40 sopravvissuti e 287 discendenti di vittime dell’Olocausto scrivono ai maggiori quotidiani del mondo per rispondere a una campagna anti-Hamas del Nobel per la Pace Elie Wiesel
di Franco Fracassi
«In quanto ebrei sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti e vittime del genocidio nazista, noi condanniamo senza indugi il massacro di palestinesi in corso a Gaza e la colonizzazione e l’occupazione della Palestina storica». Inizia così la lettera firmata da quaranta sopravvissuti all’Olocausto e da 287 discendenti di sopravvissuti o di vittime, di ventisei Paesi differenti. L’appello è stato pubblicato dal “New York Times”, da “Ha’aretz” e dal sito della Bbc.
Liliana Kaczerginski, figlia di un partigiano del ghetto di Vilnius, ha detto: «Ciò che Israele sta facendo va contro tutto quello per cui ha combattuto mio padre. È uno stupro della memoria della mia famiglia. È stato per me un onore firmare».
Hajo Meyer, sopravvissuto ad Auschwitz: «La disumanizzazione degli ebrei ha reso possibile il genocidio nazista. Nello stesso modo, stiamo assistendo a un’escalation nella disumanizzazione dei palestinesi nella società israeliana».
La lettera è stata una reazione alla campagna propagandistica promossa dal premio Nobel per la Pace, lo scrittore statunitense Elie Wiesel. Questi ha fatto pubblicare (a pagamento) su “New York Times”, “Wall Street Journal”, “Washington Post” e “Guardian” una pubblicità in cui si paragona lo sterminio dei bambini da parte dei nazisti con Hamas. Le radazioni di questi quotidiani ne sono risultate così scosse da decidere di pubblicare la lettera dei sopravvissuti e dei loro parenti gratuitamente.
«Siamo disgustati e oltraggiati da Elie Wiesel, da come abbia abusato della nostra storia per giustificare l’ingiustificabile: il tentativo di Israele di distruggere Gaza e di assassinare più di duemila palestinesi, tra cui alcune centinaia di bambini», si legge nella risposta.
I nonni di Raphael Cohen sono sopravvissuti trasferitisi negli Stati Uniti: «È il mio stesso governo che finanzia questa violenza. Quando i governi non vogliono fare la cosa giusta tocca ai singoli individuui e alle comunità denunciare la situazione. Ecco perché in appoggio ai palestinesi chiedo che Israele e tutti i Paesi che appoggiano la sua violenza vengano boicottati, gli vengano sottratti gli investimenti e vengano sottoposti a sanzioni».