Arrestato con l’accusa di saccheggio e tentato omicidio. Leonardo Vecchiolla, detto Chucky, era innocente. Aveva avuto il solo torto di partecipare alla manifestazione del 15 ottobre 2011. Devastato dal carcere, si è sparato.
di Franco Fracassi
Era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Era innocente. Ma quando è uscito la sua mente era ormai devastata. E così si è ucciso. O meglio, l’ha assassinato la malagiustizia. Leonardo Vecchiolla aveva avuto il torto di partecipare alla grande manifestazione che il 15 ottobre 2011 aveva portato a sfilare per le vie del centro di Roma più di centomila persone al grido: «Noi siamo il novantanove per cento, voi l’uno». Una manifestazione finita con scontri e devastazioni (vi ricordate del “Pelliccia”?). Ma il compagno Chucky con la violenza non aveva nulla a che fare.
Purtroppo, pochi giorni dopo Vecchiolla venne arrestato, con l’accusa di essere stato tra i partecipanti all’assalto al furgone dei Carabinieri in piazza San Giovanni. Gli furono contestati reati pesantissimi, come tentato omicidio ai danni di un militare, devastazione e saccheggio in concorso e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale.
Non passò nemmeno un mese che venne rilasciato per ordine del Tribunale del riesame. Alcuni video e diverse fotografie lo scagionavano, mostrandolo a volto scoperto lontano dal furgone in fiamme.
Purtroppo il danno era stato fatto. Il periodo in carcere lo aveva duramente segnato. Martedì 2 settembre Leonardo Vecchiolla, detto Chucky, si è sparato nella casa dello zio ad Ariano Irpino. Aveva ventisei anni, era sposato e aveva un figlio piccolo.