione, molte altre da quella parte e una paersona è morta vicino quella scuola. Perché lo fanno? A che serve tutto ciò?». I media internazionali hanno spostato la loro attenzione lontano dall’Ucraina. Ma nel Donbass si continua a morire, come ha spiegato un abitante della città a Russia Today. Secondo quanto riportano le Nazioni Unite, le prime due settimane d’agosto sono state le più dure dall’inizio della guerra. In queste due settimane le forze armate ucraine hanno lanciato l’offensiva più violenta, bombardando pesantemente Lugansk (430.000 abitanti).
Le cifre delle vittime come al solito variano a seconda della fonte. Di sicuro si sa che secondo l’Onu il conto dei morti della guerra ha superato le duemila e cento persone. Si sa anche che nell’ultimo week end a Lugansk sono morti molto più di cento civili. Alcune fonti russe parlano di 94, altre di 128, altre ancora (questa volta delle Nazioni Unite) 119.
Secondo la France Presse, «i quartieri orientali di Lugansk sono stati colpiti dal fuoco dei mortai. Centrato un autobus, un magazzino e diversi edifici residenziali. Bombardata anche l’università, una clinica, un ospedale e un carcere, da cui sono fuggiti centosei detenuti».