Scoperta una comunità microbica che vive nell’oscurità del lago subglaciale Whillans, a 800 metri di profondità sotto la calotta antartica.
di Marina Zenobio
Un gruppo di ricercatori e ricercatrici a livello internazionale, di cui fa parte anche l’italiano Carlo Barbante dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IDPA-CNR) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia, ha scoperto, a 800 metri di profondità, sotto il mantello ghiacciato dell’Antartide, un vero giardino di vita microbica che sopravvive nel lago subglaciale Whillans, in un ecosistema con totale assenza di luce e a temperature inferiori a zero gradi centigradi. Una scoperta che, secondo gli scienziati, avrà ripercussioni positive sulla ricerca di vita in ambienti estremi, sia sulla terra che fuori, perché chiamare estrema la vita che brulica lì sotto è riduttivo e va ad alimetare le speranze di quanti sperano di trovare, prima o poi, la vita su altri pianeti.
La scoperta è frutto del progetto di ricerca internazionale WISSARD (Whillans Ice Stream Subglacial Access Research Drilling), guidato dal microbiologo Brent Christner, finanziato dalla statunitense National Science Foundation e, per quanto riguarda l’Italia, supportato dal Programma Nazionale Ricerche in Antartide (PNRA). Lo studio è stato pubblicato a fine agosto sulla rivista Nature.
Sono non meno di 3.931 le specie o gruppi di specie di microorganismi che vivono nel lago subglaciale Whillans in assoluta oscurità. Le analisi della sua acqua e dei sedimenti raccolti dimostrano che molti dei batteri che compongono questo brodo di coltura glaciale sono capaci di utilizzare i minerali del sottosuolo per produrre energia vitale propria e ottenere dall’anidride carbonica il carbonio necessario per sopravvivere.
La tecnica di perforazione utilizzata, si legge sullo studio, è particolarmente innovativa. Il pozzo nel ghiaccio, di 800 metri di profondi e 60 centimetri di diametro, è stato scavato iniettando acqua calda filtrata e purificata da fasci di raggi UV. Il problema è che il foro si ricongela in pochissimo tempo ed è quindi necessario procedere il più rapidamente possibile nel far scendere la sonda lungo il pozzo.
“Ciò che è nascosto sotto gli 800 metri di ghiaccio in Antartide è una parte inesplorata della nostra biosfera” afferma Christner, sottolineando: “Il progetto WISSARD ha fornito solo un piccolo campione di vita microbica che la natura può nascondere sotto gli oltre 50 mila chilometri quadrati della calotta glaciale antartica”.