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Gaza, il Likud ha la soluzione. E’ finale

Moshe Feiglin, ammiratore di Hitler e  numero due di Netanyahu nel Likud ha la soluzione pronta. Una soluzione finale: concentrare e sterminare. Un documento agghicciante

di Ercole Olmi

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Gaza come Jaffa, ossia con un numero minimo di civili ostili. Jaffa è una grande città costiera palestinese che è stato etnicamente ripulita dalle milizie sioniste nel 1948 e incorporata nell’attuale Israele. Verso le poche migliaia di palestinesi rimasti in città, sono frequenti i tentativi in ​​corso per costringerli ad andare via. In un post del 1 agosto sulla sua pagina Facebook, Moshe Feiglin, rende pubblico un piano che già circolava dal 15 luglio dall’eloquente titolo “Concentrare e sterminare”. Dei sette punti chiave di Feiglin, l’operazione Border protection, l’invasione di Gaza, ne ha messi in pratica almeno quattro (1) L’ultimatum, dato alla «popolazione nemica», cui viene intimato di abbandonare le aree in cui si trovano i combattenti di Hamas, «trasferendosi nel Sinai non lontano da Gaza». 2) L’attacco, sferrato dalle forze armate israeliane «attraverso tutta Gaza con la massima forza (e non con una sua minuscola frazione)», colpendo tutti gli obiettivi militari e infrastrutturali «senza alcuna considerazione per gli scudi umani e i danni ambientali». 3)  L’assedio, simultaneo all’attacco, così che «niente possa entrare a Gaza o uscire da Gaza». 4)  La difesa, per «colpire con la piena forza e senza considerazione per gli scudi umani» qualsiasi luogo da cui sia partito un attacco a Israele o alle sue forze armate. 5) La conquista, attuata dalle forze armate israeliane che, dopo aver «ammorbidito» gli obiettivi con la loro potenza di fuoco, «conquisteranno l’intera Gaza, usando tutti i mezzi necessari per minimizzare qualsiasi danno ai nostri soldati, senza alcun’altra considerazione». 6) L’eliminazione, attuata dalle forze armate israeliane, che «annienteranno a Gaza tutti i nemici armati» e «tratteranno in accordo col diritto internazionale la popolazione nemica che non ha commesso malefatti e si è separata dai terroristi armati, alla quale sarà permesso di lasciare Gaza». 7) La sovranità su Gaza, «che diverrà per sempre parte di Israele e sarà popolata da ebrei», contribuendo ad «alleviare la crisi abitativa in Israele». Agli abitanti arabi, che «secondo i sondaggi desiderano per la maggior parte lasciare Gaza», sarà offerto «un generoso aiuto per l’emigrazione internazionale», che verrà però concesso solo a «quelli non coinvolti in attività anti-israeliane». Gli arabi che sceglieranno di restare a Gaza riceveranno un permesso di soggiorno in Israele e, dopo un certo numero di anni, «coloro che accettano il dominio, le regole e il modo di vita dello Stato ebraico sulla propria terra» potranno divenire cittadini israeliani).

Ma Feiglin non è un fanatico qualunque, è un membro di primissimo piano del Likud, il partito della destra israeliana al potere a Tel Aviv. Per lui è stato coniato il soprannome di Hitler della Knesset ed è uno che pensa che il primo ministro attuale, e suo compare di partito, Benjamin Netanyahu, sia una mammoletta rispetto ai palestinesi.

Il suo piano, tradotto dal sito Electronic intifada, prevede la «conquista di tutta la Striscia di Gaza, e l’annientamento di tutte le forze che combattono e dei loro sostenitori». Una vera e propria soluzione finale.

Feiglin è vice-presidente del parlamento, la Knesset, e membro del “Comitato per gli affari esteri e della Difesa” ma anche leader di “Manhigut Yehudit (Supremazia ebrea, oppure leadership ebrea), la più grande corrente del Likud. Nelle elezioni per la leadership del partito nel 2012 ha fatto una campagna contro Netanyahu, troppo morbido e troppo debole nei suoi occhi, e ha ottenuto il 23% dei voti. Dopo gli “Accordi di Oslo” Feiglin aveva condotto una campagna di disobbedienza civile che gli aveva fruttato una condanna a sei mesi di carcere, commutata prontamente in “servizio alla comunità” in un insediamento ebraico, una colonia in Cisgiordania dove vive. In un’intervista a Haaretz nel 1995, ricorda il sito francese Mediapart, Feiglin ha espresso tutta la sua ammirazione per il nazismo: «Hitler era un genio militare senza pari… Giovani cenciosi sono stati trasformati in una classe pulita e ordinata della società… Hitler amava la buona musica… I nazisti non erano un gruppo di teppisti». Per questo e altro, nel 2008, s’era visto negare anche il visto d’ingresso da sua maestà britannica.

Non sorprenderà, a questo punto, apprendere che accolse con favore «l’atto di resistenza», la strage di 23 civili da parte di un estremista ebreo, Baruch Goldstein, nel febbraio 1994, che uccise ventitré fedeli musulmani in preghiera nella moschea di Hebron. Ovvio che un tipo del genere sia favorevole all’annessione dei territori palestinesi con l’espulsione di tutti i palestinesi. Quella che riportiamo di seguito è la lettera spedita a Netanyahu e resa pubblica da lui stesso su fb.

Il suo piano dettagliato, che prevede l’utilizzo di campi di concentramento, comprende l’istigazione diretta e pubblica al genocidio – un reato punibile ai sensi della Convenzione sul genocidio.

Ecco la dichiarazione del 1 agosto di Feiglin su Facebook:

Al primo ministro Benjamin Netanyahu

Signor Primo Ministro,

Abbiamo appena sentito che Hamas ha usato la tregua per rapire un ufficiale. Risulta che questa operazione non è considerata sopra qualsiasi altra.

I fallimenti di questa operazione erano inerenti ad esso fin dall’inizio, perché:

a) Non ha adeguato e chiaro obiettivo;

b) non esiste un quadro morale adeguato a sostenere i nostri soldati.

Quello che ora è necessario è che noi interiorizziamo che il patto di Oslo è finito, che questo è il nostro paese – il nostro paese in esclusiva, tra cui Gaza.

Non ci sono due stati, e non ci sono due popoli. C’è un solo Stato per un popolo.

Dopo aver interiorizzato questo, quello che serve è una revisione profonda e completa strategica, in termini di definizione del nemico, dei compiti operativi, degli obiettivi strategici, e, naturalmente, di adeguate etica di una guerra necessaria.

(1) Definizione del nemico:

Il nemico strategico è estremista dell’Islam arabo in tutte le sue varietà, dall’Iran a Gaza, che cerca di annientare Israele nella sua interezza. Il nemico immediato è Hamas. (Non le gallerie, non i razzi, ma Hamas.)

(2) Definizione dei compiti

Conquista di tutta la Striscia di Gaza, e annientamento di tutte le forze combattenti e dei loro sostenitori.

(3) Definire l’obiettivo strategico:

Per trasformare Gaza in Jaffa, una città israeliana fiorente, con un numero minimo di civili ostili.

(4) Definizione di etica di guerra: “Guai al malfattore, e guai al suo vicino”

Alla luce di questi quattro punti, Israele deve effettuare le seguenti operazioni:

a) L’ IDF [esercito israeliano] designa alcune aree aperte al confine del Sinai, adiacente al mare, in cui la popolazione civile sarà concentrata, lontano dai centri abitati che vengono utilizzati per i lanci e i bombardamenti.

In queste aree, saranno stabiliti accampamenti di tende, come rilevanti destinazioni di emigrazione.

La fornitura di energia elettrica e acqua per le zone già popolate verrà disconnessa.

b) Le aree precedentemente popolate saranno distrutte con la massima potenza di fuoco. L’intera infrastruttura civile e militare di Hamas, i suoi mezzi di comunicazione e di logistica, saranno distrutti del tutto, fino alle loro fondamenta.

c) L’IDF dividerà la Striscia di Gaza lateralmente e trasversalmente, creando dei corridoi, occupando posizioni di comando, e sterminando nidi di resistenza, nella sua totalità.

d) Israele avvierà la ricerca di destinazioni di emigrazione e contingenti per i profughi di Gaza. A coloro che desiderano emigrare sarà dato un generoso pacchetto di supporto economico, ed essi arriveranno in paesi beneficiari con notevoli capacità economiche.

e) Coloro che insistono sul soggiorno, se possono dimostrare di non avere alcuna affiliazione con Hamas, saranno tenuti a sottoscrivere pubblicamente una dichiarazione di fedeltà a Israele, e ricevere una carta d’identità blu simile a quella degli arabi di Gerusalemme est.

f) Quando il combattimento finirà, la legge israeliana sarà estesa all’intera Striscia di Gaza, gli abitanti sfrattati dal Gush Katif saranno invitati a tornare ai loro insediamenti, e la città di Gaza e dei suoi sobborghi sarà ricostruita come una vera città israeliana turistica e commerciale.

Signor Primo Ministro,

Questa è l’unica ora fatidica della decisione nella storia dello Stato di Israele.

Tutte le metastasi del nostro nemico, da Iran e Hezbollah attraverso ISIS e la Fratellanza Musulmana, si fregano le mani allegramente e si preparano per il prossimo turno.

Io avverto che qualsiasi risultato che è meno di quello che ho definito qui significa incoraggiare la continua offensiva contro Israele. Solo quando Hezbollah capirà come abbiamo agito contro Hamas nel sud, si asterrà dal lanciare i suoi 100.000 missili da nord.

Chiedo a te di adottare la strategia qui proposta.

Non ho alcun dubbio che l’intero popolo di Israele si leverà in piedi in accordo con la sua stragrande maggioranza, con me – se solo tu lo adotterai.

Con alti saluti, rispettosamente,

Moshe Feiglin

 

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