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Non c’è niente di più vero di una fiction

Dal 13 al 19 settembre si svolgerà il Roma Fiction Fest 2014. A presentarlo ci hanno pensato il direttore artistico del Festival Carlo Freccero, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e il presidente dell’Apt Marco Follini.

Roma_fiction_fest

 

«La fiction è, il più delle volte, il racconto della modernità e questo Festival rappresenta una vetrina importante» esordisce così Marco Follini, presidente dell’Associazione Produttori Televisivi (Apt) alla conferenza stampa di apertura del Roma Fiction Fest, giunto quest’anno alla sua ottava edizione che si svolgerà dal 13 al 19 settembre all’Auditorium Parco della Musica. «Con un budget di un milione e mezzo, rispetto ai sette milioni del 2011, è una rassegna che si vuole mettere in sintonia con il sentimento di crisi del nostro Paese. Le parole d’ordine sono, dunque, sobrietà, orgoglio, perché abbiamo voluto dare risalto alla produzione indipendente, e rivisitazione critica, grazie allo spirito con cui si affronta il Festival che è quello di migliorare le proprie performance».

La scelta di Carlo Freccero come nuovo direttore artistico ha lo scopo, quindi, di comunicare un messaggio chiaro: donare onestà intellettuale e spessore culturale a un prodotto che spesso è visto (a torto) come di puro intrattenimento.

freccero

«Non conta solo l’audience, conta anche l’autorevolezza e ho cercato di mettere insieme questi due aspetti nella rassegna». Carlo Freccero siede un po’ in disparte rispetto a Marco Follini e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, come a voler sottintendere una qualche distanza. Lì c’è la politica, qua c’è la cultura, la letteratura, il cinema, la fiction che sono lo specchio critico del “lì”. «Il motto del Festival è Fingiamo che sia fiction, proprio perché attraverso la fiction si racconta la realtà. La fiction, come il cinema, può e deve essere vista anche come una critica feroce alla nostra società neoliberista. Ormai quello del cinema e quello della fiction sono due volti che si stanno ibridando e il confine è sempre meno distinto», spiega Freccero.

Non si può negare, infatti, che esistano, sul mercato televisivo, prodotti di qualità che non hanno nulla da invidiare alle grandi produzioni cinematografiche. «Presentare serie europee completamente inedite e che non sono mai state acquistate è un punto d’orgoglio di questo Festival e per risparmiare denaro abbiamo preferito sacrificare le star. Meglio il prodotto che il red carpet», continua Freccero. «La fiction, in qualche modo, è più forte dei talk. Sapete perché vince, in termine di audience, Don Matteo? Vince perché lo stato d’animo italiano è più rappresentato dalla messa in scena di una storia che racconta il rifugiarsi in luoghi sicuri e riscoprire valori stabili e tradizionali. Altro che rottamare, e rottamare… ma lasciamo stare, sennò mi avventuro in certi argomenti… Mi auguro, in ogni caso che questa sia un’edizione incentrata sulla polemica delle idee», conclude Freccero.

Quest’anno, un ruolo di primo piano sarà dato al Doc & Factual Agora, la prima conferenza sulla non fiction seriale. «Il factual è quel genere non fiction che documenta fatti, popoli e gente vera. Questa prima edizione è un gran successo di pubblico. È la prima volta che c’è un over booking prima della scadenza delle iscrizioni», racconta Gioia Avvantaggiato, direttore dell’Agora e consigliere dell’Apt.

Chiudere il cerchio degli interventi è toccato a Nicola Zingaretti (visibilmente imbarazzato a causa del riferimento alle rottamazioni). «Il Festival è importante per tantissimi motivi. È un esempio di bella collaborazione/cooperazione ed è fondamentale per lo sviluppo: un euro investito nell’audiovisivo significa più di tre euro di ritorno economico. Ci piacerebbe, dunque, far crescere il PIL con la cultura più che con il traffico di droga, come fanno alcuni quando presentano i conti. E si può fare. Questo Festival fa parte di una politica che scommette sulla cultura», afferma il presidente della Regione Lazio.

Il programma è ricco e variegato. Si comincia sabato 13 con il film Tartarughe Ninja e la retrospettiva di The Walking Dead. Domenica 14 si prosegue con Ghost in the Shell, The 100, Teen Wolf, Qualunque cosa succede. Giovanni Ambrosoli, una storia vera, Fargo (serie tratta dall’omonima pellicola dei fratelli Cohen), The Red Road e Salem.

Nella giornata di lunedì 15 verranno presentati, tra gli altri, How to get away with murder (nuova serie dell’autrice di Scandal, Shonda Rhimes), Il candidato-Zucca Presidente (versione idiota di House of Cards) e Penny Dreadful, serie horror che ha tra i protagonisti Josh Hartnett e Eva Green.

penny-dreadful

Martedì 16 ci sarà unomaggio a Michael Bay e, tra le proposte, si segnalano Trois Fois Manon, Ragion di Stato, Utopia, The After, The Tunnel (versione franco/inglese di The Bridge) e The fall.

Si continua mercoledì 17 con True Detective, serie rivelazione dell’anno con protagonista l’attore premio Oscar Matthew McConaughey, Orange is the new black, Transparent e Hannibal.

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La penultima giornata del Festival, giovedì 18, è dedicataalla politica con la retrospettiva di House of Cards (verrà proiettata interamente la serie originale del 1990) e sarà presente Howard Gordon, il creatore di Homeland, mentre tra le nuove serie verranno presentate Tyrant, , Alpha House e i primi due episodi della seconda stagione di House of Cards.

house_of_cards

Si chiude venerdì 19 con Romeo e Giulietta, tributo ai quattrocentocinquant’anni della nascita di William Shakespeare. Insomma, un Festival denso di contenuti e con una programmazione “un po’ da shampista, un po’ da intellettuale”, per dirla con le parole di Freccero. E non si poteva spiegarla meglio di così.

Per consultare l’intero programma del Roma Fiction Fest: http://www.romafictionfest.org/

 

 

 

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