120 milioni di bambine ogni anno, nel mondo, subiscono violenze, 95 mila tra bambini e adolescenti assassinati. “Hidden in plain sight”, la violenza si consuma sotto gli occhi di tutti.
di Marina Zenobio
Circa 120 milioni di bambine e adolescenti minori di vent’anni sono vittime ogni anni di violenze, abusi sessuali e matrimoni forzati anche in tenera età. E’ il risultato del dossier “Hidden in plain sight” dell’Unicef che riporta i dati raccolti in 190 paesi, una violenza “nascosta sotto gli occhi di tutti”.
Sempre secondo il dossier, la quinta parte di vittime di omicidi aveva meno di 20 anni, che significa 95 mila uccisi solo nel 2012.
L’Unicef sostiene che bambine e bambini, indipendentemente dall’età, nazionalità, religione o etnia, sono esposti costantemente a violenze fisiche, sessuali e psicologiche che vanno dall’intimidazione a discipline abusanti, da atti sessuali forzati all’assassinio.
L’omicidio è la prima causa di morte per ragazzi dai 10 ai 19 anni in paesi del Centro e Sud America come Guatemala, Salvador, Panama, Brasile, anche per la presenza di molte gang. Uno dei motivi dichiarati dai minori, che in questi mesi stanno cercando di entrare in massa negli Usa, è proprio la necessità di fuggire dalla violenza delle gang. Ma non è che negli States la situazione sia migliore in quanto, stando sempre allo studio dell’Unicef, tra i paesi dell’Europa Occidentale e dell’America del Nord, gli Usa gli sono i primi della lista negli indici di minori vittime di omicidio.
E’ la Nigeria però, dove ad aprile sono state rapite dal gruppo terrorista Boko Haram 240 bambine da destinare a matrimoni forzati, a detenere il drammatico primato di 13 mila minori uccisi nel 2012.
Per prevenire e ridurre la violenza sui minori l’Unicef ha indicato, a famiglie e governi, anche delle strategia che comprendono il sostegno ai genitori, dare ai bambini le competenze comportamentali, cambiare l’atteggiamento socio-culturale, rafforzare i sistemi giudiziari penali e i servizi sociali, far conoscere la violenza i suoi costi umani e socioeconomici per cambiare atteggiamenti e normative.
Già dall’anno scorso, l’Agenzia Onu per la protezione dell’infanzia ha lanciato la campagna #ENDviolence, a cui hanno aderito 70 paesi con l’obiettivo di porre fine, attraverso un’azione collettiva, alla piaga della violenza su bambine, bambini e adolescenti. “La violenza è ovunque – si legge sul comunicato del direttore dell’Unicef Anthony Lake – ma il più delle volte si consuma nell’ombra o viene tollerata a causa di norme sociali e culturali su cui si basano paesi e società”.