Zakharchenko, intervistato dalla Bbc: «Mille e duecento di noi si sono addestrati in Russia», «possediamo centocinquanta blindati che erano dell’esercito ucraino», «al nostro fianco combattono anche italiani».
di Franco Fracassi
«Siamo fiduciosi nella nostra capacità di combattimento e di resistenza. Non lasceremo prevalere i nazisti al potere a Kiev». Il primo ministo dell’autoproclamata Repubblica del popolo di Donetsk Alexander Zakharchenko in un’intervista alla Bbc per la prima volta ammette che una parte dei miliziani separatisti sia siano addestrati in Russia. Fino ad oggi anche Mosca ha sempre negato qualsiasi legame tra i separatisti e le proprie forze armate. Ha aggiunto che tra le loro fila combattono volontari italiani.
«Mille e duecento di noi sono stati quattro mesi in Russia per addestrarsi. Adesso quei combattenti sono tornati e stanno dando del filo da torcere alle milizie naziste e all’esercito ucraino. È stato possibile perché siamo riusciti a creare un corridoio tra Lugansk e Donetsk e il confine russo. Alle nostre forze in campo (non ha detto quanto sono) vanno aggiunti centocinquanta blindati, tra cui trenta carri armati, abbandonati dall’esercito ucraino in fuga o trovati abbandonati nelle caserme di cui ci siamo appropriati. L’esercito ucraino ne abbandonati molti di più di quanti riusciamo ad utilizzare per la mancanza di personale specializzato. Sto parlando di carri armati, blindati, camion, lanciarazzi Grad eccetera», ha spiegato Zakharchenko.
Il premier del Donbass ha tenuto a precisare che «dalla Russia non è arrivato alcun aiuto in armi e munizioni. Ce le siamo tutte procurate qui, in Ucraina. Dalla Russia ci arrivano vitali aiuti umanitari. Quelli sì».
Zakharchenko ha concluso parlando dei volontari giunti da tutto il mondo per combattere al loro fianco: «Sono anche arrivati ucraini dalla Russia. Poi turchi, serbi, tanti serbi, italiani, tedeschi e, perfino, due rumeni».