Il Parlamento europeo sta programmando 1 miliardo di euro di tagli nel settore “Ricerche e Innovazione. Sotto la ghigliottina il progetto che ha permesso a milioni di giovani un’importante esperienza di scambi internazionali.
di Marina Zenobio
Quasi ogni giorno in tv, le reti Rai in particolare, entrano nelle nostre case con spot pro-Unione europea. Tra questi ce n’è uno che enfatizza il programma Erasmus, nato nel 1987 per volontà della Comunità Europea a sancire la possibilità per studenti e studentesse comunitarie ad effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dall’università di provenienza. Gli spot televisivi ci raccontano che 3 milioni di giovani ne hanno usufruito, 220 mila italiani e italiane, che grazie all’Erasmus hanno avuto l’opportunità di viaggiare in Europa per comprenderne le differenti culture. Proprio come Erasmo da Rotterdam, l’umanista e teologo olandese da cui prende nome il programma che, dal 2007, era entrato a far parte di uno degli elementi del Lifelong Learnig Programme, il programma dell’Ue a sostegno dell’istruzione e della formazione permanente.
Ma di permanente non c’è niente, ed Erasmo si starà rivoltando nella tomba considerando che mentre da un lato la propaganda televisiva del governo italiano glorifica il progetto, dall’altro il Parlamento europeo sta programmando, sul Bilancio 2015, 1 miliardo di euro di tagli nel settore “Ricerche e Innovazione”. Tagli che rischiano di cancellare l’Erasmus togliendo a studenti e studentesse, che altrimenti non potrebbero, di usufruire di un’importante esperienza di scambi internazionali.
A lanciare l’allarme sono gli studenti e le studentesse della Rete della Conoscenza e Link-Coordinamento universitario nato sull’onda dell’ “Onda”, il grande movimento del 2008 a difesa dell’università pubblica.
Alberto Campailla, portavoce nazionale dell’organizzazione, in un comunicato precisa che i tagli su ricerca e innovazione programmati dal parlamento europeo non renderanno solo impossibile la programmazione di Progetti Erasmus futuri, ma addirittura anche la riscossione delle fatture emesse dalle Università per progetti già avviati.
Link-Coordinamento universitario chiede ai neoparlamentari italiani, alle forze politiche ed al Governo “di intervenire in tutte le sedi istituzionali europee per affermare la necessità di salvaguardare il Progetto Erasmus e la mobilità delle studentesse e degli studenti in tutta Europa”. “E’ fondamentale – ha dichiarato Campailla – rafforzare lo scambio tra atenei italiani e stranieri e siamo convinti che progetti come l’Erasmus, che da 25 anni fa viaggiare con successo da un Paese all’altro gli studenti di 33 nazioni, abbiano costituito in questi anni un’opportunità per allargare la propria conoscenza oltre i confini nazionali e per poter arricchire il proprio percorso formativo”.
L’organizzazione universitaria fa anche riferimento ad un proposta del ministro Stefania Giannini per rendere obbligatorio il progetto Erasmus nella formazione e quindi nel percorso didattico di uno studente. Positiva, certo, ma senza una adeguata garanzia e sostenibilità economica questa uscita del ministro della pubblica istruzione dimostra essere solo l’ennesimo annuncio propagandistico, come quello degli spot televisivi, soprattutto in questo quadro di completo disinvestimento del Progetto Erasmus.
Riguardo al presidente del consiglio, sulla nota di Link-Coordinamento studentesco si legge: “Matteo Renzi, che ha esaltato innumerevoli volte la ‘Generazione Erasmus’, dimostri di non aver utilizzato il Progetto come spot nei confronti dei giovani del nostro paese e, anche in qualità di Presidente pro tempore del Consiglio Europeo, si impegni a fermare questa scellerata manovra aumentando il fondo Erasmus nei vari paesi europei”.