Cosa c’è dietro gli annunci roboanti di Renzi sull’apertura di nuovi asili nido. Aumento dei bambini, compressione dei salari, monetizzazione dei servizi, privatizzazioni
di Federico Giusti*
Molti si ricorderanno quando la proposta di inserire i nidi nella pubblica istruzione non venne accolta perchè giudicata troppo onerosa per lo Stato, ricorderemo anche come i sindacati rappresentativi abbiano fatto ben poco lasciando i nidi nei servizi a domanda individuale vincolati a un contributo obbligato da parte delle famiglie secondo il reddito e in basse ai regolamenti comunali.
Ora Renzi annuncia 1000 nuovi asili nido in accordo con quell’Istituto degli innocenti che da anni contribuisce a ridurre il numero delle educatrici in rapporto ai bambini
Da anni i Comuni smantellano i nidi a gestione diretta esternalizzandoli a favore di cooperative che inquadrano il personale con contratti sfavorevoli e orarie lavorative piu’ lunghe, con meno ausiliarie (le educatrici fanno anche le pulizie), la spesa per i servizi educativi è decisamente ridotta.
La domanda sorge allora spontanea: dove troveranno i soldi per l’apertura di nuovi nidi quando stanno smantellando quelli già esistenti? Non saremo in presenza del solito Presidente del consiglio prestigiatore e venditore di illusioni?
A leggere bene si capisce dove sta l’inganno, ossia nella malsana idea di aumentare il numero dei bambini nei nidi come se fossero patate con le quali riempire un cesto.
Non è lecito capire come arriveremo ad aumentare l’offerta dei posti nei nidi e soprattutto abbattere i costi che per molte famiglie sono diventati proibitivi spingendo le stesse a lasciare i figli ai nonni e ai parenti
Il governo e i suoi tecnici vogliono trasformare i nidi in un servizio monetizzato, dare dei bonus da spendere in qualunque struttura pubblica o privata senza preoccuparsi che abbia i requisiti di un servizio educativo vero e proprio
Dietro a questa proposta di legge ci sta la privatizzazione dei servizi educativi comunali, regole più severe per imporre il diritto alla frequenza nei nidi comunali una volta ottenuto il posto anche se nel frattempo magari i familiari hanno perso lavoro e non possono piu’ pagare le rette.
Non una parola viene spesa sulla copertura delle spese e trasformando i servizi a domanda individuale in servizi di pubblica istruzione, nessuna certezza su come garantire ai nidi comunali organici e strutture adeguate”.
Dietro alle parole di Renzi ci stanno solo le privatizzazioni e la trasformazione dei nidi in aree parcheggio.
*Confederazione Cobas