I leader di Pravy Sektor scrivono una lettera al presidente ucraino Poroshenko, minacciando un golpe se non venissero accolte alcune richieste: cacciata dal ministero dell’Interno di funzionari ostili, liberazione nazi arrestati, riconsagna delle armi da guerra sequestrate. Il governo ha accettato.
di Franco Fracassi
Per il leader delle milizie paramilitari naziste Dmitri Jarosh il neo governo di Kiev è poco allineato alla loro politica rivoluzionaria e il ministro dell’Interno Arsen Avakov troppo morbido con i separatisti. Per Pravy Sektor è giunto il momento per capire se il neo presidente ucraino Petro Poroshenko sta realmente dalla loro parte. E così, in una lettera pubblicata sul sito web di Pravy Sektor, Jarosh e il comandante del battaglione Azov Andrey Stempitsky hanno lanciato un ultimatum al presidente: o esaudisci le nostre richieste o «entro quarantotto ore saremo costretti a ritirare tutte le nostre forze dal fronte, e dichiarare una mobilitazione generale dei battaglioni della riserva per lanciare una campagna contro Kiev, per avviare “riforma rapida” del ministero dell’Interno». Un vero e proprio annuncio di colpo di Stato. Meno di due giorni dopo, diversi alti funzionari del ministero dell’Interno (quelli più ostili ai nazisti) sono stati silurati, i militanti nazi arrestati sono stati liberati e, «presto», verranno riconsegnate anche le armi sequestrate, secondo quanto annunciato dallo stesso Jarosh, sempre sul sito del partito.
Pravy Sektor è un neonato partito della galassia di estrema destra ucraina. Al pari del più popolare partito nazista Svoboda, ha giocato un ruolo fondamentale nella rivolta di Maidan. Secondo fonti della Cia (come ha scritto in passato Popoff), l’intervento armato di Pravy Sektor per le strade di Kiev è stato decisivo per la caduta del presidente Viktor Yanukovich. Infatti, dopo la presa di potere del nuovo governo (a fine febbraio) Pravy Sektor e gli altri partiti nazisti sono stati ricompensati con ministeri e, soprattutto, libertà di azione delle loro unità paramilitari, oggi inquadrate nella Guardia nazionale. Inoltre, il battaglione Azov (formato da nazi ucraini e provenienti dal resto d’Europa) è in prima linea nei combattimenti nel Donbass. Fonti militari ucraine sostengono, addirittura, che il loro comandante Stempitsky abbia poteri di comando sui generali dell’esercito ucraino.
Il quarantatreenne Jarosh è ricercato dall’Interpol con un mandato di cattura internazionale. In passato egli ha combattuto in Cecenia, al fianco dei jihadisti. Quando ha fondato Pravy Sektor nel gennaio di quest’anno ha annunciato che «l’impero russo verrà abbattuto per mano dei camerati e che l’Ucraina del futuro non sarà multietnica». «Non sono razzista. Sono disposto a tollerare gli ebrei, gli immigrati e i russi, purché loro accettino di parlare in ucraino, di cristianizzarsi, di adeguarsi ai nostri costumi e di abiurare l’omosessualità. Sul punto del razzismo le nostre idee sono in contrasto con Svoboda, noi non siamo favorevoli all’eliminazione dei diversi», ha dichiarato Jarosh in un’intervista.
Ecco il testo integrale della lettera indirizzata a Poroshenko.
Oggi si è intensificata la controrivoluzione interna. La sua avanguardia revanscista fa parte del ministero dell’Interno. Le più alte cariche ne sono coinvlte. Il capo del gruppo di miliziani bandito-separatisti e collaboratori Mosca è protetto dal generale Evdokimov. Lui e i suoi servi stanno facendo tutto il possibile per distruggere le conquiste della nostra rivoluzione e spianare la strada ai gruppi separatisti e terroristi verso Kiev.
Prima c’è stato l’assassinio del camerata Oleksandr Muzichko, poi gli sviluppi strategici a Donetsk, Dnipropetrovsk, Kiev e in altre città. Migliaia di persone indossando le divise della polizia si sono vendute al nemico.
Nelle ultime settimane le detenzioni illegali da parte della polizia, gli arresti, i pestaggi, le perquisizioni, il sequestro di armi da guerra, hanno colpito decine di combattenti volontari di Pravy Sektor, approfittando del fatto che i nostri camerati si battono senza compromessi.
A questo proposito, ci appelliamo al presidente dell’Ucraina Poroshenko per porre immediatamente fine a questa politica criminale portata avanti dal ministero dell’Interno, e per far liberare i nostri camerati.
Chiediamo il rilascio di tutti i nostri detenuti, la chiusura di tutti i procedimenti penali nei confronti dei soldati del Corpo volontario ucraino “Pravy Sektor” e la restituzione di tutte le armi sequestrate illegalmente mentre venivano trasportate nella zona di guerra.
In caso di fallimento delle nostre richieste entro quarantotto ore saremo costretti a ritirare tutte le nostre forze dal fronte, e dichiarare una mobilitazione generale dei battaglioni della riserva per lanciare una campagna contro Kiev, per avviare “riforma rapida” del ministero dell’Interno.
Facciamo appello ai nostri fratelli in lotta e alle unità delle forze armate dell’Ucraina, così come a tutti gli attivisti del Maidan rivoluzionario per supportare le nostre richieste e, infine, mettere ordine nel ministero dell’Interno.
Gloria alla Nazione! Morte al nemico!